Pubblicazioni edite
La nostra speleologia
Il Club Alpinistico Triestino ha dato alle stampe il numero unico 2006 – Trieste 2007 del suo bollettino. Questo numero è, per la maggior parte, dedicato alla speleosubacquea sotto diversi e diversificati punti di vista ed è tutto incentrato sulla Grecia. Apre la pubblicazione un articolo a firma di Franco Gherlizza dal titolo “Grotte e leggende dell’antica Grecia”, nel quale si possono leggere le vicende e leggende di personaggi mitologici la cui storia si è svolta nelle grotte dell’antica Grecia. Una parte di questo lavoro è stata presentata nell’agosto del 2005 al 14° Congresso Internazionale di Speleologia, svoltosi appunto in terra ellenica. Segue un altro articolo a firma di Franco Gherlizza intitolato “In principio c’era il Carso…”, nel quale viene riportata la relazione della discesa nella Grotta di Antiparos, in Grecia, per assistere alla Messa di Natale del 1673. La relazione è tratta da Grotte e Caverne, di Adolfo Badin, un libro del 1876 nel quale possiamo anche leggere una fantastica teoria sulla formazione delle stalagmiti, ipotizzata dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort. Duilio Cobol firma l’articolo “I ‘serpengatti’ alle porte dell’Ade”, nel quale viene riportata la relazione della spedizione speleosubacquea svolta in Grecia in occasione dei 60 anni di fondazione del CAT. È di Fabrizio Bosco, del Gruppo Speleologico Valli del Natisone, l’articolo “Grecia 2005”, nel quale vengono riportati i risultati della spedizione svolta nel sud del Peloponneso, con il Gruppo Speleologico Sacile e la Società di Studi Carsici “A.F. Lindner”, e avente come scopo lo studio delle possibilità speleosubacquee e speleologiche dell’area. “Progetto ‘Penisola del Mani’” è il resoconto di Alberto Sisto inerente i risultati scientifici ottenuti da biologi dell’Università di Trieste nel corso della spedizione speleosubacquea svoltasi in Grecia. Chiude la pubblicazione una relazione di Lorenzo Lucia sul corso tenuto dagli speleosub del CAT a favore dei colleghi greci. (MB)
Tuttocat
Il notiziario interno del Club Alpinistico Triestino, numero unico 2007 – dicembre 2007, come di consueto è dedicato all’attività svolta dal sodalizio triestino nel corso dell’anno appena passato. Le 7 pagine della relazione, ricche di fotografie, sono ripartite nei diversi settori in cui si suddivide il CAT e così possiamo leggere l’attività svolta dal Gruppo montagna, dalla Sezione subacquea e speleosubacquea, dalla Sezione ricerche e studi su cavità artificiali, della Kleine Berlin, dei bivacchi, della Sezione video fotografica e della Sezione modellismo.
Ovviamente leggiamo anche la relazione del Gruppo Grotte divisa in diversi paragrafi inerenti le esplorazioni (regionali, italiane ed estere); le ricerche scientifiche; l’editoria; la partecipazione a convegni, congressi e manifestazioni; la divulgazione; le iniziative culturali; le mostre; la scuola di speleologia. Duilio Cobol scrive il resoconto del “3e Congrès International de Plongée souterraine” svoltosi in Francia il 18 e il 19 maggio 2007 al quale 4 soci del CAT hanno contribuito con una mostra e una relazione. Chiude il notiziario la terza parte de “Le cartoline a soggetto speleologico delle Grotte di San Canziano” nella quale Maurizio Radacich riporta nuove testimonianze di collezionismo speleologico. (MB)
Alpinismo triestino
Sono ben tre gli articoli che parlano di speleologia nel numero 107 maggio-giugno 2008 del notiziario edito dall’Associazione XXX Ottobre di Trieste. Si inizia con “La traversata Fighierà-Corchia”, cronaca – a firma di Maddalena Bevilacqua – di una traversata nel noto complesso delle Alpi Apuane con ingresso dalla Buca del Becco e uscita alla Buca del Serpente in compagnia di speleologi lucchesi. A firma di Elio Polli possiamo anche leggere l’articolo dal titolo “L’area ‘Grotta della Sfesa’ suggestiva fenditura della Val Rosandra” che rappresenta il primo di una serie di contributi sulle particolarità dell’ambiente carsico della Val Rosandra. Si comincia appunto con la Grotta della Sfesa (545/3029 VG) della quale vengono minuziosamente descritti il percorso per raggiungerla e il panorama che si gode dalla fessura di ingresso. Particolare attenzione viene riservata alla descrizione della vegetazione circostante e a quella interna. Infine Paolo Rucavina firma un trafiletto dal titolo “50° Anniversario della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI” nel quale viene fatto il resoconto della manifestazione svoltasi il 12 e il 13 aprile e di cui La Gazzetta ha già riportato un ampio resoconto. (MB)
La Val Rosandra e l’ambiente circostante
