Concluse le operazioni sul campo del TRACERKANIN Project:
un primo bilancio sulla consistenza dell’impegno organizzativo
Il “TRACEKANIN Project”, un multi-tracer test di tipo quantitativo e semiquantitativo, è stato ideato per ottenere maggiori informazioni scientifiche sull’idrogeologia carsica dell’area nord-occidentale del massiccio del Monte Canin/Kanin (2.587 m s.l.m), suddiviso tra Italia e Slovenia, nelle Alpi Giulie occidentali, con un programma di indagine a medio termine. Esso è stato realizzato da una partnership formata (in ordine alfabetico) da Centro di ricerche carsiche “C. Seppenhofer” APS (Gorizia, Italia), Commissione Grotte “E. Boegan” SAG-CAI (Trieste, Italia), DZRJL Ljubljana Cave Exploration Society (Ljubljana, Slovenia), Karst Research Institute, ZRC SAZU (Postojna, Slovenia), Società Adriatica di Speleologia (Trieste, Italia), con il coordinamento del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche APS (Farra d’Isonzo, Italia).
Il progetto di multitracciamento è stato pianificato strettamente in comunicazione con le maggiori autorità italiane e slovene sul territorio ed è iniziato nel mese di maggio 2021 con prove e calibrazioni di laboratorio, sopralluoghi mirati e allestimento di 22 punti di controllo e monitoraggio su tutte le principali sorgenti e corsi d’acqua dell’area che circondano il massiccio, versanti italiano e sloveno.Un lungo lavoro si è reso necessario per cautelarsi dagli effetti devastanti delle piene alle sorgenti, che in passato hanno causato danneggiamenti e perdite durante i test che si sono succeduti dal 1968 nell’area. Obiettivo principale del progetto era approfondire l’ancor scarsa conoscenza della circolazione idrica carsica profonda dell’area nord-occidentale, finalmente ottenendo misure quantitative e semi-quantitative, con un corredo di dati fisico-chimici (pluviometria, portate alle sorgenti, misure di altezza idrometrica, temperatura, conducibilità elettrica, torbidità), idonei a sviluppare uno studio approfondito.
Le iniezioni dei tre traccianti, Fluorescina, Solforodamina B e Tinopal CBS-X, sono state effettuate praticamente in contemporanea il 4 settembre 2021, rispettivamente a circa –800 metri nel Grande Meandro dell’Abisso Gortani, nell’Inghiottitoio della Terra Rossa, a circa –90 m nell’Abisso Picciola, nei corsi d’acqua ipogei afferenti, adottando tutte le tecniche e le misure del caso in funzione delle caratteristiche di solubilità delle sostanze traccianti. Tutti i punti (out-put e corsi d’acqua esterni), come detto, erano stati precedentemente attrezzati con supporti di protezione ai fluocaptori.
Oltre alle principali sorgenti preliminarmente scelte (in base alle conoscenze precedenti e al criterio idrogeologico) sono stati installati, tra Italia e Slovenia, 3 fluorimetri e 4 CTD-Diver e 1 sonda barometrica. Sono stati eseguiti, dal 28 agosto al 16 ottobre 2021, 10 cicli di campionamenti/prelievi/misure di acque e fluocaptori, impegnando tre squadre (due italiane e una slovena), la prima nella Val Raccolana (a N) e del Rio del Lago (a E), la seconda nella Val Resia (a W), la terza nella Valle Možnica (Val Mogenza) (a E) e sul versante in destra della Conca di Bovec- Soča (Isonzo) (a S). Tutte le operazioni di campagna sono terminate il 17 ottobre 2021, con l’ultimo ciclo di prelievi e la disinstallazione delle attrezzature di protezione e supporto nonché quelle strumentali di monitoraggio in continuo. Giornalmente, dalla metà del mese di agosto, sono state seguite un totale di 10 stazioni meteorologiche dell’area (tra Italia con dati OSMER e Slovenia con dati ARSO) per l’aggiornamento in tempo reale delle previsioni meteo e dell’evoluzione delle cellule temporalesche (in funzione della prevenzione ai siti attrezzati e di eventi di piovosi di forte entità, di cui uno utilizzato con campionamenti mirati), con l’acquisizione dei dati meteorologici, nonché di quelli delle portate del Fiume Soča/Isonzo alle stazioni idrometriche prima e dopo il tratto fluviale che riceve in destra idrografica i forti apporti sorgivi carsici del versante meridionale del massiccio montuoso. La parte iniziale del test si è svolta in regime non influenzato, fino agli eventi piovosi successivi.
