Novità esplorative
Exploit al Gorgazzo

Nel mese di febbraio lo speleosub Luigi “Gigi” Casati ha effettuato una serie di immersioni nella nota risorgenza valclusiana del Gorgazzo, in comune di Polcenigo (PN). I primi giorni sono stati impegnati per posizionare il filo d’arianna e bombole d’emergenza a varie profondità, per raccolta di campioni di fossili e per riprese video-fotografiche. Nel corso di queste esplorazioni preliminari, Casati ha raggiunto la profondità di 189 metri, posizionando la sagola. Sabato 23 febbraio, nel corso di una immersione di quasi 5 ore, lo speleosub ha raggiunto la profondità record di -212 metri, fermandosi su di un pozzo che scende ancora nell’ignoto. Con questa misura, il Gorgazzo diventa la sorgente esplorata più profonda d’Italia. Maggiori informazioni, foto e uno schizzo del rilievo fino alla massima profondità raggiunta, sono reperibili sul sito www.prometeoricerche.eu/GIGI/Report/gorgazzo_2008.htm, curato dallo stesso Casati. (GB)

Spedizione in Cile

Tra novembre e dicembre dello scorso anno, la Commissione Grotte “Eugenio Boegan” di Trieste ha condotto una spedizione in Sudamerica, nel deserto cileno di Atacama. Quattro componenti hanno infatti esplorato una parte della Cordillera de la Sal spostandosi sul suo altopiano e nel deserto sottostante utilizzando un pick-up noleggiato sul posto. Le ricerche hanno portato alla scoperta di dieci nuove cavità che si sviluppano nel sale, per un totale di quasi seicento metri di gallerie rilevate. Queste grotte, assieme a quelle scoperte nelle tre precedenti spedizioni, andranno a far parte di un prossimo volume della rivista Progressione nella quale verranno appunto inseriti anche i rilievi ed i dati catastali di tutte le cavità della Cordillera fino ad ora esplorate. La scoperta più interessante non ha riguardato però le grotte in quanto tali, ma è stata fatta durante il primo giorno di ricerche quando, dopo una risalita che ha portato al rinvenimento di una cavità, sono stati ritrovati al suo interno cinque vasi, ottimamente conservati, d’epoca Atacamena-Incaica. Questi reperti si trovavano a circa cinquanta metri dall’ingresso ed erano appoggiati su di un terrazzino a circa 1 metro e mezzo dal piano del cunicolo. Tre di questi vasi erano chiusi: degli altri due, uno era rotto sulla pancia, l’altro, di dimensioni ridotte, era vuoto. Resistendo alla curiosità di verificare il contenuto dei vasi integri, si è provveduto ad avvertire del ritrovamento le competenti autorità locali. Nei giorni successivi è stata accompagnata sul luogo un’archeologa del locale museo nazionale, che ha subito confermato la notevole importanza della scoperta, databile attorno al 1.400 AC. Vicino al sito che ospita questi vasi, sono stati poi anche trovati dei resti scheletrici di cui non si è però riusciti ad individuare la provenienza. (da Speleoit) (MK)

Spedizione in Vietnam

Fra i carsi tropicali di maggiore fama speleologica, vi sono certamente quelli cinesi e quelli cubani. Noto invece per la sua bellezza, anche se non molto per gli aspetti speleologici, è il carso dell’area di Ha Long Bay, nel Vietnam settentrionale. A quest’area il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano di Udine si è interessato nel 2005 quando ha intrapreso una spedizione ad Ha Long Bay in cooperazione con il Research Institute of Geology and Mineral Resources (RIGMR) del Ministry of Natural Resources and Environment (MONRE) di Hanoi, e in particolare con il prof. Tran Tan Van, e con il Parco Unesco di Ha Long Bay. A queste collaborazioni va poi aggiunta la cortesia dell’Ambasciata italiana in Vietnam il cui aiuto è stato fondamentale per la buona riuscita della spedizione. La bellezza della zona, l’interesse delle cavità esplorate e la possibilità di integrare i dati raccolti, hanno spinto il Circolo a ritornare in Vietnam nell’autunno del 2007, grazie anche ad un finanziamento della Fondazione CRUP di Udine, e valendosi della collaborazione delle stesse istituzioni Alla spedizione hanno preso parte Giuseppe Muscio, Umberto Sello, Adalberto D’Andrea, Pietro Donatis, Emanuele Degano, Marco Piva e Claudio Tessitori. Dopo l’arrivo ad Hanoi, la giornata del 19 ottobre è stata dedicata agli incontri di rito con il prof. Tran Tan Van e con l’Ambasciata italiana. Il 20 ottobre viene raggiunta Ha Long e dal 21 al 25 ottobre viene svolta l’attività esplorativa vera e propria. Vengono esplorate, topografate e documentate una decina di cavità. Tra le più rilevanti vi è Hang Hòn May con uno sviluppo complessivo di 105 metri ed un dislivello positivo di 12 m. Questa cavità si apre al livello del mare con un ampio ingresso, cui segue un’ampia caverna in salita, e che si sviluppa su più livelli. Dong Tam Cung è invece una grotta lunga un centinaio di metri e profonda 12. L’ingresso è costituito da un’ampia caverna; sulla cui sinistra si prosegue in discesa attraverso ambienti ben concrezionati. Proseguendo verso Est (che rappresenta la direzione principale della cavità) si giunge ad un pianoro orlato da una serie di colonne. Fra queste si apre un pertugio che conduce ad un saltino di 5 metri, superato il quale si raggiunge un’ampia sala (circa 12×7 m) caratterizzata dalla presenza ai lati di enormi successioni di concrezioni ed al centro da un grande lago. La grotta si sviluppa ancora verso Est con un breve meandro che porta ad un ulteriore saltino, superato il quale si raggiunge una sala di circa 16×8 metri. Hang Doi (Bat Cave, Grotta dei pipistrelli). L’imbocco è situato a circa 20 metri slm con una ampia apertura che dà accesso ad una caverna di circa 15×15 metri, con al centro un vasto sprofondo. Una galleria in direzione Nordovest conduce ad un pozzo di 8 metri che termina in una sala superata la quale si giunge al salone finale. Lo sviluppo complessivo è di circa 130 metri. Cap La è infine la più interessante fra le cavità esplorate. Si tratta di un cavernone riccamente concrezionato, di circa 50×50 m, sotto il quale si sviluppa un’altra caverna, ancora più vasta (circa 100×100 m), suddivisa in un intrico di gallerie e salette dall’abbondante concrezionamento che ha costruito una seri di “muri”. Sono stati inoltre raccolti campioni di depositi di grotta per essere sottoposti ad analisi. (da La Scintilena) (GB)