Le ricerche nel nuovo ramo della Grotta Gigante hanno prodotto risultati di un certo interesse. In dicembre, dopo aver forzato la strettoia che in precedenza li aveva fermati alla base di un pozzo di una dozzina di metri (vedi La Gazzetta n. 108), gli uomini della Commissione sono entrati in un ampio pozzo profondo una quarantina di metri. Sia la parte terminale del P12 che quello successivo sono caratterizzati dalla presenza di abbondante stillicidio, che in qualche punto si raccoglie a formare cascatelle che rendono poco gradevole l’esplorazione. L’acqua poi si perde nelle fessure del fondo, che si presenta notevolmente eroso e privo di prosecuzioni visibili. L’aria, che aveva sinora indicato la via da seguire ai grottisti impegnati negli scavi, è stata quindi nuovamente trovata alcuni metri sotto l’imbocco del pozzo finale; l’attenzione degli esploratori si è pertanto spostata dal fondo – posto a circa 210 metri dalla superficie – ad un passaggio sito una quarantina di metri più in alto. (PG)