In questo inghiottitoio situato vicino alla zona di Pradis (Prealpi Carniche), nel corso dell’inverno passato, sono state gettate da ignoti grosse quantità di rami ed arbusti, che ne avevano quasi occluso l’ingresso. Ad oggi la situazione sembra ritornata alla normalità, ma non si esclude che lungo la serie di pozzi iniziali possano esserci dei rami incastrati fra le pareti. (GC)
Sabato 25 giugno, presso il Museo della Grotta di Pradis (PN), è stato illustrato il programma di scavi archeologici previsti in zona per l’estate. Marco Peressini, ricercatore al Dipartimento delle Risorse Naturali e Culturali dell’Università di Ferrara, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato ad accettare l’invito, da parte dell’amministrazione comunale di Clauzetto e del Comitato culturale di Pradis, ad organizzare questo laboratorio di ricerca archeologica. La campagna di scavi si prefigge di esplorare un giacimento di recente scoperta, la Grotta del Clusantin, che si presume fornirà il maggior numero possibile di informazioni sulla funzione e l’organizzazione dello spazio domestico nel Paleolitico. La grotta rappresenta infatti un raro esempio di insediamento intatto, non ancora sconvolto da indagini archeologiche. Risale appena al 2002 il primo sondaggio, grazie al quale gli archeologi hanno potuto rendersi conto dell’esistenza di un accampamento risalente a 14 mila anni fa. Selci scheggiate, punte di pietra utilizzate per le frecce, strumenti impiegati nella lavorazione della pelle, resti ossei animali e carboni, sono tutti elementi che testimoniano la presenza di un gruppo umano che raggiunse questi luoghi durante la stagione estiva. La collaborazione con le istituzioni coinvolte e con il locale Museo della Grotta porterà ad un riallestimento del percorso espositivo e alla produzione di elementi di fruizione per la valorizzazione culturale. Gli scavi prevedono la partecipazione di operatori archeologici professionisti, studenti universitari, appassionati e volontari locali. Vari sondaggi saranno effettuati nei depositi sottostanti al fine di verificare la presenza di altri eventuali livelli di frequentazione umana. Durante l’incontro il dottor Marco Peressini ha anche sottolineato l’esistenza di un altro importante giacimento preistorico sull’altopiano, abitato dall’uomo di Neandertal attorno a 38 mila anni fa. (da Il Gazzettino On Line del 25 giugno e dell’1 luglio) (MK)