Il “Progetto targhette” della Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia (FSRFVG) è un’iniziativa che la FSRFVG conduce dal 2011 in accordo con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per l’individuazione e l’apposizione di targhette identificative all’imbocco delle oltre 8.000 cavità iscritte nel Catasto Speleologico Regionale.
Tale progetto doveva servire, oltre che a fissare le targhette, identificare e documentare fotograficamente gli imbocchi, anche a correggere gli eventuali errori e discordanze relative ai dati delle posizioni e delle quote inseriti a catasto. Per questo motivo ai gruppi regionali aderenti al progetto era stato dato in consegna un GPS e istruzioni adeguate per un corretto posizionamento.
In questi anni gli speleologi più accorti e coscienziosi hanno svolto tutte queste operazioni, portando un notevole contributo alla conoscenza del territorio e all’implementazione dei dati a catasto. Altri, invece, hanno preferito passare per la via più corta non adeguandosi alle direttive impartite dalla FSRFVG, producendo più danni che vantaggi …
Il problema della posizione errata di una cavità, a volte, potrebbe anche essere da imputare al mancato inserimento a catasto dei dati forniti dagli speleologi all’inizio del “Progetto targhette”, a beneficio di posizioni con GPS differenziali prese anni addietro.
Questa introduzione serve per far comprendere come, consultando oggidì il Catasto Speleologico Regionale, possa dare fastidio riscontrare macroscopiche incongruenze, errori e inesattezze, che all’indomani dell’apposizione della targhetta non avrebbero dovuto più esserci.
Sul Carso triestino un esempio fra i tanti è la posizione della famosissima Grotta di Gabrovizza o Grotta Ercole (31/6VG) e della Grotta presso la 6VG (3687/5164VG) ubicate all’interno di una caratteristica dolina addossata alla linea ferroviaria Opicina – Aurisina.
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