- Prima parte – agosto 2018
- Seconda parte – agosto 2018: S.O.S. Proteus
- Terza parte – agosto 2018: Le esplorazioni…
Terza parte – agosto 2018: Le esplorazioni…
Ma oltre ai protei “giganti”anche le nuove grandi gallerie scoperte…
Dal 1841, Passano più di 100 anni, Maucci e Bartoli, iniziano a fare le prime esplorazioni speleosubacquee nelle acque dell’abisso.
In condizioni tecnicamente a dir poco imbarazzanti e rischiando la vita, (la speleosubacquea non esisteva ancora…) riesce a superare un primo sifone nella galleria allagata a monte, raggiungendo una nuova caverna.
Si susseguono nei decenni altre esplorazioni, ma che non danno ulteriori grandi risultati.
Negli anni novanta un gruppo di sub francesi, trova un passaggio promettente, e riapre la strada alle esplorazioni, ma dopo che se ne vanno, nessuno prosegue e non lasciano né rilievi, né indicazioni precise…
Su iniziativa della SAS, vengono contattati e si pianifica un nuovo programma di ricerca: così nasce Timavo System Exploration, e nel 2013 parte questa nuova avventura di ricerche subacquee, che ha ricevuto il patrocino dal comune di Trieste e Duino Aurisina.
Non solo a Trebiciano, ma anche al pozzo dei Colombi, cavità collegata alle risorgive de Timavo, dove le esplorazioni hanno portato i sub ad una profondità di ben 82 metri sotto il livello del mare (quando la media del golfo è sui 25…).
(foto Alberto Maizan)
Ma a Trebiciano negli anni ci sono state le sorprese più grandi, infatti la mappatura sotterranea aumenta di anno in anno e 700 metri di gallerie mai prima esplorate, sono state scoperte ed accuratamente rilevate, che sommate ai quasi 300 metri noti di partenza, portano ad uno sviluppo totale di quasi un chilometro di percorso del Timavo (come si vede dai rilievi elaborati su carta da Paolo Guglia).
Nel 2018 sono stati fatti progressi nel sifone di uscita (inviolato sino due anni fa) dove i sub sono avanzati per una cinquantina di metri sino a raggiungere due cavità a pelo libero, cioè non allagate.
Cavità “gemelle” viste le dimensioni simili.
Ma le nostre conoscenze e la percezione ed esperienza dei sub, convergono:
Questi due ambienti sono solo l’assaggio di qualcosa di enormemente più grande, quasi quanto il maestoso duomo dell’Abisso di Trebiciano, e manca poco per raggiungerlo.
Possiamo affermarlo, perché i sub hanno raggiunto una zona dove in superficie -300 metri sopra- c’è la dolina Reka (punto 20, dove in concomitanza delle piene del Fiume si manifestano violentissime correnti d’aria che scaturiscono da fessure nel terreno.
Questi soffi, sono l’aria espulsa da una grande cavità sottostante, ancora da scoprire.
Durante le piene, l’acqua sale di livello, e per un effetto di pistonaggio, spinge l’aria delle grandi cavità sottostanti, sino alla superficie.
Quindi in sifone d’uscita, la strada è aperta, e le esplorazioni daranno a breve grandi storici risultati.
Cosa diversa in sifone entrata, dove a causa della minima corrente (siamo in periodo di magra, appena 0,6 metri cubi secondo) e della visibilità ridotta a poco più di mezzo metro (le acque timaviche non regalano niente… e sono spesso torbide…), le speranze di trovare il collettore principale d’arrivo dell’acqua, erano poche.
Ma incredibilmente, durante l’ultima immersione, in una zona già battuta ed esaminata, ci si accorge di un nuovo passaggio, oltrepassando una duna di sabbia e parzialmente nascosto dietro una curva… la corsa si riapre!
(foto Peter Gedei)
Vengono così sagolati 70 metri di nuova galleria, di grandi dimensioni… i sub seguono solo la parete sinistra.
Soffitto, lato destro e pavimento…. non si sa dove siano… e la galleria prosegue alla grande!
Dopo i 70 metri, spaesati dalle dimensioni degli ambienti e per questioni di tempo immersione, carica bombole ecc… tornano pian piano indietro, attraversando i quasi 400 metri di gallerie esplorate negli anni precedenti, sino alla caverna Lindner, dove una volta cambiati, dopo 300 metri di scale per uscir dalla grotta, si torna alla luce.
(foto Stefano Savini)
Importante risultato anche in sifone entrata, finalmente trovata la prosecuzione, e… continua senza ostacoli!!! e finalmente nella direzione giusta (altro discorso da fare a voce), verso la Jama Sežanske reke, presso Orlek (Slo), dove nel 2015 assieme all’Università di Trieste abbiamo effettuato un tracciamento delle acque, confermando la netta comunicazione tra il flusso delle due cavità…
(foto Alberto Maizan)
Ultime considerazioni:
Timavo System Exploration si onora nelle varie edizioni, di aver visto la partecipazione, di ben 181 speleologi, di 24 diversi gruppi, e di 4 nazionalità.
Un ringraziamento va ai gruppi sloveni e dell’isontino, con i quali continuano grandi collaborazioni. Questo, esplorazioni a parte, è uno tra gli l’aspetti più gratificanti di tutto il progetto.
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