Pubblicazioni edite
Progressione

È uscito il numero 49 (dicembre 2003) della rivista semestrale di attività e riflessioni della Commissione Grotte “E. Boegan”. Dopo le polemiche “Riflessioni” di Natale Bone e Fabio Forti su argomenti svariati (dibattiti Internet e data di fondazione della SSI; pagg. 4 – 8), la rivista comincia ad occuparsi di speleologia con le consuete cronache sulle nuove scoperte sul Carso triestino (pagg. 9 – 16), che in dettaglio sono l’Abisso di Nivize (-131), la Grotta Alessandro Bongardi e la Grotta Mitzi, più altre minori, di cui viene fornita una descrizione incentrata più sugli aneddoti connessi alla loro esplorazione che non sulle grotte stesse. Si passa quindi all’attività svolta in Friuli in nuove e vecchie cavità, come l’Abisso “Domus de Janas” (nuovo -282 in Canin) e Rotule Spezzate, con l’aggiunta di un aggiornamento dell’Abisso di Varch (pagg. 17 – 24). Passando all’estero, dopo un intramezzo italico di Barbara Grillo sulla Spluga della Preta, troviamo un lavoro di Fabio Forti (pagg. 30 – 34) sulle misure di dissoluzione rilevate in Croazia nella Grotta di Baredine, ma soprattutto troviamo le novità dell’Abisso Ceki 2, portato dagli speleologi sloveni a -1.533 quindici anni dopo le storiche esplorazioni di Beccuccio & Co. (pagg. 34 – 41). Seguono aggiornamenti catastali di grotte slovene e croate e cronache di gite semi-serie oltre confine, in grotta o a convegni. Interessanti i successivi due lavori della rubrica “Legislazione”. Nel primo (pagg. 53 – 55), Fabio Forti contesta una recente proposta di rivedere la suddivisione della catena alpina, che comporterebbe l’attribuzione di varie aree, ma soprattutto del Carso classico, al sistema dinarico e non più a quello alpino. Nel secondo (pagg. 55 – 59), Riccardo Corazzi tenta di fare un po’ di chiarezza sulla recente legge con la quale la Slovenia intende tutelare il proprio patrimonio carsico, regolamentando l’attività speleologica svolta nel proprio territorio; interessanti in particolare le “forti” considerazioni con cui in chiusura l’autore critica la scelta fatta da parte del legislatore sloveno di affidare alla SSI l’incarico di qualificare ufficialmente gli speleologi abilitati ad operare nella vicina repubblica. Non poteva poi mancare l’appuntamento con il botanico Elio Polli, che alle pagg. 60 – 66 prende in esame la distribuzione del Polypodium nelle cavità del Carso triestino. Seguono quindi un’infinità di trafiletti su speleo-raduni, tavole rotonde, convegni, manifestazioni, riviste, brevi note esplorative e quant’altro (pagg. 67 – 87). Chiudono la rivista otto pagine dedicate alla memoria di Carlo Finocchiaro, di cui, nel luglio 2003, ricorreva il ventennale della scomparsa. (MK)

Alpi Giulie

La Società Alpina delle Giulie, sezione di Trieste del CAI, ha stampato il volume 98/2 anno 2004 della propria rivista. Oltre che nella relazione sullo stato della SAG, tenuta dal segretario Angelo Zorn, in cui vengono illustrate, tra le altre, le attività del 2003 della Commissione Grotte “E. Boegan” e del Gruppo Cavità Artificiali, due sono i contributi per quanto riguarda la speleologia, in particolare quella storica. In “Adolf Schmidl, l’Abate Richard, Pietro Kandler”, di Fabio Forti, (pp. 57 – 74) vengono ricordate le figure dei tre personaggi che furono, diversamente tra di loro, gli anticipatori delle ricerche idrologiche sul Carso alle spalle della città di Trieste. Giuseppe Brancale, con l’articolo “La leggenda delle porte di ferro e la Valle di Guardiella (Trieste)” (pp. 75 – 80), cerca di fare un po’ di luce sulle voci popolari che collocherebbero in questa parte di Trieste un punto di fuoriuscita delle acque sotterranee del Carso. Ad avvalorare queste voci vengono riportati degli interessanti indizi raccolti attraverso ricerche storiche. L’articolo risulta di estrema attualità alla luce delle recenti scoperte in quel di Padriciano; infatti l’autore conclude così il suo articolo: “Andrebbero per altro riprese in debita considerazione le conclusioni alle quali era giunto Carlo Morelli [nel 1954 n.d.r.] a seguito di una estesa operazione di rilevamento gravimetrico nelle vicinanze di Trieste, stando alle quali la zona prossima al ciglione carsico tra Banne e Padriciano presenterebbe grandi cavità non ancora individuate dalla ricerca speleologica”. (GB)

