Varie
Salvato un cane caduto in grotta
Un cane caduto in una grotta di Banne, sul Carso triestino, è stato recuperato dai Vigili del Fuoco con una complessa operazione di salvataggio. La bestiola, un pastore belga sfuggito al controllo dei padroni, era finita a una profondità di una decina di metri nella Grotta I a Nord di Banne (4029 VG). Solo grazie alla consultazione delle mappe del Catasto delle Grotte, i proprietari dell’animale sono riusciti a identificare e a indicare ai soccorritori il punto esatto dell’incidente. Servendosi di tecniche speleo-alpinistiche è intervenuta la squadra dei Vigili del Fuoco che è riuscita a recuperare il cane, spaventato e senza cibo, e a riconsegnarlo ai padroni due giorni dopo l’incidente. (da Il Piccolo del 14 giugno 2005) (GB)
“Dentro le foibe jugoslave, in segreto”
È intitolato così l’articolo a firma di Pietro Spirito apparso sulle pagine di “Cultura e Spettacolo” de Il Piccolo di venerdì 22 luglio. Viene riportata la testimonianza del cuneese Mario Maffi che nell’ottobre del 1957, grazie alla sua esperienza di speleologo, viene convocato per una missione volontaria coperta dal più assoluto segreto militare. Maffi accetta e viene condotto a Monfalcone dove, assistito dagli speleo del gruppo grotte locale, viene calato nella Foiba di Monrupino (Abisso presso Villa Opicina, 149 VG). Il giorno successivo, con l’ausilio della Commissione Grotte “E. Boegan” di Trieste, scende nella Foiba di Basovizza. Le due discese servono per constatare, sul fondo delle due foibe, la presenza di resti umani. Ma, continua l’articolo, la vera missione doveva ancora cominciare: in assoluto segreto e per quattro notti consecutive viene portato in altrettante foibe poste oltre il confine e nelle quali si cala da solo con l’ausilio di due spezzoni di scala da 10 metri l’uno. Nelle quattro incursioni notturne, Maffi scatta foto nelle quali compaiono i miseri resti di militari e di civili. Ancora oggi lo speleologo cuneese non è in grado di dire in quali foibe sia stato costretto a calarsi e neppure il perché di quella missione della quale non ha più saputo nulla. (MB)
Il Sole-24 Ore
Il quotidiano di economia, nella rubrica “Cultura e tempo libero” del suo inserto riservato al Nordest, ha dedicato il 6 luglio scorso una mezza pagina alla speleologia del Triveneto. Come al solito quando un giornalista scrive di cose che non conosce, sorgono subito gli “strafalcioni” ed ecco che gli speleologi diventano dei “professionisti” (affermazione avvallata da Bronzetti – Trentino Alto Adige – che dichiara che: “le visite in grotta hanno un prezzo molto variabile”) in grado di risolvere questioni “ideologiche” e che si addentrano nel “Complesso del Timavo” o nelle grotte del Canin che “superano i 500 metri di profondità”. Per la nostra regione è stato intervistato il presidente della Federazione Speleologica Regionale Gianni Benedetti: ne è risultato un quadro abbastanza veritiero della situazione del Friuli-Venezia Giulia con una indicazione numerica delle cavità presenti nel territorio comprese quelle turistiche e un minimo accenno alla storia della speleologia regionale. (MB)
Elezioni SSI
È stato recapitato nelle ultime settimane, ai soci della Società Speleologica Italiana, tutto il materiale per le votazioni del Consiglio Direttivo che resterà in carica durante il triennio 2006-2008. Anche per questo mandato, molto nutrita è la squadra di candidati provenienti dalla nostra Regione. Tra i consiglieri possiamo trovare: Enrico Fratnik e Mila Bottegal, rispettivamente responsabile delle assicurazioni e segretaria uscenti, a essi si aggiungono Gianpaolo Fornasier e Mauro Kraus. Tra i Revisori dei conti si ricandida Giorgio Fornasier e come Proboviro troviamo la nuova candidatura di Gianni Benedetti. A tutti auguriamo un “in bocca al lupo”. (MB)
Centro visite della Grotta Gigante
Ne Il Piccolo del 22 luglio, leggiamo che potrebbe essere pronta entro fine anno la ristrutturata area dedicata ai visitatori della grotta turistica del Carso triestino. Costato oltre 1 milione di €, il nuovo complesso presenterà una volumetria totale di circa 2.000 metri cubi comprendente l’area di ingresso, una sala d’attesa e il museo. Le costruzioni saranno di pietra a vista e di vetro per adattarsi meglio all’ambiente circostante. I lavori sono stati coperti grazie al contributo della Regione, a un finanziamento di 50.000,00 € della Camera di Commercio e a 136.000,00 € del Fondo Trieste. (MB)
Premiati due speleo
Si tratta di Giorgio e Gianpaolo Fornasier che in occasione del 123° Convegno veneto-friulano-giuliano del CAI tenutosi a Vicenza il 20 marzo, hanno ricevuto una targa per il lavoro speleologico svolto in tanti anni di attività. Della notizia si era già a conoscenza ma non ne era mai stato dato annuncio in quanto i diretti interessati, timidamente, non avevano mai reso pubblica la cosa. Lo apprendiamo ufficialmente, anche se in modo troppo sintetico, dalle pagine di Le Alpi Venete nella rubrica finale “Notiziario”, in un trafiletto dal titolo “Vicenza: 123° Convegno VFG”. Ci uniamo pubblicamente ai complimenti e alle felicitazioni ai due fratelli Fornasier. (MB)
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