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Benvenuti nel sito della Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia.

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Bollettino del Gruppo Triestino Speleologi, volume XXI

È in distribuzione in questi giorni il volume XXI, anno 2024 del Bollettino del Gruppo Triestino Speleologi.
La pubblicazione conta 64 pagine a colori con il solito formato 23×16. Gli articoli contenuti in questo volume sono:

  • Attività anno 2022
  • Attività anno 2023
  • Il rilievo della Nemec
  • L’area carsica del Monte Naiarda (Friuli Venezia Giulia-Ud). Un decennio di ricerche del Gruppo Triestino Speleologi APS
  • Ricognizione biospeleologica “Montenegro 2023”. Gornji Šestani – Grotte, storie e leggende nel Sud del Montenegro
  • La nascita di un libro: Corridoi infiniti
  • Bibliografia del Gruppo Triestino Speleologi: sesto contributo (2010-2023)

Il volume XXI del Bollettino del Gruppo Triestino Speleologi è consultabile sul sito del GTS APS all’indirizzo https://gtspeleo.it/category/bollettini/

Complesso del Monte Croce: il rilievo

Nella sezione “Complessi ipogei” del Catasto Speleologico Regionale del Friuli Venezia Giulia (https://catastogrotte.regione.fvg.it/) è ora presente anche il “Complesso del Monte Croce”, situato alle pendici del Pal Piccolo al confine con l’Austria (comune di Paluzza, Udine).

Il Complesso del Monte Croce è formato dalla unione delle cavità 4582/2583Fr e 2090/829Fr.

La prima grotta ad essere esplorata da speleologi (anche se la parte iniziale era conosciuta da tempo e soprattutto dall’esercito italiano che la adattò) è la Caverna sulla Mulattiera del Pal Piccolo (2090/829Fr) conosciuta successivamente anche con i nomi “Freezer” e “Palpiccola”.

Il Circolo Speleologico Idrologico Friulano, nel corso delle campagne esplorative di inizio anni ’70 del secolo scorso sul massiccio del Monte Coglians e Pal Piccolo, esplora e rileva una parte della cavità. Un rilievo in pianta e una breve descrizione sono pubblicati su Mondo Sotterraneo 1971. Successivamente il Club Alpinistico Triestino scopre importanti diramazioni, portando lo sviluppo a oltre 400 m.

La seconda grotta, la Grotta di Monte Croce Carnico (4582/2583Fr) viene invece scoperta dal Gruppo Triestino Speleologi nel 1987 lungo la stessa parete in cui si apre la 2090.

Le due cavità si avvicinano notevolmente e in alcune parti si sovrappongono. Dal 2002 al 2005 in diverse uscite si procede a lavori di scavo e nel 2005 viene effettuato fisicamente il collegamento, portando il sistema a essere la più importante cavità delle Alpi Carniche al di fuori dell’area carsica del Monte Cavallo di Pontebba.

Le due grotte, a seguito del collegamento e della scoperta di nuove diramazioni, necessitavano però di un lavoro di revisione topografica completo.

Nel 2021, su iniziativa del Gruppo Speleologico Carnico e in particolare di Antonino Torre, prende avvio il Progetto “Complesso Monte Croce”, cui aderiscono anche il Gruppo Triestino Speleologi e la Società di Studi Carsici “A.F. Lindner”. Il progetto prevedeva il rifacimento completo del rilievo delle due cavità con tecniche moderne in 3D e la ricerca di eventuali prosecuzioni.

I lavori si sono conclusi nell’autunno 2023, anche se rimarrebbe da controllare la parte inferiore della 4582, dove ci potrebbero essere delle possibilità di prosecuzione. Purtroppo, l’enorme frana del dicembre 2023, abbattutasi a breve distanza dagli ingressi, ha impedito la conclusione delle ricerche.

I dati metrici del complesso sono i seguenti: 1.735 m di sviluppo spaziale, 1.435 m di sviluppo planimetrico e 197 m di dislivello totale. Tutti i nuovi dati sono stati assemblati da Francesco Serafin, che ha anche provveduto a stilare un nuovo disegno.

