Ad allungare la tristemente lunga lista di coloro che vogliamo ricordare ci ha pensato anche il caro Ennio. Classe 1929, era entrato giovanissimo nell’ambiente speleologico frequentando il Club Alpinistico Triestino dell’immediato dopoguerra e partecipando alle varie imprese del gruppo culminate nel 1953 nel raggiungimento del fondo della Grotta Guglielmo in Lombardia, soprannominata allora “La Terribile”. Seguì la scissione della sezione speleologica della società che diede vita all’attuale Gruppo Grotte “Carlo Debeljak”, segnando di lì a poco la fine del CAT. Gherlizza non seguì la strada degli altri grottisti, ma fu proprio lui, una quindicina di anni più tardi, a ridare vita al Club Alpinistico Triestino rifondandolo dal nulla a seguito delle sollecitazioni del figlio Franco. Nei seguenti 35 anni di vita del gruppo, pur non praticando ormai più un’attività speleologica vera e propria, è sempre stato presente alle uscite sociali, non mancando di farsi carico della gestione della società, a costo di rimetterci di persona. Anche negli ultimi due anni, ormai minato nel fisico e provato dai lutti familiari, non ha mancato di prestare il proprio aiuto, occupandosi pazientemente del generatore in funzione all’esterno della grotta, ai giovani impegnati nella riesplorazione di quell’Abisso dei Morti che lo aveva visto protagonista da giovane. Esperto calligrafo e paziente disegnatore, ha lasciato in silenzio la sua firma discreta su un’infinità di disegni e rilievi che hanno impreziosito le numerose pubblicazioni sfornate dal gruppo, e non solo. (MK)