È uscito per la Lint Editoriale di Trieste nel marzo 2008, a cura di Dario Gasparo, questo bel libro che descrive i vari aspetti della Val Rosandra in Comune di San Dorligo della Valle-Občina Dolina, alle porte di Trieste. La pubblicazione inizia subito con un capitolo di quattro pagine ricche anche di fotografie, dedicato al carsismo nel quale Franco Cucchi, del Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine dell’Università di Trieste, introduce il concetto della carsologia e descrive le piccole forme epigee e le morfologie ipogee. Segue una parte intitolata “Cenni geomorfologici” dove Cucchi e Luca Zini descrivono la Valle come unico esempio del Carso triestino in cui compare idrografia superficiale; troviamo un paragrafo dedicato alla geomorfologia delle forme epigee e uno che descrive gli innumerevoli fenomeni ipogei presenti nel territorio descritto. Ancora di Franco Cucchi è il capitolo che segue: “Cenni geologici” dove possiamo leggere riferimenti di storia geologica del Carso. È di Stojan Sancin, dello JOSPDTrst, Gruppo Grotte dello Slovensko Planinsko Društvo di Trieste, il capitolo intitolato “Le sorgenti sotto l’altopiano di San Servolo” nel quale vengono minuziosamente descritte le sorgenti che troviamo ai bordi dei territori carsici e che vengono alimentate dalle abbondanti acque carsiche sotterranee. E così veniamo a conoscere la Sorgente del Risano, la Grotta di Ospo, la Sorgente Kaluža, la Sorgente Zgurenc, lo stagno di Moganjevec con l’omonima sorgente; le sorgenti di San Dorligo e quelle di Bagnoli con la descrizione delle sorgenti presso l’Antro, la Na kuorte, la Klinčica – conosciuta anche come Fonte Oppia – e quella delle Ninfe. E poi ancora la Sorgente temporanea sopra Lopatnik, la Sorgente Bukovec e le sorgenti nel flysch. Chiude il piacevole capitolo un trafiletto sulla qualità delle sorgenti carsiche che, nonostante la credenza per cui l’acqua è purissima, dalle analisi risulta più o meno inquinata. “La faccia nascosta della Valle” è l’articolo di Pino Guidi, della Commissione Grotte “E. Boegan” di Trieste, che porta alla luce alcune delle più note tra il centinaio di cavità presenti nel territorio della Valle. La parte dedicata alla storia delle esplorazioni delle grotte situate nel territorio preso in esame, ci riconduce agli inizi delle indagini speleologiche risalenti, per quel che si ha notizia, al 1885. Vengono prese in esame le scoperte eseguite nel corso degli anni fino ad arrivare ai giorni nostri. Vengono poi prese in considerazione le cavità più importanti ubicate nella Val Rosandra tra cui possiamo leggere la breve descrizione della Grotta delle Gallerie, della Fessura del Vento, della Grotta Martina e della Grotta Gualtiero. Altro capitolo che può interessare la speleologia è quello di Paolo Paronuzzi, del Dipartimento di Georisorse e Territorio dell’Università di Udine, che in “Il dissesto idrogeologico e le piene fluviali”, grazie all’ausilio di molte fotografie, dà una panoramica di questo fenomeno che influenza l’ambiente naturale. Il libro continua con capitoli dedicati al clima, alla cartografia, alla flora e alla vegetazione, con una parte dedicata agli “Aspetti botanici delle cavità” nella quale Elio Polli, della Commissione Grotte “E. Boegan” di Trieste, descrive i caratteri botanici di alcune grotte esponendo le cavità di interesse botanico quali la Grotta del Tasso, e le già citate Grotta delle Gallerie, Antro delle Ninfe e Antro di Bagnoli. Non vengono trascurate neppure cavità la cui posizione è al di fuori della zona della riserva ma che meritano di essere citate per le loro caratteristiche botaniche. Andrea Colla, del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, dedica un paragrafo del suo scritto agli insetti delle grotte, mentre il biologo Fabio Stoch racconta della fauna delle acque sotterranee. Un capitolo a se stante lo dedica Sergio Dolce, dei Musei Scientifici del Comune di Trieste, ai Chirotteri con la descrizione delle specie che si trovano nella Val Rosandra e un paragrafo dedicato alla loro tutela. Giovanni Boschian, Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa, dedica ampio spazio, nel suo “Il più antico popolamento della Val Rosandra”, alle molte testimonianze archeologiche che raccontano della presenza dell’uomo nella Valle con i rinvenimenti in diverse grotte del luogo usate come ripari e rifugi dagli uomini preistorici. Un accenno alla speleologia è dato anche da Alessandro Pesaro, dell’Università di Udine, che in “Un termine di confine del 1819” pubblica delle belle foto riportanti le scritte, risalenti al 1819, sulle pareti della Grotta delle antiche iscrizioni.
