La saga era iniziata con l’articolo “Minacciato l’Abisso Fonda!” pubblicato sul numero 95 – ottobre 2004 de La Gazzetta; era poi continuata sul numero 97 – dicembre 2004 con “Novità da Sella Nevea” possiamo adesso continuare da dove vi avevamo lasciati a proposito della nuova pista da realizzarsi nel comprensorio sciistico di Sella Nevea e più precisamente tra l’arrivo della funivia e il Rifugio Gilberti. Il sopralluogo che la Promotur (committente del lavoro) aveva programmato con gli speleologi non è mai avvenuto e anzi i lavori per la realizzazione della pista larga 25 metri, che avrebbe comportato la distruzione di tre grotte e lo spianamento dei campi solcati, erano iniziati con l’ausilio di esplosivi. È stato grazie al tempestivo intervento di Andrea Mocchiutti, il quale gode dell’appoggio della Federazione Speleologica Regionale e della Società Speleologica Italiana, che la situazione si è trasformata da drammatica in accettabile facendo sì che la larghezza della pista diventasse di 15 metri. La stessa ditta incaricata dell’esecuzione dell’opera, ha sollevato qualche perplessità sospendendo i lavori in attesa di una verifica del progetto. La notizia è stata riportata da Il Gazzettino del 13 luglio. (MB)
Apprendiamo da Il Gazzettino On Line del 26 luglio che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha espresso parere negativo al progetto e al SIA (Studio di impatto ambientale) per quanto riguarda la tratta ferroviaria Ronchi-Trieste del Corridoio 5. Il parere, che era stato espresso il 18 aprile e trasmesso alla Regione Friuli-Venezia Giulia il 13 giugno, non è vincolante per la bocciatura del progetto, al quale la Regione aveva dato parere favorevole, ma complica un po’ le cose alla luce di un altro parere negativo molto autorevole: quello del Ministero dell’Ambiente del quale non si ha ancora l’ufficialità nonostante sia stato espresso in marzo. Una delle motivazioni che ha spinto al no il Ministero per i Beni culturali, è la particolare morfologia del Carso e la presenza delle circa 3000 grotte conosciute, senza calcolare quelle che ancora non sono state scoperte o censite. Per le due gallerie che interesseranno il territorio carsico, il Ministero consiglia: “una tutela estesa alla totalità del fenomeno in relazione alla presenza di falde e corsi d’acqua sotterranei e per la perdita di cavità carsiche che sicuramente verranno intercettate dal tracciato sotterraneo”. Le riserve espresse dal Ministero, interessano anche lo smaltimento del materiale scavato che, con i circa 4 milioni di metri cubi previsti, pregiudicherebbe il paesaggio del Carso. Tutte queste, e molte altre, sono considerazioni che erano già state sollevate, entro i termini previsti dalla legge, sia dalla Società Speleologica Italiana che dalla Federazione Speleologica Regionale del FVG. Non resta che continuare a spiegare il perché dei pareri negativi delle associazioni speleologiche e sperare che queste autorevoli opinioni continuino a essere condivise da altrettanto autorevoli Ministeri. (MB)