L’organizzazione ha visto, nella fase di laboratorio e officina per la calibrazione strumenti, prove, calcoli, studio dati pregressi, costruzione supporti di protezione etc., un impegno di 87 giornate/uomo, mentre nella fase di attività in campagna (predisposizioni, installazioni, armo delle grotte, iniezione dei traccianti, prelievo acque/fluocaptori e relative misure idrologiche e fisico-chimiche, riprese fotografiche, video e con drone, etc.) un impegno di 167 giornate/uomo. Per un totale, fino a questa fase del progetto, di 254 giornate/uomo: numeri cha da soli sottolineano la mole di lavoro eseguito. A fine campagna, grazie agli accorgimenti adottati, pur essendo stata l’area montuosa, durante il periodo, interessata da 3 eventi piovosi, di cui il maggiore con 171 mm di pioggia (con importanti portate alle grotte-sorgenti), non un fluocaptore è stato perduto e nessuna apparecchiatura installata è stata danneggiata, e ciò, tecnicamente, è stato un successo.I primissimi e parziali dati ci dicono che le sostanza iniettate sono state rintracciate negli out-put, e questo è un altro successo. Ora il progetto passa alla fase di analisi di laboratorio (circa 450 analisi), di elaborazione e trattamento dei dati strumentali (7 monitoraggi in continuo), nonché dei dati fisico-chimici acquisiti in campo (220 pluri-acquisizioni in situ). Inoltre, si sta lavorando alla redazione di una aggiornata cartografia geologica e idrogeologica e non solo, si stanno revisionando e riprocessando tutti i dati geologici, idrogeologici, idrochimici, geochimici e carsologici esistenti.
Tutto ciò – almeno per quel che concerne gli obiettivi del TRACERKANIN Project, che sono ovviamente limitati – è già in corso e sarà sviluppato nei prossimi mesi. Per dare una dimensione dell’impegno già speso, hanno operato, in modo continuativo 54 speleologi tra italiani e sloveni, tutti di grande esperienza ed elevato profilo tecnico o scientifico, mentre un team di 10 tra specialisti, ricercatori, esperti, studiosi e tecnici, sempre tra italiani e sloveni, stanno operando e opereranno nei mesi futuri per l’elaborazione dei dati, la loro interpretazione, la formazione di papers, articoli vari, Power-Point, video etc., onde dare diffusione dei risultati raggiunti nelle varie riviste e sedi internazionali e nazionali.
Il TRACERKANIN Project è nato in ambito speleologico, dove è stato pianificato, avviato, ed è in fase di realizzazione. Esso è stato completamente autofinanziato dai partners, mettendo a disposizione risorse umane, strumentali e finanziarie onde coprire le molte necessità e i costi che un progetto di ricerca internazionale del genere comporta. Punto di forza del progetto è stato il coagulo di partners motivati, tutti di lunga tradizione, da dove è scaturito un cluster selezionato di speleologi esperti, ricercatori e studiosi di elevato profilo tecnico e scientifico. A questo si è poi aggiunto l’apporto di speleologi esterni alla partnership i quali, avendo ben compreso la valenza del progetto, hanno dato la loro disinteressata collaborazione nella fase di predisposizione e lancio dei traccianti.
Riccardo Corazzi
(Commissione Grotte “E. Boegan”)
Ultimi commenti