SPELEO2022

Set ’22Set
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Come già annunciato durante l’Assemblea dello scorso gennaio la FSRFVG APS organizza, nelle giornate del 24 e 25 settembre 2022 un incontro tra tutti i gruppi speleologici regionali. L’incontro avverrà ben 4 anni dopo il grande successo di SPELEO2018, purtroppo non siamo riusciti a mantenere una adunanza biennale, d’altra aperte il COVID 19 ha inevitabilmente rallentato le attività sul terreno.

L’obiettivo di SPELO2022 è quello di stimolare lo scambio di informazioni tra i vari gruppi e associazioni speleologiche operanti in Regione ed anche per diffondere anche ai non addetti ai lavori risultati delle esplorazioni e delle ricerche scientifiche nel mondo sotterraneo.

L’incontro verrà organizzato in due sessioni: la sessione attività, in cui ogni gruppo è invitato a presentare o un resoconto delle varie attività fatte negli ultimi anni o di scegliere un argomento più definito – l’esplorazione di una nuova grotta, un esperimento scientifico, una attività didattica o divulgativa. In questa sessione ogni gruppo potrà presentare una sola comunicazione.

La seconda sessione, denominata Esplorazioni e ricerche avrà un’impostazione più scientifica e verranno accettate solo comunicazioni che riportano i risultati di nuove esplorazioni e ricerche scientifiche con dati originali.
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Ricerche scientifiche nell’Abisso di Rupingrande / Repen

Sabato 5 marzo: cinque speleologi del CAT (Clarissa Brun, Ernesto Giurgevich, Emanuele Maranzana, Paolo Polizy e Giuliano Zivoli) sono scesi a -90m nell’Abisso di Rupingrande per posizionare un paio di bottigliette atte alla raccolta della condensa, nonché per la misurazione della CO2 dell’aria e per le letture con il micrometro alla stazione di monitoraggio.

Il giorno dopo (domenica 6 marzo) sono scesi, sempre in cinque (Alessandro Albanese, Clarissa Brun, Andrea Canu, Bastiano Deschmann e Giorgio Zanutto) per la raccolta della condensa e per la lettura del pH. Tre di loro hanno proseguito la discesa fino al fondo attuale dell’Abisso, posto a -318 m, dove hanno avuto la gradita sorpresa di trovare ad aspettarli ben otto vispi protei in ottimo stato di salute.

Studio Caverna Ricordi – CO2 e radon

Cari amici,

vi comunico che nell’ultimo volume degli Atti del Museo di Storia Naturale di Trieste compare un mio studio su diossido di carbonio (CO2), radioattività e radon nella Caverna Generale Ricordi presso Jamiano (comune di Doberdò del Lago).

In particolare è stato effettuato un monitoraggio di 14 mesi e si è avuta la sorpresa di trovare – in certi periodi dell’anno – dei valori molto alti di CO2 ma anche di radon, che è un gas radioattivo.

A questo proposito, fu registrato un picco massimo di oltre 66.000 Bq/m3.

PDF dello studio

Ecco qui anche un filmato che ripercorre la storia di questa ricerca:

Graziano Cancian

Monitoraggio della Caverna presso la 17 VG

Il Club Alpinistico Triestino continua ad occuparsi della grotta 1423/4362VG, nota come Caverna presso la 17 VG o semplicemente come Grotta Inquinata. Le indagini preliminari riguardanti questa grotta sono state pubblicate sul bollettino “La Nostra Speleologia” pubblicato nel 2020 ed edito dal CAT. In quella occasione, oltre ai dati storici e alla realizzazione di un accurato rilievo 3D, sono state eseguite analisi chimiche e microbiologiche campionando il “lago” di idrocarburi che occupa tutto il fondo della grotta. Lo studio preliminare è stato pure corredato da una nota sugli aspetti vegetazionali e sulla componente faunistica del sito.

In attesa di ulteriori campionamenti per monitorare l’attività dei batteri, che potrebbe essere utile ad una futura bonifica dopo i danni provocati dall’uomo, alcuni soci del CAT hanno provato a misurare la profondità del lago di olio combustibile sfruttando il pozzo che si apre sulla volta della caverna. Gli unici dati esistenti in tal senso riferivano una profondità media di 20 cm ed erano stati presi sempre nei pressi della riva meridionale del “lago”.

Il 27 gennaio 2022, dopo aver liberato la bocca del pozzo da rovi e piante spinose, il socio Franco Riosa ha attrezzato per la discesa in corda e si è calato rimanendo sospeso sopra i liquami. Da quella posizione è riuscito ad immergere una sonda metallica che ha rivelato una profondità di cm 25. Purtroppo il pozzo è fortemente decentrato e quindi la misura riguarda la zona settentrionale del deposito. Tentativi di sondare un po’ più verso il centro hanno dato valori di 30-35 cm, che però essendo presi in diagonale e non sulla perpendicolare sono da considerarsi superiori ai valori reali.

Resta quindi da approfondire con ulteriori misurazioni la situazione nel centro del laghetto per capire a quanto possa arrivare la profondità di questo bacino formato da olio combustibile, cosa non molto semplice in considerazione della morfologia stessa della grotta. Pertanto le indagini restano “work in progress” e sono destinate a continuare.

Ecco alcune foto:

Concluse le operazioni sul campo del TRACERKANIN Project

Concluse le operazioni sul campo del TRACERKANIN Project:
un primo bilancio sulla consistenza dell’impegno organizzativo

Il “TRACEKANIN Project”, un multi-tracer test di tipo quantitativo e semiquantitativo, è stato ideato per ottenere maggiori informazioni scientifiche sull’idrogeologia carsica dell’area nord-occidentale del massiccio del Monte Canin/Kanin (2.587 m s.l.m), suddiviso tra Italia e Slovenia, nelle Alpi Giulie occidentali, con un programma di indagine a medio termine. Esso è stato realizzato da una partnership formata (in ordine alfabetico) da Centro di ricerche carsiche “C. Seppenhofer” APS (Gorizia, Italia), Commissione Grotte “E. Boegan” SAG-CAI (Trieste, Italia), DZRJL Ljubljana Cave Exploration Society (Ljubljana, Slovenia), Karst Research Institute, ZRC SAZU (Postojna, Slovenia), Società Adriatica di Speleologia (Trieste, Italia), con il coordinamento del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche APS (Farra d’Isonzo, Italia).

Iniezione Fluorescina (E. Mesar)

Il progetto di multitracciamento è stato pianificato strettamente in comunicazione con le maggiori autorità italiane e slovene sul territorio ed è iniziato nel mese di maggio 2021 con prove e calibrazioni di laboratorio, sopralluoghi mirati e allestimento di 22 punti di controllo e monitoraggio su tutte le principali sorgenti e corsi d’acqua dell’area che circondano il massiccio, versanti italiano e sloveno.

Un lungo lavoro si è reso necessario per cautelarsi dagli effetti devastanti delle piene alle sorgenti, che in passato hanno causato danneggiamenti e perdite durante i test che si sono succeduti dal 1968 nell’area. Obiettivo principale del progetto era approfondire l’ancor scarsa conoscenza della circolazione idrica carsica profonda dell’area nord-occidentale, finalmente ottenendo misure quantitative e semi-quantitative, con un corredo di dati fisico-chimici (pluviometria, portate alle sorgenti, misure di altezza idrometrica, temperatura, conducibilità elettrica, torbidità), idonei a sviluppare uno studio approfondito. Leggi tutto…

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