Speleologia urbana
Catasto Cavità Artificiali del Friuli-Venezia Giulia

Resoconto attività anno 2004. Dopo le sole 16 cavità presentate al Catasto CA del Friuli-Venezia Giulia nell’anno 2003, nel corso del 2004 si è potuto assistere ad una sostanziale inversione di tendenza. Superato un momento un po’ “delicato” a causa di un panorama regionale non molto chiaro, è ripresa la collaborazione del Catasto con vari gruppi ed associazioni locali.

Complessivamente sono state consegnate le seguenti schede:

  • 25 cavità da parte del Gruppo Speleologico Pradis - Clauzetto (PN), con ricerche sulle cavità militari nelle province di Udine e Pordenone;
  • 24 cavità da parte del Club Alpinistico Triestino, Sezione di ricerche e studi su cavità artificiali - Trieste, con ricerche sulle cavità militari della 1ª guerra mondiale in provincia di Udine;
  • 4 cavità da parte della Sezione Speleologica A.S. Grmada - Malchina (TS), con ricerche sulle cavità militari della 1ª guerra mondiale sul Carso Triestino;
  • 18 cavità da parte del Centro Ricerche Carsiche “Carlo Seppenhofer” - Gorizia, con ricerche sulle cavità militari della provincia di Gorizia;
  • 12 cavità da parte della Società Alpina delle Giulie, CAI - Trieste, con ricerche sulle cavità militari della provincia di Udine, meno una in provincia di Gorizia;
  • 2 cavità da parte della Società Adriatica di Speleologia, Sezione di Speleologia Urbana - Trieste, con ricerche nella provincia di Trieste, su una cavità militare ed una di servizio minerario.

In totale, quindi, 6 gruppi speleologici, che hanno consegnato le schede catastali di 85 cavità artificiali, distribuite nelle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste, di cui 84 cavità di origine militare (98,8%) ed una di origine mineraria (1,2%).

Il Catasto CA del FVG è costituito oggi dalle schede di 830 cavità, di cui 22 (2,7%) in provincia di Pordenone, 191 (23%) in provincia di Udine, 259 (31,2%) in provincia di Gorizia e 357 (43,1%) in provincia di Trieste.

Per quanto riguarda la situazione complessiva, sono stati fatti alcuni passi avanti con l’Associazione Regionale Cavità Artificiali (ARCA), cercando di instaurare un franco rapporto che definisse chiaramente quali siano i ruoli ed i compiti dei singoli soggetti a livello locale, ma, dopo alcune fasi interlocutorie positive, sono rimasti ancora da chiarire alcuni punti, ovvero quanto l’ARCA venga a sovrapporsi al catasto nell’opera di schedatura e di raccolta dati sulle CA. Si approfondiranno questi temi con ulteriori contatti.

Relativamente alla ricerca ed all’esplorazione delle cavità artificiali, si può dire che nel Friuli-Venezia Giulia si sta procedendo con buoni risultati e numerosi sono i gruppi speleologici impegnati in tale attività. Proficui sono poi i contatti fra questi gruppi e vari Enti interessati (Comuni, Soprintendenza ed Amministrazioni varie).

Il curatore del Catasto CA-FVG SSI
Paolo Guglia

Sorprese sotterranee a San Mauro

Un’altra interessante scoperta a San Mauro (GO) ha visto protagonisti gli speleo del CRC “C. Seppenhofer”. Grazie alla collaborazione del Consiglio di Quartiere e della Parrocchia di San Mauro, e del Centro Ricerche Archeologiche e Storiche nel Goriziano, è stata riscoperta una galleria militare, di probabile origine italiana, presso la casa canonica di San Mauro. La cavità si trova in precarie condizioni di conservazione, a causa di numerosi franamenti che ne hanno occluso quasi del tutto gli ingressi e che rendono la percorrenza dei vani interni alquanto pericolosa. La forma originaria dell’ipogeo è comunque ben individuabile: una cinquantina i metri di sviluppo totale, con un andamento ad “U” tipico dei ricoveri truppe e materiali. Nulla a che vedere con le postazioni per l’artiglieria o con gli osservatori che si incontrano più a monte; resta però un velo di incertezza sulla sua origine temporale, non essendo ricollegabile direttamente ad altri ipogei immediatamente limitrofi e non essendo stato trovato sinora alcun riferimento diretto nei testi.

A corollario di questa già nutrita attività, il CRC ha documentato l’esistenza di due opere idrauliche sotterranee meritevoli della massima attenzione e valorizzazione: un pozzo idraulico profondo sei metri presso la canonica ed un’interessante presa d’acqua in muro di pietra a secco, riportante la data 1900, lungo la strada che conduce al cimitero. La presenza di antiche opere di presa idrica a San Mauro è diffusissima ed una loro puntuale conoscenza sarebbe di grande utilità per la salvaguardia del territorio e della memoria storica del luogo. Nel frattempo, le nuove cavità artificiali sono state rilevate e schedate presso il Catasto delle Cavità Artificiali del Friuli-Venezia Giulia della Società Speleologica Italiana. (MM)