Pubblicazioni edite
Il Friuli Venezia Giulia enciclopedia tematica
È questo il titolo di un’enciclopedia dedicata al territorio della nostra regione e in distribuzione, a richiesta, con i quotidiani Il Piccolo e Messaggero Veneto. Edita dal Touring Club Italiano, si compone di 12 volumi tra i quali 3, in particolare modo, possono interessare il nostro mondo speleologico. Il volume 2 è dedicato alla storia del Friuli-Venezia Giulia e un capitolo ricorda l’incubo delle foibe nelle quali venivano gettati civili e soldati di nazionalità italiana subito dopo l’entrata in Istria dell’esercito iugoslavo. Tra le pagine del volume anche un elenco di foibe in territorio italiano e sloveno con il penoso conto delle persone infoibate. Il volume 10 è dedicato alla cartografia della regione che viene suddivisa in 10 diverse sezioni; quelle che interessano la speleologia sono: “la fisiografia” dove viene rappresentata la Regione in scala 1:200.000 suddivisa nei suoi spazi naturali indicandone i tratti morfologici; “i beni culturali” con la rappresentazione in scala 1:50.000 dei beni di natura geologica e di interesse archeologico tra i quali trovano posto anche le cavità, nonché le aree ad alta densità di grotte. Peccato che la distribuzione delle singole grotte e delle aree carsiche sia abbastanza arbitraria e arrivi a tenere conto di cavità ostruite o non più esistenti a discapito di grotte importanti la cui presenza non risulta segnalata. Infine l’11° volume, dedicato alla flora, alla fauna e al territorio, comprende un capitolo dal titolo “Terra di speleologia” nel quale, dopo una breve e sommaria introduzione, trovano spazio le descrizioni delle quattro grotte turistiche della regione con una carta contenente le ubicazioni delle cavità, nella quale le Grotte Verdi di Pradis trovano la loro – improbabile quanto errata – collocazione tra Tolmezzo e Chiusaforte (sic!). A fine capitolo, un box viene dedicato all’Orso delle caverne. Altri accenni alla speleologia si trovano anche in altri capitoli: vengono infatti ricordati gli Abissi Gortani e Boegan all’interno del Parco delle Prealpi Giulie; le risorgive del territorio regionale; il fenomeno del carsismo con la descrizione dei luoghi più interessanti del Carso triestino; un box dedicato agli abitanti delle caverne all’interno del capitolo sulla flora e fauna. In sintesi i tre volumi non ci sono sembrati totalmente corretti e curati dal punto di vista speleologico che è quello che, a noi, salta subito all’occhio. Non per niente tra la bibliografia, le fonti informative e i ringraziamenti non abbiamo letto nomi o associazioni o enti che avrebbero potuto rendere più preciso un lavoro la cui collocazione nelle biblioteche domestiche ha comunque un posto di prestigio. (MB)
Alpinismo triestino
Sul numero 94, Anno 17, marzo-aprile 2006 del bimestrale della sezione XXX Ottobre del CAI di Trieste, possiamo leggere la relazione di attività relativa al 2005 del Gruppo Grotte e della Scuola di speleologia “Cesare Prez”. Il presidente Paolo Rucavina descrive l’attività di esplorazione e ricerca di nuove cavità effettuate nel Carso triestino, nella zona del Monte Canin e nel pordenonese. Il resto della relazione viene suddiviso in divulgazione – con la partecipazione alla Giornata Nazionale della Speleologia organizzata dalla Società Speleologica Italiana e la continua raccolta di immagini ed elaborazione di video e audio atti alla divulgazione –, didattica – con le attività svolte dalla scuola – e attività scientifica. Altro interessante accenno alla speleologia lo si trova nella relazione del Gruppo Ricerche di Paleontologia Umana nella quale viene riportata la notizia del rinvenimento e successivo rilievo di una cavità (Grotta Vergine – 5355 VG) nella quale sono stati successivamente trovati resti di ceramiche medievali e due oggetti in bronzo. (MB)
Mondo Ipogeo
Sul numero 104 del luglio 2005 de La Gazzetta, avevamo riportato, tra le “Varie”, un articolo de Il Piccolo incentrato sulla testimonianza dello speleologo cuneese Mario Maffi mandato in missione in alcune foibe del nostro territorio. Lo stesso Maffi firma l’articolo “Una missione speciale” che possiamo leggere sul numero 16-2005 della rivista Mondo Ipogeo edita dal Gruppo Speleologico Alpi Marittime di Cuneo. Il Maffi, nel suo articolo, riporta la cronaca di quanto già parzialmente scritto sul quotidiano triestino. La missione, iniziata con la discesa della Foiba di Monrupino (Abisso presso Villa Opicina – 149 VG) è continuata con la calata, il giorno successivo, nella Foiba di Basovizza e ha avuto la collaborazione del Gruppo Speleologico di Monfalcone, il primo giorno, e del gruppo dell’Alpina delle Giulie, il giorno dopo. Lo speleologo cuneese ha continuato da solo e in gran segreto l’incarico con la discesa di altre 4 foibe tutte poste oltre la linea di confine. La missione ha dovuto essere interrotta a causa di un articolo uscito su di un quotidiano; le notizie avrebbero infatti potuto compromettere la sicurezza del Maffi. La missione, della quale l’autore non ha più saputo nulla, aveva lo scopo di documentare fotograficamente i tragici avvenimenti bellici e post bellici. (MB)
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