Anche speleologia nel convegno IRSOIL & WATER a Brescia

Si è parlato anche di speleologia al Convegno nazionale organizzato a Brescia dall’ASSORADON.

Il Convegno, intitolato IRSOIL & WATER 2024 si è svolto dal 12 al 14 di giugno nella pregiata sede del Centro Pastorale Paolo VI ed ha visto la partecipazione dei maggiori esperti nazionali del radon e di alcune categorie professionali, come ingegneri, geologi, geometri e architetti. Ricordiamo, infatti, che il radon è un gas nocivo per la salute, radioattivo, di origine naturale. Poiché è inodore, incolore e insapore, la sua presenza passa inosservata e può essere evidenziata solo con appositi strumenti. La normativa (D. Lgs. 101-2020) prevede che, nelle abitazioni e nei posti di lavoro, la sua concentrazione media annua non debba superare i 300 Becquerel per metro cubo. Per le abitazioni di nuova costruzione sarà ridotta a 200 Becquerel per metro cubo a partire dal 31 dicembre 2024.

Parte del depliant col programma

Graziano Cancian è stato invitato al Convegno per presentare i risultati di tre monitoraggi svolti in altrettante grotte del Carso Goriziano, due dei quali effettuati nell’ambito delle attività del Centro Ricerche Carsiche “Seppenhofer” di Gorizia. I monitoraggi hanno riguardato non solo il radon, ma anche le temperature e l’anidride carbonica. Si è visto, così, che nei mesi caldi, con l’innalzamento delle temperature esterne, nelle grotte aumenta rapidamente sia l’anidride carbonica – con valori che possono superare le diecimila ppm – sia il radon – con valori che possono arrivare anche ad alcune decine di migliaia di Becquerel per metro cubo! Con l’arrivo dei mesi freddi, invece, entrambe le concentrazioni si abbassano notevolmente.
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Presentazione libro Padriciano. Il territorio, la storia e le sue grotte.

Giu
21
20:30

CLUB ALPINISTICO TRIESTINO APS – GRUPPO GROTTE
Abbiamo il piacere di invitarvi alla presentazione del nuovo libro
PADRICIANO
il territorio, la storia e le sue grotte
di Maurizio Radacich e Giorgio Zanutto

Venerdì 21 giugno 2024
alle ore 20.30
presso la sede del Consorzio Boschivo di Padriciano, 40
(al limite del paese sulla strada per Gropada) (SP 19)

Si ringrazia il Circolo Culturale Slovan.



 

Si è concluso il corso Topografia Ipogea della FSR-FVG

Domenica 2 giugno si è concluso il corso Topografia Ipogea: Il Ruolo della Geologia nel Rilevamento delle Cavità Naturali, organizzato dalla Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia in convenzione con il Servizio Geologico della Regione Friuli Venezia Giulia.

L’obiettivo principale del corso era arricchire le conoscenze e le metodologie degli speleologi per migliorare il rilievo topografico delle cavità naturali. Questo includeva l’esecuzione di sezioni trasversali, l’uso corretto della simbologia e della terminologia geologica, nonché l’arricchimento della descrizione delle cavità attraverso la raccolta di dati geomorfologici ipogei. Tali dati sono fondamentali per comprendere la genesi e l’evoluzione delle cavità (fasi freatiche, epifreatiche e vadose) e per valutare la loro situazione attuale (per esempio, l’idrologia, la presenza di ghiaccio, i riempimenti, i sedimenti e le morfologie di origine idrica).

Il corso si è svolto sia in modalità online che in presenza, per una durata complessiva di 23 ore, e ha incluso un’uscita in grotta assieme a due geologi e due esperti rilevatori. Sedici speleologi, appartenenti a nove gruppi speleologici del Friuli Venezia Giulia, hanno partecipato al corso. Inoltre, per facilitare la diffusione e la consultazione futura delle informazioni, è stato redatto un manuale di circa 100 pagine, corredato di foto, diagrammi e buone pratiche operative.

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