Pubblicazioni edite
Progressione
È uscito da un po’ di tempo il numero 45 (dicembre 2001) della rivista semestrale di attività e riflessioni della Commissione Grotte “E. Boegan”. Una volta tanto si tratta di un numero quasi monografico, in quanto metà della rivista (pagg. 11 – 55) è dedicata alla Risorgiva di Eolo. È questa importante cavità del Friuli infatti a farla da protagonista con la descrizione dei singoli rami, corredata dai relativi rilievi, e la storia delle esplorazioni all’interno del complesso così come all’esterno, alla caccia di ingressi alti. Spicca poi, all’inizio della rivista (pagg. 4 – 5), una riflessione un po’ provocatoria di Elio Padovan su un atteggiamento da “vecchi” (aggettivo utilizzato nella sua concezione più negativa) che caratterizza ormai la CGEB e la sua classe dirigente, incapace di adeguarsi alle nuove esigenze dei tempi e dei soci chiudendosi piuttosto in se stessa. Seguono numerosi articoletti di vari autori sull’attività esplorativa svolta dalla Commissione in Carso come in Friuli, nel resto d’Italia come all’estero. Non poteva poi mancare l’appuntamento con Elio Polli, questa volta con l’aggiunta di Elisabetta Stenner, che alle pagg. 69 – 78 prendono in esame gli aspetti vegetazionali di voragini e doline del Carso triestino. Seguono quindi un’infinità di trafiletti su riviste, convegni, manifestazioni e quant’altro. (MK)
Alpi Giulie
È uscito anche il numero 96/2 del 2002 della rassegna di attività della Società Alpina delle Giulie, sezione di Trieste del Club Alpino Italiano. Oltre alle consuete sintetiche relazioni di attività per l’anno 2001 della Commissione Grotte “Eugenio Boegan” e del Gruppo Cavità Artificiali, troviamo tre articoli che riguardano la speleologia. Il primo è un lavoro di Fabio Forti intitolato “I limiti di competenza del Carso classico. Saggio storico e geografico” (pagg. 18 – 28). In esso l’autore, partendo dalla constatazione che il Carso e gli studiosi di carsismo italiani vengono in genere bistrattati dalla speleologia internazionale e prendendo spunto da un lavoro dello sloveno Sustersic, riprende un proprio analogo articolo già pubblicato su Alpi Giulie (n. 95/2) e traccia un riassunto storico dei vari inquadramenti con cui il territorio in questione è stato definito nel corso dei secoli dalla letteratura geografica. Sempre a carattere storico e sempre a firma di Fabio Forti, troviamo poi alle pagg. 29 – 37 un altro articolo intitolato “Ricerca sull’importanza storico-geografica del sito: voraginae terrae adsorbevi”, in cui l’autore disserta sull’importanza della località di San Canziano. Infine si cambia decisamente argomento alle pagg. 69 – 80 con l’articolo di Barbara Grillo (meglio nota come Radicio) intitolato “Romania 2002: water? … no problem!”, in cui viene raccontata la storia di una spedizione mista nelle Alpi Transilvaniche rovinata dalle eccezionali alluvioni dell’agosto 2002. (MK)
Atti e memorie
La Commissione Grotte “E. Boegan” della Società Alpina delle Giulie ha editato il volume XXXVIII, anno 2000, della propria rivista Atti e memorie, pubblicata a cura della Grotta Gigante. Nelle 88 pagine troviamo, oltre all’usuale prima parte dedicata alla relazione dell’attività – riferita all’anno 2000 – tre lavori. Il primo, di Ezio Burri dell’Università dell’Aquila intitolato “Inghiottitoi naturali e vertenze territoriali: la Petogna, il Comune di Avezzano e la famiglia Torlonia”, descrive l’importanza di un inghiottitoio naturale nella Piana del Fucino quale limite dell’estensione di possedimenti nell’ambito di una controversia tra il Comune di Avezzano e la famiglia Torlonia. Il secondo lavoro, che risulta anche il più corposo della pubblicazione, è di Fulvio Gasparo: “Miscellanea biospeologica. Parte II: Venezia Giulia”. Dopo