Lorenzo Slama e Rocco Romano nella cavità in Val Raccolana
Individuato anche un lago: «Ambiente in continua evoluzione»
Per il mondo della speleologia regionale c’è una importante notizia: alcuni esploratori della società Adriatica di speleologia hanno scoperto una nuova sorgiva carsica sul monte Sart, nella val Raccolana. Una grotta di grande dimensioni con acque interne, sviluppi e articolazioni tutte da scoprire. A compiere l’importante scoperta gli speleologi triestini Lorenzo Slama e Rocco Romano.
Già da qualche anno gli esploratori della Adriatica avevano iniziato a effettuare dei sopralluoghi alla ricerca di nuove cavità nella zona montana del Bila Pec, sul massiccio del Canin. In base alle segnalazioni di un cacciatore della località di Tamaroz, i due speleologi si erano messi a perlustrare il versante settentrionale del monte Sart per rintracciare lo speco. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, assieme al cacciatore Slama e Romano hanno finalmente individuato la sorgiva. Avventuratisi lungo un impervio canalone in una giornata caratterizzata da una temperatura superiore ai 30 gradi, la percezione di una gelida corrente d’aria annunciava la scoperta.
«Dopo una ventina di metri – raccontano i due – tra massi instabili, un portale di 8 metri per 6 d’altezza ci ha permesso di entrare in una grotta sinora inviolata». L’esplorazione però si è conclusa dopo qualche minuto per mancanza di batterie a supporto dell’illuminazione.
La settimana successiva, assieme a altri soci, Slama e Romano hanno ripreso l’indagine nella singolare grotta caratterizzata da condotte formate dall’acqua, da caverne e meandri, da un torrente sotterraneo con tanto di laghi e cascate. L’esplorazione è stata effettuata per oltre 700 metri grazie alla siccità estiva che limitava la presenza delle acque. Le ultime piogge hanno però innalzato il livello delle acque di un lago lungo 18 metri che si trova a qualche centinaio di metri dall’ingresso dell’ipogeo. «Ora è davvero difficile immergersi nell’acqua gelida sino al collo – spiega Marco Restaino, responsabile della sezione scavi “Walter Maucci” – per poi raggiungere le zone asciutte da cui proseguire le ricerche. Perciò, proprio in queste ore, stiamo disostruendo un vicino cunicolo che fungerà da by pass per aggirare il lago. Inoltre questo passaggio ci consentirà di avere a disposizione una via di fuga libera e sicura in caso di piene improvvise, frequenti in questo tipo di grotta».
Secondo gli esperti della Adriatica di speleologia l’”Acquarolo” situato a circa 800 metri di quota sul versante settentrionale del Sart rappresenta una grotta viva, geologicamente in continua evoluzione, che sarà oggetto di una vera e propria campagna di studi idrologici e geochimici. «Sopra la quota raggiunta – sostiene Restaino – c’è un potenziale da esplorare di oltre mille metri e forse più, come ci fa intuire la forte corrente d’aria persistente». Non mancheranno sicuramente le spese per poter intraprendere una tale impresa; per questa ragione si sta già predisponendo un protocollo di ricerca che verrà redatto con l’Università degli studi per ottimizzare la campagna di studi che verrà avviata a breve.
Maurizio Lozei
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Articolo tratto da Il Piccolo del 29 settembre 2012: Un grottone-sorgiva scoperto da speleologi dell’«Adriatica»
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