L’Abisso del Poligono, una nuova grotta sul Carso Triestino

repenUna telefonata e poi la corsa, piena di speranza, sino al poligono militare di tiro di Repen. “Dopo il passaggio del trattore si è aperta una voragine, pare che sotto ci sia un pozzo”, annunciava Omar Maruccelli, che sul Carso fa l’allevatore. Omar aveva proprio visto giusto. “Mi ha telefonato pieno d’entusiasmo, non vedeva l’ora che salissimo a vedere, anche perché ci conosce per le esplorazioni dell’Abisso di Rupingrande e sa della nostra grande passione per le grotte nuove, tutte da scoprire”, spiega Moreno Tommasini. Così l’esplorazione ha avuto inizio. Prima con una corda da 40 metri, insufficiente, perché dopo i primi 10 metri di pozzo, e il primo restringimento, la grotta proseguiva. E di parecchio. Poi sino a –90 metri. repen3Sino ad arrivare davanti ad una frana. È questa la breve storia dell’Abisso del Trattore, o del Poligono. Una storia breve, iniziata questa primavera, a maggio, durante dei lavori di disboscamento. Una storia che ha regalato molti sorrisi al CAT. Dopo la prima calata a –90 – a cui hanno partecipato Mario Carboni, Daniele Coltelli, Moreno Tommasini, Gianfranco Manià e Michele Hoffer – è iniziata la ricerca di prosecuzioni, di altri vani.

Poi, su richiesta del Comando Militare che gestisce il Poligono, si è provveduto immediatamente alla chiusura della bocca dell’abisso, per la sicurezza delle persone e degli animali. Anche perché la grotta si apre con una verticale di 55 metri. E non è un volo da poco.

repen2Ora l’Abisso del Poligono, grazie al lavoro di Gianfranco Manià, Mario Carboni, Moreno Tommasini, Daniela Perhinek, Michele Hoffer e Christian Giordani e al finanziamento del CAT, è stata chiuso, ma resta accessibile. È stato fatto un tubo in calcestruzzo da 1,20 metri di altezza, attrezzato con tondino di ferro e largo 70 per 70 centimetri.

Dopo il getto, di due metri cubi di calcestruzzo, il foro è stato protetto con una griglia in ghisa, chiusa da un lucchetto.

Ora l’obiettivo dei Grottenarbeiter del CAT è di portare nella grotta la linea telefonica e di fare delle altre prove, con l’aspiratore, per avere un’idea più chiara, precisa, dell’ampiezza degli altri vani, oltre la frana.

Anche per organizzare al meglio i lavori di scavo. Sperando, ovviamente, in qualcosa di sensazionale.

Anna Pugliese

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Articolo ripreso da Cronache Ipogee

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