L’opinione dello speleo
 

Come prevedibile, l’opinione di Mario Gherbaz da noi pubblicata sullo scorso numero ha scatenato tutta una serie di reazioni, dovute anche alla sua anticipazione a mezzo mail inviata dallo stesso autore ai vari gruppi regionali. Tra le varie repliche pervenute, riportiamo solo quella di Costantino Bottoli, in quanto referente della Commissione Catasto della nostra Federazione. Riteniamo che la sua esauriente e moderata risposta possa porre termine a questa querelle.

Caro Mario,
tutti i tuoi ragionamenti riguardo alle vicende del Catasto ruotano intorno alla teoria del complotto: ossia un esiguo numero di persone che, approfittando della buona fede dei Gruppi, vuole appropriarsi del Catasto Grotte e soprattutto dei relativi contributi.

Le obiezioni e le spiegazioni che ti sono giunte via e-mail da persone di vari Gruppi non ti hanno fatto cambiare idea: ti è stato parlato dei problemi tecnici, ma per te sono solo una “pretestuosità per mascherare lo scopo finale”; ti è stato detto che tutte le decisioni sono state prese dai Gruppi quasi all’unanimità, ma per te è solo la riprova che si sono fatti “menar per il naso” dai cospiratori.

Tali sono le tue certezze che ti senti addirittura di “mettere ordine e chiarire le idee ai Gruppi che forse (poveri ingenui!) non sanno ancora come stiano le cose”!

È evidente che le tue fonti di informazione non solo sono di parte, ma anche di “seconda mano” ed arricchite con una buona dose di malafede. A ciò si aggiunge che non hai conoscenza diretta dei fatti di questi ultimi anni riguardo al Catasto: non hai mai partecipato ad una assemblea sull’argomento, né ad un incontro tecnico. Per gli stessi motivi, sai ben poco anche della Federazione Regionale, dei suoi obiettivi, dei suoi responsabili. Sai ben poco anche del piano di riparto dei contributi: non sei mai stato nel Comitato per il riparto, né hai mai partecipato alle sue riunioni.

Ciò nonostante spari a zero su tutto e su tutti, ipotizzi le intenzioni più maligne, vedi i complotti più fantasiosi e, dulcis in fundo, hai la ricetta risolutiva per ogni problema!

Cosa ti posso dire, davanti a tanta scienza...

Ma siccome ti avevo promesso una risposta, cercherò di fornirti un’altra visione dei fatti, che sarà anch’essa di parte, ma perlomeno è “di prima mano”.

La tua lettera è per buona parte dedicata a rievocare i meriti della SAG-CGEB. Nessuno li ha mai messi in discussione. Prova ne sia che per quarant’anni gli speleologi si sono fidati ciecamente di queste società per la gestione dei dati, frutto del loro lavoro, e dei relativi contributi regionali che, stando a quanto scrivi, sarebbero così appetibili da scatenare la cupidigia della FSR. Infatti, tale è la fame di soldi della FSR che da due anni non fa neanche richiesta di contributo regionale, preferendo arrangiarsi con le quote versate dai Gruppi! Inoltre, non mi risulta che tra i responsabili della FSR ci siano persone così bisognose di denaro, né persone che, per motivi di lavoro o altro, possano trarre vantaggi dal controllo del Catasto...

Ma torniamo ai fatti, anzi al preciso fatto (venuto alla luce in un’assemblea dei primi mesi del 2005) che, dopo quarant’anni, la fiducia della gran parte degli speleologi verso la gestione del Catasto era venuta meno.

Perché? Per come? Come sempre in questi casi, le motivazioni tecniche, oggettive (le inefficienze, i ritardi, il programma inadeguato, il disinteresse generale), si aggrovigliano con quelle umane (la mancanza di dialogo, il mancato coinvolgimento, comportamenti poco riguardosi, le antipatie e quant’altri motivi più o meno nobili).

D’altra parte la fiducia è qualcosa di più simile ad un sentimento che non ad un bilancio...

Comunque, se non c’è fiducia, gli speleologi non collaborano, e senza la loro collaborazione il Catasto va allo sfascio, perché – su questo sono tutti d’accordo – il Catasto non è il museo dei rilievi storici, ma un servizio la cui utilità va di pari passo con la sua vitalità ed il suo stato di aggiornamento.

