Risultati Hells Bells Speleo Award 2023

Martedì 28 febbraio si è svolta a Trieste, nel Teatro Miela, la XI edizione di HELLS BELLS SPELEO AWARD 2023. Il concorso dedicato a documentari, reportage e fiction di speleologia, si colloca nell’ambito della manifestazione ALPI GIULIE CINEMA, rassegna internazionale cinema di montagna. Il concorso è organizzato dalla Commissione Grotte Eugenio Boegan – CAI Trieste e dell’associazione Monte Analogo. La giuria quest’anno era composta da Fabio Pestotti, Bruno Vojtissek e Sirio Sechi. Il primo premio, la Campana d’oro va a Tomaž Grdin (Slo) con il documentario Primadona, il secondo premio, la Campana d’argento a Giorgio Tomasi (Ita) per Bernina Terra glacialis, mentre la menzione speciale va a Tommaso Landucci (Ita) per Caveman, il gigante nascosto.

CAMPANA D’ORO

PRIMADONA di TOMAŽ GRDIN – SLO – 30’ – 2022 (SOTTOTITOLI ITA)

Bello il montaggio ed ottime le riprese. Il susseguirsi incalzante di tante brevi clip girate dal vivo durante un intervento di soccorso speleo in una grotta alpina e difficile, accompagnate da interviste sintetiche ed esaustive, ne fanno un video fresco e particolarmente accattivante, determinante e vincente lo sfruttare l’intreccio tra azioni e descrizioni dei fatti accaduti, mantenendo sempre partecipe ed alta l’attenzione dello spettatore.

CAMPANA D’ARGENTO

BERNINA TERRA GLACIALIS di GIORGIO TOMASI – ITA – 15’ – 2022

Belle riprese ed immagini di ottima qualità, sia negli ambienti interni che esterni, accompagnano lo spettatore sulle falde del Bernina e nei suoi ipogei. La visita alla montagna ed alle sue grotte è piacevolmente guidata da esperti di carsismo e morfologie del sottosuolo, con una descrizione puntuale e didattica dell’attività svolta, con una interessante introduzione alla ricerca scientifica. Più che buone regia e montaggio.

MENZIONE SPECIALE

CAVEMAN, IL GIGANTE NASCOSTO di TOMMASO LANDUCCI – ITA / SWISS 91’ – 2019

Approfondito documentario incentrato sulla vita di Filippo Dobrilla, scultore e speleologo toscano, che ha dedicato la sua vita all’arte, 30 anni dei quali dedicati a scolpire una gigantesca statua a -650 metri di profondità all’abisso Saragato, Alpi Apuane. Grande produzione e belle riprese, belle musiche, ottime regia e scenografia, strutturate su un ritmo lento e fluido, un bellissimo lavoro non esclusivamente incentrato sulla questione speleologica, ma di grande effetto e comunicazione sulla vita interiore dell’artista.

Ecco un preview del documentario vincitore:

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