Leggende, dicerie, miti e misteri del Carso

Il Gruppo Speleologico Flondar ha pubblicato questo libretto, con il finanziamento del Comune di Duino-Aurisina, che ne ha curato anche la traduzione in sloveno. Destinato ad essere distribuito nelle scuole elementari di tutto l’altopiano, esso è illustrato con i disegni degli alunni della Scuola “Dante Alighieri” di Duino, ispirati da una precedente conversazione sul fascinoso tema dei tesori nascosti. Ai racconti di pura fantasia si alternano fatti realmente accaduti ed in entrambi i casi è quasi sempre presente il mondo sotterraneo, essendo le grotte l’ambiente di elezione per questo tipo di ricerche, raramente fortunate. È significativo che la più bella leggenda – quella del mitico eroe Fioravante e della Grotta Teresiana – sia stata raccolta nel 1925 da Rodolfo Battelini, forse l’unico speleologo ad avere dialogato in quei tempi con la scontrosa gente del Carso. Nelle 34 pagine si è ritenuto di parlare anche di alcuni misteri tuttora irrisolti, come quello delle “coppelle”, conchette di varia forma incise nella roccia in epoche indatabili, presenti in vari paesi d’Europa ed anche qui da noi, dove però non sono da confondere con le vaschette scavate dai pastori per raccogliere l’acqua piovana. Se ne ricava la conclusione, abbastanza ovvia, secondo la quale frequentare il Carso per cercare solo grotte è riduttivo e poco intelligente. (DM)

Natura nascosta

Il numero 29 del notiziario di paleontologia, geologia e speleologia del Gruppo Speleologico Monfalconese “Amici del Fante” non contiene alcun riferimento o articolo inerente la speleologia. È possibile però rinvenire un articolo storico sulla Prima Guerra Mondiale e più precisamente sulla 23a Divisione Italiana, a seguito di lavori di ricerca della Sezione Cavità Artificiali del gruppo stesso. (GB)

Notiziario del Parco

Sul n. 20 del notiziario dell’Ente Parco Naturale Prealpi Giulie compare alle pagine 4-5 un articolo di Franco Gherlizza dal titolo “Primo campo speleologico alla Casera Canin”. In esso viene descritta l’attività svolta dai soci del CAT nell’alta Val Resia (UD), alle pendici del Monte Canin, nel corso di un campo estivo, nel corso del quale sono state scoperte e rilevate sei cavità di modesto sviluppo. (GB)

Speleologia

È in spedizione ai soci la rivista semestrale della Società Speleologica Italiana, giunta oramai al n. 50. Pur non trovando alcun articolo ad ampio respiro, varie sono le notizie e i riferimenti alla speleologia e agli speleologi della nostra Regione. Infatti già nella rubrica “Tempi solcati” è possibile leggere della progettata pista di collegamento nel comprensorio sciistico di Sella Nevea (UD) che ostruirebbe diverse cavità ed abissi (pag. 7), del Progetto “Grotte senza confini” organizzato dal Gruppo Speleologico Carnico “M. Gortani” CAI Tolmezzo in Bosnia (pag. 11) e del Simposio Internazionale sullo pseudocarsismo tenutosi in Slovacchia, a firma di Marco Meneghini (pag. 12 – 13). Nella rubrica “Verso il fondo” è possibile trovare numerose attinenze con grotte del FVG, tra gli interventi del CNSAS nel 2003, mentre per quanto riguarda le “Notizie italiane”, sono da segnalare “Barcis: una grotta per la SSI?” (pag. 81), “Nella Tana del Serpente di Stolvizza” (pag. 82) e “Il fenomeno carsico termale del Monte Kronio, esiste ancora qualche piccolo dubbio”, a firma di Giulio Perotti (pag. 84 – 85); tra le recensioni, alle pagine 90 – 91 troviamo Progressione 48 e Progressione 49, e alle pagine 92 – 93 il libro Valorizzazione delle opere di guerra del Monte Ermada, settore del Monte Cocco. (GB)