Il CAT ci offre l’Enigmistica Speleologica: per passare il tempo in questi momenti di “clausura” forzata.
Il Gruppo Triestino Speleologi e il Gruppo Grotte Carlo Debeljak comunicano che, a causa del protrarsi dell’emergenza coronavirus, in accordo con la Commissione Scuole della Società Speleologica Italiana, il corso SSI di III livello “Terzo settore: aspetti civilistici, contabili, fiscali, … ” che era in programma per il 18 e 19 aprile a Trieste, viene rimandato a data da destinarsi.
Coloro che si sono iscritti pagando la quota, possono richiedere il rimborso, inviando il proprio IBAN alla SSI, o mantenere l’iscrizione in acconto sulla prossima data del corso.
Vi ricordiamo che il termine per adeguare i propri Statuti, è stato prorogato al 31 ottobre 2020.
Ulteriori informazioni relative a una nuova data del corso vi verranno inviate tempestivamente.
Sul filo di lana, prima dei vari provvedimenti anti coronavirus, l’Unione Speleologica Pordenonese CAI è riuscita a realizzare l’UNICA iniziativa pubblica a Pordenone pro “Giornata Internazionale della Donna 2020” ospitando e integrando, con poesie e immagini, la Mostra,
“IL FASCINO PROFONDO NEL PROFONDO FASCINO”
della SpeleoFotografa pugliese Mariangela Martellotta
Grazie alla sede espositiva all’aperto (Loggia Municipale) e alla disponibilità e patrocinio del Comune di Pordenone e alla collaborazione della Sezione Pordenone CAI e Amici vari, l’8 e 9 marzo, è stato possibile rendere omaggio, non solo alle “DonneSpeleo“, ma a TUTTE le Donne.
Cordiali speleosaluti.
Unione Speleologica Pordenonese CAI
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Sul Carso triestino sono centinaia i casi di grotte, soprattutto quelle rilevate e accatastate diversi decenni addietro, che risultano introvabili, ovvero scomparse. I motivi sono molteplici: dalla ostruzione o distruzione, alla errata posizione, ecc.
Il Gruppo Triestino Speleologi da tempo si sta dedicando alla ricerca di queste cavità, per effettuare un corretto posizionamento o verificarne l’effettiva scomparsa. Negli ultimi anni diverse indagini hanno interessato una moltitudine di grotte inserite nel Catasto Speleologico Regionale del Friuli Venezia Giulia, che nonostante le accurate battute di zona, avevano sempre dato esito negativo.
Dopo le inutili ricerche sul terreno si è passati ad approfonditi studi a tavolino, consistenti in ricerche bibliografiche, incrocio di dati e raccolta di segnalazioni e informazioni. Quattro di queste cavità alla fine sono state rintracciate, nonostante le notevoli distanze dalle posizioni segnate a catasto.
Quindi per la prossima campagna del Progetto Targhette della FSRFVG, altre quattro grotte non risulteranno più “introvabili” ma potranno avere la loro targhetta identificativa all’imbocco.
Grotta ad E di Trebiciano – 3105/5033VG. Il nome può trarre inganno: sarebbe a SSE! La grotta si trova ad oltre 650 metri di distanza dalla posizione indicata a catasto. Potrebbe trattarsi di una errata trascrizione di una cifra della coordinata della latitudine.
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Sempre più spesso, grazie soprattutto al Progetto targhette che si sta attuando da un po’ di tempo, si verificano casi di “grotte doppie” ovvero cavità inserite nel Catasto Speleologico Regionale due (se non tre) volte e che quindi posseggono più numeri di catasto.
I motivi di ciò sono diversi e sono stati esplicitati al convegno organizzato dalla Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia a Trieste al Magazzino delle Idee nel corso della manifestazione Speleo2018. Più precisamente si tratta del lavoro di G. Benedetti “Dove stanno le grotte? Analisi statistica degli scostamenti delle posizioni delle grotte a Catasto riscontrati nell’ambito del «Progetto targhette»” che apparirà sugli atti del convegno stesso in distribuzione a breve.
Si vuole qui segnalare due casi riscontrati recentemente dal Gruppo Triestino Speleologi, che vanno ad aggiungersi alle varie decine di segnalazioni di grotte doppie già appurate.
Caverna presso la cisterna di Gropada (2397/4810VG) = Grotta ricovero antiaereo di Gropada (7449/6424VG)
Classico esempio di cavità la cui posizione, fatta anni addietro basandosi sulle carte 1:25.000, è stata poi trasformata in modo automatico con l’avvento delle CTR 1:5.000. In questo modo la grotta potrebbe trovarsi in un’area molto estesa e l’ingresso essere ubicato a diverse centinaia di metri di distanza dal punto segnato sulla cartografia CTR 1:5.000.
Grotta della Faccia (6495/6201VG) = Grotta del Litigio (7830/6506VG)
In questo caso si tratta probabilmente di una errata trascrizione di un dato nell’inserimento a catasto: una cifra al posto di un’altra. Il problema potrebbe essere che la posizione vada a ricadere in qualsiasi parte della Regione. È emblematico il caso di una famosa grotta la cui posizione, alcuni anni addietro, veniva fatta ricadere in mezzo al Golfo di Trieste! Usualmente l’errore si riscontra solamente in una delle due coordinate: o nella latitudine o nella longitudine.
Questa breve nota dovrebbe insegnarci che, quando le grotte da targhettare non si trovano, la ricerca va estesa a un’area maggiore o integrata da una accurata ricerca bibliografica.
Ecco allora che bisogna sondare tutti gli indizi possibili e prendere in esame diverse informazioni: descrizione dell’itinerario, denominazione della cavità, cartina allegata con la posizione, ricerche storiche e bibliografiche ecc.
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