Timavo System Exploration 2018

Seconda parte – agosto 2018: S.O.S. Proteus

Ma il Proteo?
Il Proteo torna alla ribalta perché dal 1841 ad oggi, le ricerche esplorative del Fiume e gli studi sul proteo, non sono ancora finite, ma anzi più si indaga, più incredibili sono i risultati!
Ed in questa edizione di TSE, se da una parte c’è la scoperte grandi gallerie sommerse, dall’altra per la prima volta in Italia si è fatto una monitoraggio numerico sul Proteo, con prelievo del DNA senza la cattura degli esemplari, direttamente fatto dai sub, istruiti appositamente da Edi Mauri e dalla biologa Federica Papi, della S.A.S. e che seguono per l’Italia, il programma di salvaguardia e documentazione S.O.S. Proteus.
I sub fanno parte della Fédération française d’études et de sports sous-marins (FFESSM) che sono tornati con un progetto di ricerca internazionale, promosso dall’Adriatica su iniziativa di Piero Luchesi, dopo due decenni di stasi nel campo della ricerca speleosubacquea del Timavo.
(foto Stefano Savini)

La raccolta subacquea di DNA è una metodologia assolutamente non invasiva e di elevato riscontro scientifico per la valutazione della qualità e della consistenza delle popolazioni. Sono stati raccolti campioni di DNA dai protei senza bisogno di pescarli ed è stata svolta osservazione diretta in profondità lungo un transetto. Il metodo, non invasivo, prevede il prelievo di muco dell’animale senza asportazione di parti di coda o di pelle che potrebbero compromettere l’integrità e la salute dell’esemplare. Per il campionamento sono stati utilizzati bastoncini muniti di terminazione spugnosa contenuti in tubo di plastica con sistema che permette la chiusura anche in ambiente sub acqueo. I protei individuati visivamente sono stati avvicinati dagli speleo sub molto lentamente e trattenuti nella mano, quindi è stato prelevato il muco strisciando la parte spugnosa dello stick lungo il corpo dell’esemplare. L’esemplare rilasciato, spesso non ha manifestato impulso di fuga. I campioni raccolti saranno consegnati alla dott.ssa Valerija Zakšek presso l’università di Lubiana.
(foto Stefano Savini)

Una grande sorpresa si è rivelata nell’assistere alla più totale disponibilità del proteo ad essere coinvolto in queste operazioni.
Difatti, non solo non fuggono, ma sono addirittura curiosi!
Il proteo nel suo ambiente è al vertice della catena biologica, (è come il leone nella savana) non teme predatori, quindi non percepisce il sub come un potenziale pericolo… dopo il campionamento, entrambi hanno continuato a nuotare, in totale tranquillità.
(foto Federica Papi)

L’altro importante esperimento, è stata la valutazione nell’ambito di questo tratto di Timavo, del rapporto della popolazione del proteo.
Prima volta assoluta in Italia, seconda nell’areale di distribuzione del proteo, con il metodo del transetto.
In parole semplici “la conta” degli animali, su un tratto noto.
Su duecento metri di galleria sommersa, la media è stata di 20 esemplari visti (ricordiamo che la visibilità la sotto è di mezzo metro…) quindi uno ogni 10 metri… in linea con alcune osservazioni recenti fatte in altre grotte in Slovenia percorse dal Reka-Timavo, ma non sotto acqua…
(foto Stefano Savini)

Quest’anno nelle acque del fiume è stata la prima volta che si sono segnalati protei giovani, di una decina di centimetri, e in base alle osservazioni decennali compiute in altre aree geografiche e anche in base ai risultati preliminari del DNA, sembrerebbe che la popolazione del Timavo, sia morfologicamente che geneticamente risulti diversa dalle altre popolazioni dell’areale del Proteo.
Abbiamo nel Reka-Timavo i protei più grandi che esistono.
Raggiungono i 30 cm, i nostri sono “ciccioni” e ci sono dati ancora inediti su esemplari misurati più grandi, oltre ad alcune osservazioni visive recenti, anche da parte dei sub…
Ma oltre ai protei “giganti” anche le nuove grandi gallerie scoperte… ma nella prossima puntata!
(foto Stefano Savini)

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