Novità esplorative
Una grotta per Delise
I vecchi scavatori della Commissione Grotte “Eugenio Boegan” hanno onorato un impegno assunto nel febbraio del 1999, dedicando una grotta a Marcello Delise, segretario della Commissione per oltre trent’anni e morto appunto nel 1999. Si tratta di una cavità, originariamente profonda poco più di cinque metri, sita tra Prepotto e Ternova Piccola, trovata e rilevata quasi contemporaneamente dal Grmada e dalla CGEB. Scavi abbastanza impegnativi, eseguiti nei mesi di gennaio e febbraio dagli uomini della Boegan, hanno portato la sua profondità dagli iniziali 5,5 metri agli attuali 88, con uno sviluppo di una quarantina. La cavità, che per il Carso ha tutte le caratteristiche dell’abisso, si compone di una successione di piccoli pozzi, separati da ripiani inclinati e da strettoie, interessati da un notevole stillicidio e, soprattutto nella sua prima parte, da una ben avvertibile corrente d’aria. Le esplorazioni della Grotta del Segretario Marcello non si possono ritenere ancora concluse (dal momento che ci sono delle finestre da verificare). (PG)
Scavi alla Grotta Soffiante di Rupinpiccolo
Alcuni soci della Commissione Grotte “E. Boegan” nei primi mesi del 2003 hanno ripreso, sotto la direzione e stimolo di Franco Florit, gli scavi sul fondo della Grotta Soffiante di Rupinpiccolo, 1145 VG. La frana che poneva termine alla cavità, che è stata aperta nel lontano 1964, era stata oggetto di lavori di sbancamento già in quell’anno, ma l’impresa era alla fine sembrata troppo onerosa e soprattutto non in grado di competere con gli allettamenti delle grotte del Canin, allora appena riscoperte. La persistenza di movimenti d’aria (in certe giornate invernali dall’ingresso sale una colonna di vapore) ne hanno fatto oggetto di studi e controlli nei decenni successivi, ma la speleologia triestina ha dovuto attendere l’arrivo del XXI secolo per riprenderla in esame. Attualmente la frana, che con la sua pericolosità aveva persuaso quarant’anni fa i grottisti a rimandare i lavori, è stata messa in sicurezza con l’edificazione di muri rinforzati con tubi Innocenti per cui oggi l’ostacolo più antipatico è dato dall’argilla appiccicosa che impasta il materiale da asportare. (PG)
La CGEB in Cile
È ritornata da una spedizione nel deserto di Atacama, nel nord del Cile, una squadra della Commissione Grotte “E. Boegan” di Trieste. È il secondo anno che la CGEB esplora la Cordillera de la Sal, una formazione salina al margine Nord Ovest del Salar di Atacama, il deserto più arido della terra. Malgrado le notevoli difficoltà ambientali, gli speleologi triestini hanno esplorato e topografato più di dieci grotte per uno sviluppo complessivo di quasi tre chilometri. Alcune di queste sono risultate le più grandi cavità del Cile, ove la speleologia è pressoché sconosciuta mancando le formazioni calcaree in cui si sviluppa solitamente il carsismo. Abbondano invece le formazioni saline e, nella più rilevante, la Commissione ha scoperto un sistema sotterraneo estremamente sviluppato. L’esplorazione di tutta la Cordillera de la Sal richiederà diversi anni, in quanto si tratta di una formazione montuosa di 70 chilometri per dieci, difficile da raggiungere, soprattutto nella parte meridionale, per le difficili condizioni ambientali e l’assenza di piste percorribili con i normali fuoristrada. Le notevoli scoperte hanno però suscitato l’interesse delle autorità locali cui sono stati consegnati i rilievi delle grotte eseguiti nel corso della prima spedizione, che già descrivono cavità che si presterebbero ad uno sfruttamento turistico per le loro dimensioni e la loro bellezza. Alla spedizione di quest’anno hanno preso parte Elio Padovan, capospedizione, Fabio Kovacic, Daniela Parma e Fabrizio Pascotto. (da Il Piccolo del 25 marzo) (MK)
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