la prima parte, dedicata alle grotte del Friuli (Atti e memorie 34, anno 1997), in questo lavoro l’autore relaziona sulle ricerche biospeleologiche da lui svolte nel corso di 354 escursioni dal 1967 al 2000 in 114 cavità della Venezia Giulia, con particolare riguardo alla fauna terrestre. Per ogni grotta, dopo i dati catastali ed una breve descrizione, vengono riportati le date delle visite, i riferimenti bibliografici inerenti ai materiali già pubblicati e l’elenco dei reperti determinati ed inediti. L’ultimo lavoro è intitolato “Pietra verde, Neolitico e post-Neolitico, Carso e Friuli (Italia nord-orientale): lo stato della questione”; autrice è Emanuela Montagnari Kokelj, del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Università di Trieste. Come si evince dal titolo, il lavoro analizza le conoscenze attuali su un particolare materiale utilizzato per la costruzione delle asce, la pietra verde, in particolare i rinvenimenti in cavità del Carso triestino: una cinquantina di reperti di quasi una ventina di siti diversi. (GB)
Alpinismo triestino
Il numero 76 (marzo-aprile 2003) della rivista edita dall’Associazione XXX Ottobre CAI è occupato per buona parte dalle relazioni di attività 2002 delle varie sezioni della società triestina. Tra queste, di interesse per la speleologia ve ne sono essenzialmente due. Quella del Gruppo Grotte, con evidenziate le diverse attività: Carso triestino, Friuli ed Italia, attività divulgativa, didattica e attività scientifica; e quella del Gruppo Ricerche Paleontologia Umana, quasi interamente dedicata alla Grotta degli Orsi, oggetto, anche quest’anno, di atti vandalici sempre più violenti. (GB)
Bosco Bazzoni – storia e natura
Il secondo dei Quaderni di speleologia e dell’ambiente carsico è stato pubblicato con questo titolo; si tratta infatti di una monografia dedicata alla Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni di Basovizza (TS), presa in carico da alcuni soci del Gruppo Speleologico “San Giusto” fin dal lontano 1979. Tra le 192 pagine della pubblicazione, che tratta prevalentemente gli aspetti storici, faunistici e vegetazionali del sito, non potevano mancare due lavori sugli argomenti che più ci interessano. Maurizio Anselmi e Rino Semeraro (pagg. 32 – 44) illustrano la geomorfologia della Grotta Nera, interessante cavità sita all’interno della Particella; Dante Cannarella invece (pagg. 46 – 55) tratta della preistoria e della storia che hanno visto per protagonista questa caverna. (MK)
La speleologia italiana agli inizi del terzo millennio: storia e prospettive
È questo il titolo del convegno per il 50° anniversario della rifondazione della SSI, svoltosi a Verona nei giorni 23-25 giugno del 2000, i cui atti sono stati stampati alla fine del 2002 come Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia, numero 13, serie II. All’interno del volume troviamo pubblicati due lavori, a firma di speleologi regionali. Il triestino Umberto Tognolli (pagg. 19 – 21) disserta in merito a “Doveri e responsabilità dei gruppi centenari”, articolo nel quale viene riassunta l’evoluzione del concetto e della funzione di gruppo nella storia della speleologia. Viene inoltre sottolineata l’importanza che i gruppi storici rivestono in virtù del bagaglio di esperienza e di documentazione da essi posseduto e vengono messi in evidenza, con una sorta di coraggiosa autocritica, i difetti della mentalità di talune associazioni che impediscono che tutto questo patrimonio divenga un bene comune. Più autobiografico invece l’articolo del friulano Giuseppe Muscio (pagg. 23 – 26) che, con “Il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano: oltre un secolo di ricerche in Friuli”, riassume la storia e l’attività dell’ormai ultracentenaria società udinese. (MK)
|