Novità esplorative
Grotte in galleria a Trieste (2ª parte)

Come annunciato sul numero precedente de La Gazzetta dello speleologo (n. 96, novembre 2004), i lavori per la costruzione della Galleria Carso nel tratto Padriciano-Cattinara della Grande Viabilità Triestina hanno intercettato delle cavità di un certo interesse, le cui prime esplorazioni hanno generato un certo fermento nell’ambiente speleologico locale (triestino e non solo), alimentato anche da alcuni articoli apparsi sul quotidiano locale Il Piccolo e da una comunicazione (riportata più sotto) del Comune di Trieste inviata ai gruppi speleologici regionali attraverso il Catasto Grotte del Friuli-Venezia Giulia.

Tale fermento ha fatto circolare numerose “voci”, la maggior parte delle quali prive di fondamento, imputabili soprattutto alla mancanza di una corretta informazione e alla complessità della situazione che si è venuta a creare. A seguito di un colloquio avuto da parte di Gianni Benedetti (FSR) e Mila Bottegal (SSI) con il prof. Cucchi, direttamente coinvolto nella faccenda, si vuole chiarire lo stato in essere delle scoperte e delle problematiche sorte, anche perché, come è immaginabile, questo è solo l’inizio di una lunga storia, essendo lo scavo della GVT appena iniziato. Infatti era chiaro a tutti, progettisti, maestranze e pubblici funzionari, che durante i lavori di traforo connessi alla Grande Viabilità Triestina vi fossero alte probabilità di incontrare cavità e che, di queste, alcune potessero essere di grande interesse (speleologico, idrogeologico, naturalistico, paleontologico, ecc.), e quindi degne di qualche forma di tutela.

A tale proposito è da ricordare che gli speleologi già nel 1998, attraverso la Federazione Speleologica Regionale, si erano adoperati, nelle forme opportune, affinché tali fenomeni venissero salvaguardati. La Regione FVG, ente finanziatore, si è tutelata in tal senso nominando una specifica commissione preposta “alla tutela ed al ripristino delle cavità”. Assieme ad alcuni funzionari regionali e comunali, fa parte di questa commissione, per la sua duplice funzione di Responsabile del Catasto Grotte FVG e di docente di Geografia Fisica e di Geologia Applicata dell’Università di Trieste, anche il prof. Franco Cucchi. Questa commissione ha il compito di valutare l’importanza delle cavità incontrate e di proporre soluzioni di tutela per quelle “di particolare interesse speleologico”. In tale ottica, il prof. Cucchi ha gestito le esplorazioni e lo studio delle cavità incontrate nei primi 400/500 metri di avanzamento (che alla fine saranno più di 2.500).


Ecco i fatti in ordine cronologico.

Lunedì 8 novembre. Cucchi, con i suoi collaboratori universitari Luca Zini e Giacomo Casagrande, su sollecitazione del Direttore dei lavori, ing. Cortese, ha esplorato i primi metri di due cavità, una intersecante il “cavo Trieste” (a destra per chi scende verso Trieste), una tangente al cavo “Venezia” (a destra per chi sale verso Venezia), poste più o meno alle progressive 350/400.

Venerdì 12. Si è tenuta la prima riunione, con sopralluogo, della Commissione.

Domenica 14 novembre. Un gruppetto di speleologi ha effettuato le prime esplorazioni, riconoscendo la pochezza dei vuoti incontrati dal cavo Trieste, individuando un pozzo di alcune decine di metri seguito da una galleria a fianco del cavo Venezia.

Sabato 27 novembre. Due squadre di speleologi hanno rilevato le due cavità, individuando in una di esse un’ampia galleria verso est.

In data 10 dicembre 2004 il Catasto Grotte invia (via e-mail) ai gruppi speleologici regionali la seguente comunicazione:


«Oggetto: scavi galleria grande viabilità.

In riferimento agli scavi del tratto Cattinara – Padriciano (Galleria Carso) della Grande Viabilità di Trieste, vi trasmettiamo in allegato la lettera inviataci della Direzione Lavori Grande Viabilità, pregandovi di diffondere l’informazione tra i vostri soci.
Si allega anche una copia del tracciato degli scavi con l’ubicazione delle cavità alle quali è sconsigliato accedere, per precauzione di sicurezza, durante tutto il periodo dei lavori.

Il Conservatore
Prof. Franco Cucchi»

Lettera del 29 novembre 2004 del Comune di Trieste, Area territorio e Patrimonio – Unità di Progetto Direzione Lavori Grande Viabilità indirizzata al Catasto Grotte FVG e per conoscenza alle imprese costruttrici della GVT:


«Oggetto: Grande Viabilità Triestina – 2° stralcio del 3° lotto (tratto Cattinara – Padriciano). Lavori di scavo galleria Carso.

