Varie
Soccorso speleologico
È stato stampato il pieghevole relativo al 2005 con i recapiti dei responsabili e dei tecnici della 2ª Zona Soccorso Speleologico Friuli-Venezia Giulia. L’indirizzo della centrale operativa corrisponde sempre a via Padriciano 60 (TS) con numero di telefono 040 226695, e-mail cnsassecondazona@libero.it. Il recapito postale è sempre casella postale 931 - 34100 Trieste centrale. L’organigramma per il 2005 risulta essere composto dal delegato e dal vice delegato (anche quest’anno Spartaco Savio e Paolo Sussan), dal medico (Umberto Tognolli), dal direttore e vicedirettore della scuola regionale (Marco Petri e Paolo Manca) e dai responsabili di stazione e tecnici. Per questi ultimi si è passati dalle 42 unità del 2004 (27 TS, 8 PN, 2 GO, 5 UD) alle attuali 55 unità (28 TS, 15 PN, 5 GO, 7 UD), con 15 nuove entrate e due sole uscite; un segnale decisamente positivo di rinnovo della struttura. (MK) L’Abisso di Vigant apre al pubblico
Come già preannunciato su La Gazzetta n. 72 (novembre 2002), hanno preso avvio i lavori per consentire l’accesso in sicurezza all’Abisso di Vigant. La cavità infatti costituisce un bene ambientale di pregio su cui l’amministrazione comunale di Nimis (UD) vuole puntare per il rilancio turistico del territorio. Il “Progetto Vigant” nasce diversi anni fa, ma è stato avviato solo di recente grazie alla concessione di un contributo di circa 100 mila euro ottenuto nell’ambito del programma comunitario Interreg III. La somma ha consentito di realizzare un sentiero di accesso nel bosco e di ricavare un passaggio sicuro nella prima parte della grotta. Il sentiero per la cavità, che si stacca dalla fontana pubblica di Borgo Vigant, è stato realizzato con larghi gradini in pietra ed è protetto da una palizzata in legno. Il secondo tratto porta dritto al suggestivo grande portale che costituisce l’ingresso dell’abisso. Qui è in fase di costruzione un passaggio in cemento che sarà ricoperto con pietra bianca, per limitare l’impatto ambientale. Non è prevista la posa di sistemi di illuminazione elettrica Al termine del cantiere, sarà dunque possibile penetrare nella cavità per alcuni metri e guardare da vicino gli effetti erosivi dell’acqua sulla roccia. (da Il Gazzettino On Line del 15 marzo) (MK) Speleologia urbana, catasto, turismo, contributi e altro
Leggiamo su Il Gazzettino On Line del 25 marzo un articolo che parla della valorizzazione dei sotterranei della Regione, toccando alcuni punti decisamente interessanti. Lo riportiamo integralmente perché ognuno possa trarre le proprie conclusioni. (MK) « Udine “venderà” le sue segrete ai turisti che, in un prossimo futuro, dopo la visita standard alle bellezze in superficie, potrebbero calarsi nel “ventre” della capital dal Friul, mappato a dovere, percorrendo gli anfratti e i cunicoli che dal castello portano sotto le case di via Manin e in piazza Primo Maggio, come facevano i nostri avi nei momenti di pericolo. Un’esperienza da brivido che pochi visitatori avventurosi vorrebbero farsi mancare. Per ora, è un progetto ancora sulla carta, ma ha tutti i numeri per colpire nel segno. Gli speleologi dell’ARCA (Associazione Ricerca Cavità Artificiali del Friuli-Venezia Giulia) hanno già ottenuto dall’Assessorato al Turismo della Regione il finanziamento per presentare il “Progetto segrete” ad Atene, il prossimo agosto, al convegno mondiale della speleologia, con uno stand ad hoc. L’idea, che, nelle intenzioni, dovrebbe svelare, per la gioia dei turisti, tutte le “segrete” nascoste sotto i castelli della regione, è partita da una geniale intuizione di Alessandro De Santis, 37 anni, invetriatore udinese, con una passione per la speleologia nata 12 anni fa e cresciuta assieme agli amici del Gruppo Forum Iulii Speleo di Cividale e, oggi, anche assieme all’ARCA. “I cunicoli sotto il castello di Udine li ho scoperti da ragazzino, intorno ai 14 anni. – spiega De Santis – Quell’estate lavoravo con un’impresa che stava ristrutturando il castello. Nell’ora di pranzo, invece di andare a mangiare, prendevo la torcia e andavo a esplorare le segrete. Ho visto cose incredibili e sono rimasto affascinato. Passando da porticine grandi come la cuccia di un cane, si arrivava a stanzoni da otto metri per otto con la volta in mattoni. Purtroppo avevano già chiuso qualche cunicolo. Io sono riuscito a percorrere solo la parte agibile dei cunicoli, non ho fatto la traversata completa: ricordo ancora le scritte settecentesche trovate sui muri. Ma di cunicoli ce ne sono anche altri: mi mangerei le mani per non aver indagato meglio sulle condutture sotterranee che sono venute alla luce durante i lavori in piazza San Giacomo”. Dopo il battesimo internazionale ad Atene, gli speleologi dell’Arca puntano ad avviare il progetto con la prima fase indispensabile: la mappatura. “Intendiamo fare un vero e proprio “archivio” e censimento delle cavità artificiali. Esplorando i cunicoli, realizzeremmo dei disegni in scala che poi sarebbero inseriti in un database che diventerebbe materiale di divulgazione dell’ARCA”. Da questo primo passo, il secondo viene quasi da sè. “In Friuli è pieno di castelli, da Cividale a Tarcento, da Faedis a Campeglio. Sarebbe interessante pubblicizzare queste zone – pensiamo ad Attimis dove hanno creato il museo archeologico medievale – creando un’attrattiva turistica diversa dal solito. Una volta rilevate le cavità e i cunicoli, vorremmo organizzare delle visite guidate, come già fanno in molte altre città d’Italia: da Orvieto a Milano, a molti centri dell’Italia centrale. Anche a Trieste è possibile visitare la Kleine Berlin, la sede del comando SS sotto via Fabio Severo, che è già stata mappata dall’ARCA”. Ma manca un unico, non insignificante, dettaglio. L’ok del Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli, presieduto da Marzio Strassoldo. “Per ora non abbiamo potuto iniziare i rilievi, perché ci manca il via libera del Consorzio. Non chiediamo soldi, chiediamo solo di poter entrare nelle segrete dei castelli friulani.” » |