In sintesi un libro completo su un territorio che, come dice il curatore nella sua prefazione, è legato in modo indissolubile ai ricordi dell’infanzia e della prima giovinezza. (MB)
GASPARO Dario, a cura di, La Val Rosandra e l’ambiente circostante, Lint Editoriale, Trieste 2008, pagg. 268, € 30,00.
Speleologia
È uscito il n. 58, giugno 2008, della rivista semestrale della Società Speleologica Italiana. Per quanto riguarda questo numero, ovviamente per quanto attiene le notizie provenienti dalla nostra regione, risulta praticamente “monopolizzato” dalla CGEB, ovvero da Pino Guidi. Iniziamo infatti alla pagina 8, all’interno della rubrica “Tempi solcati”. Qui Pino Guidi, con “La Boegan è in rete”, informa che è stata messa in rete la bicentenaria fototeca della Commissione, composta da migliaia di foto.
Alle pagine 24-30 è poi possibile leggere un articolo esteso sulla Grotta Gigante, che quest’anno celebra i 100 anni di turisticizzazione (“Una grotta imperiale”, sempre di Pino Guidi). In esso l’autore fornisce un esaustivo quadro della storia esplorativa e di quella turistica della grande cavità, soffermandosi sulle persone che nel corso del secolo hanno contribuito all’apertura e allo sviluppo turistico. Un approfondimento è riservato alla ricerca scientifica che si svolge al suo interno, con i pendoli geodetici, e ai lavori svolti per la ricerca di nuove prosecuzioni, lavori che hanno permesso di trovare un bagnato ramo a sviluppo verticale che approfondisce la grotta fino a -252.
Nella rubrica “Interventi del soccorso speleologico nell’anno 2007”, a cura di Lelo Pavanello (pagg. 68-71), diverse sono le segnalazioni di incidenti in grotte del FVG lo scorso anno: Grotta dei Morti, Grotta 5609 VG, Grotta Arva, Abisso Klondike (esterno), Pozzo 87 VG (due volte), tutti per fortuna senza gravi conseguenze.
Per quanto riguarda la rubrica “Notizie italiane”, alle pagine 76-77 è possibile leggere delle novità esplorative speleosubacquee al Fontanon di Goriuda (UD), a cura del Club Alpinistico Triestino, e del Bus de la Genziana, che pur aprendosi in Veneto per pochi metri, presenta nuovi rami esplorati per svariati chilometri, sviluppantisi sotto la piana del Cansiglio anche in Friuli Venezia Giulia.
In “Spulciando in biblioteca”, alla pagina 82, viene segnalata la rivista della CGEB Progressione 53, mentre in “Recensioni” troviamo quelle di ben tre libri inerenti il Friuli Venezia Giulia: Grotta Gigante, Michele Gortani. La sua vita attraverso le fotografie e i documenti e Geologia e carsismo delle rocce carbonatiche. (GB)
Lo Scarpone
Sul numero di giugno 2008 del mensile del Club Alpino Italiano, nella rubrica “Qui CAI”, possiamo leggere il resoconto della celebrazione per i 50 anni della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI che si è svolta il 12 e il 13 aprile a Bagnoli della Rosandra (TS) e di cui La Gazzetta ha ampiamente parlato. (MB)
Itinerari transfrontalieri
Nelle settimane passate, in allegato ai quotidiani Il Piccolo di Trieste e Messaggero Veneto di Udine, era possibile acquistare una collana di guide escursionistiche dal titolo “Itinerari transfrontalieri del Friuli Venezia Giulia”. Dieci in totale i volumi, con una ventina di itinerari, chiaramente a cavallo tra la nostra regione e l’Austria o la Slovenia. Dei percorsi descritti, più di tre quarti si snodano in ambienti con fenomeni carsici esterni o interni, anche perché moltissimi sono quelli sul Carso triestino e goriziano. Ecco quindi che, a fianco di box appositi e accenni riferiti a fenomeni epigei (laghi carsici, doline, carsismo epigeo, ecc.), sono citate alcune cavità toccate dagli itinerari, sia in Italia che in Slovenia: Grotta di San Servolo/Sveta Jama, Antro di Bagnoli, Svinska Jama, Grotta di Trebiciano, Grofova Jama/Grotta del Fuoco, Jama Pečinka. (GB)
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