Con riferimento ai lavori in oggetto si segnala che i lavori di scavo della galleria Carso vengono condotti con l’impiego di esplosivo e che, di norma si svolgono dal lunedì al venerdì.
Pertanto, poiché allo stato attuale gli scavi sono giunti ad un avanzamento di ml 600 circa, a partire dall’imbocco sud, si approssima la grotta n. 16.
Si richiede pertanto la Vs collaborazione per informare le Società Speleologiche e quanti possano accedere alle grotte nell’arco di circa 500 m dalla galleria (vedi tavola allegata) affinché non accedano, per semplice precauzione di sicurezza, durante il periodo degli scavi.

Il Direttore dei lavori e coordinatore
per la sicurezza in fase di esecuzione
Dott. Ing. Enrico Cortese
Il Responsabile del procedimento
Dott. Ing. Giampietro Tevini»

Sabato 18 dicembre. Una squadra ha continuato l’esplorazione ed il rilievo della galleria, giungendo ad una caverna di notevoli dimensioni nella quale, in parete, sboccavano un paio di piccole gallerie.

Domenica 19 dicembre. Una delle gallerie è stata raggiunta e seguita per pochi metri. Per il momento l’estensione è di circa 500 metri; la direzione preferenziale verso la grande dolina Kotlice (Foiba di Basovizza).


Questa è la sintesi degli avvenimenti, peraltro, come detto, per la parte esplorativa ampiamente (e con troppa enfasi) divulgati da Il Piccolo in data 19 e 20 dicembre.


Vediamo ora il futuro.

Le cavità si aprono in un cantiere, area soggetta a leggi e regolamenti di sicurezza molto rigidi, molto precisi, con responsabilità penali e civili ben definite. Non è quindi possibile entrare senza permessi né durante i lavori né durante le pause lavorative. Tentativi di effrazione sono perseguibili per legge. Gli speleologi (per inciso tutti volontari ed assicurati) sono chiamati all’esplorazione secondo un protocollo sintetico ma molto preciso, e il prof. Cucchi è responsabile del loro corretto operare.

Tale protocollo (“Procedure di accesso al cantiere di gruppi speleologici a fini scientifici e di conoscenza idrogeologica del territorio”) è stato stilato in data 24 novembre 2004 dal coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, ing. Enrico Cortese, e ricorda che, trovandosi gli imbocchi all’interno di un cantiere in attività, l’accesso alle nuove cavità scoperte è consentito solamente a speleologi con determinate caratteristiche e a seguito di ben definite procedure.

Anche se al momento gli aderenti alla Commissione Grotte “E. Boegan” costituiscono la stragrande maggioranza degli esploratori e rilevatori (il responsabile delle operazioni in grotta è Louis Torelli, persona la cui esperienza è nota, oltre che al prof. Cucchi, anche alla Direzione Lavori), ciò non durerà a lungo: è infatti intenzione del prof. Cucchi, già dalle prossime esplorazioni (previste dopo le ferie natalizie), allargare la squadra operativa ad altri gruppi. Va premesso però fin d’ora che, non trattandosi di scampagnate o di gite collettive, si è chiamati ad esplorare e a rilevare nel contempo quanto esplorato, di consegnare i rilievi con solerzia, di fotografare e di consegnare copia di foto o filmati, di seguire le indicazioni del responsabile delle esplorazioni. Il tutto in maniera gratuita e firmando una dichiarazione di sollevamento della Direzione Lavori e della Ditta dalla responsabilità per quanto avviene in grotta; inoltre nel tratto di galleria artificiale si è accompagnati da personale che garantisce la sicurezza. Per quanto riguarda i tempi per la prosecuzione delle ricerche e delle esplorazioni, non ci dovrebbero essere problemi, avendo davanti almeno un anno di tempo.

Alla luce di quanto sopra riportato, è quindi prioritario che ci sia un coordinamento (gruppo di lavoro) tra gli speleologi dei vari gruppi che andranno ad operare ed è auspicabile che questa occasione possa rappresentare (vista la posizione degli imbocchi) un modello di studio multidisciplinare applicato alle cavità, investendo le migliori forze della speleologia competenti nelle varie discipline (esplorazione, topografia, video, fotografia, ricerche geomorfologiche e idrologiche, biologiche, ecc…). (GB)

Complesso Fiume Vento - Modonutti Savoia

Grosse novità arrivano da questo sistema del Canin. Dopo la scoperta della nuova diramazione “Tunisia Dreaming” (scoperta nel lontano gennaio 2002) ed il disarmo di quest’anno, sembrava che non ci fossero grosse cose da rivedere in questo settore del Canin orientale. Invece, durante le recenti esplorazioni condotte dal Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine, un traverso fatto per entrare in una finestra sul P 80 ha permesso di scoprire un altro mezzo chilometro di grotta con vari collegamenti ed interessanti prospettive. Si è quindi arrivati a 2.700 metri di sviluppo planimetrico e forse si è solo all’inizio di una nuova interessante fase esplorativa. (da Internet) (GB)