Cosa fanno a questo punto quei rivoluzionari della FSR? Ecco il piano diabolico! Costituiscono una Commissione che esamina la faccenda e si reca, con il cappello in mano, prima dal Conservatore del Catasto e poi dai Funzionari regionali e dice papale-papale: “Cari signori, tra gli speleologi c’è un grande malcontento nei riguardi del Catasto e molti Gruppi non collaborano più. Siccome noi al Catasto ci teniamo, perché dentro ci sta tutto il nostro lavoro, dovete darvi una mossa. Noi siamo qui per aiutarvi, e tanto per cominciare vi consigliamo di:

  1. risolvere una volta per tutte i problemi del programma, che si trascinano da tre anni;
  2. ricostruire il rapporto di fiducia con gli speleologi, perché la loro collaborazione è indispensabile.

Dopo sei mesi il risultato è questo:

  1. picche per il 90%: “Questo non si può fare, questo lo deve fare la Regione, per questo devo sentire tutto il mondo speleologico”;
  2. licenziamento della Martinuzzi (di fiducia degli speleo), per sostituirla con una “fedele” del Conservatore.

I Gruppi ovviamente si incavolano ancora di più e partono le prime lettere di protesta. Invano la FSR contatta il Presidente della SAG per cercare una via d’uscita. Il 14 gennaio 2006 si va in assemblea e, dopo lungo dibattito, viene approvato a larga maggioranza (1 contrario, 3 astenuti) un ordine del giorno in cui si chiede un cambio di rotta nella gestione del Catasto, a cominciare dalla sostituzione del Conservatore.

Come si vede, non c’è stata nessuna aggressione alla CGEB o alla SAG, né alcuna richiesta impossibile, tantomeno l’affidamento del Catasto alla FSR. Se la SAG avesse accettato quanto richiesto, la protesta dei Gruppi si sarebbe fermata, la FSR avrebbe iniziato a collaborare come era nelle intenzioni iniziali, ed oggi non saremmo a discutere di questi problemi, con buona pace di tutti.

Invece, nonostante i solleciti della stessa Regione FVG e nonostante il blocco dell’invio dei dati messo in atto dai Gruppi, la SAG non dà alcun segno di vita.

All’incontro (obbligatorio come da convenzione) del 31 marzo 2006, il Conservatore dichiara che il Presidente della SAG non gli ha detto nulla in merito alle richieste contenute nel nostro O.d.g. e gli speleologi presenti non possono che ribadirne il contenuto.

Dopo altri mesi di silenzio, all’assemblea del 19 giugno 2006, i Gruppi, preso atto della totale indifferenza della SAG riguardo alle sorti del Catasto, dopo aver esaminato e discusso le problematiche che questo incarico comporterebbe, decidono (con voto unanime) di richiedere alla Regione che il Catasto venga affidato alla FSR, in analogia a quanto avviene in altre regioni d’Italia.

Trascorrono altri sei mesi, durante i quali il Servizio regionale, giustamente preoccupato per le sorti del Catasto, fa delle proposte di mediazione, che però non possiamo accettare, in quanto tutte basate sul mantenimento dello status quo e quindi non in linea con il mandato assembleare.

Da parte della SAG continua invece il totale silenzio. Sono tutti morti? Non interessa loro niente del Catasto, né che vada in malora per mancanza di aggiornamento? Non ritengono dignitoso venire a patti con gli speleologi? Pensano di poter fare senza di loro? Sono fiduciosi nella protezione divina? Domande senza risposta...

A fine dicembre 2006, viene approvato un emendamento alla finanziaria secondo il quale il Catasto Grotte viene affidato alla “Federazione speleologica più rappresentativa”.

Ed eccoci qua, in attesa degli sviluppi.

Ti sembrerà strano, ma il nostro stato d’animo non è quello di chi è riuscito ad impadronirsi del tesoro e si appresta a vivere di rendita, bensì quello di chi si è trovato, per l’evolversi delle cose e al di là delle iniziali intenzioni, questo incarico sulle spalle, e ne sente il peso e la responsabilità.

Sinceramente non pensiamo che per la CGEB e per la SAG – alle quali comunque deve andare la gratitudine di tutti gli speleologi per quanto finora fatto – la perdita del Catasto costituisca quella tragedia che tu dipingi, né, ovviamente, condividiamo il tuo pessimismo riguardo alle possibilità degli speleologi.

Pertanto andiamo avanti con fiducia, sperando che questo cambiamento porti il Catasto a compiere quel salto di qualità che i tempi richiedono e del quale si sentiva un gran bisogno.

Costantino Bottoli
Referente Commissione Catasto della FSRFVG