Sabato 15 febbraio, nel corso dell’Assemblea generale dei soci della Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia, si è consumata una brutta pagina della speleologia (speleologia, questa volta, davvero con la “s” minuscola) regionale. Quella che doveva essere una tranquilla assemblea indetta anche per il rinnovo delle cariche sociali si è ben presto ridotta, parafrasando ben più tristi avvenimenti, ad una riedizione da “pomeriggio dei lunghi coltelli”.
Non ero e non sono abituato a fare intrighi e giochi di potere ma quello che è andato in onda sabato mi ha fatto un po’ vergognare della speleologia nostrana. Fin da subito si è capito che nell’ambito dei gruppi speleologici triestini non tirava buona aria, la forte conflittualità tra di essi (parola del rappresentante della provincia di Trieste) aveva creato, a monte, una forte ostilità nei confronti di Franco Gherlizza, il presidente uscente della Federazione e di conseguenza verso i componenti del Consiglio Direttivo. A prescindere dunque da qualsiasi risultato ottenuto! Appunto a prescindere. Significativo il fatto che alcuni rappresentanti dei gruppi federati triestini (sempre i soliti tre) siano venuti all’assemblea con tanto di statuto in mano e abbiano impiegato più tempo a sfogliarlo, per rintracciare il minimo appiglio utile per contestare qualsiasi cosa venisse detta in corso d’assemblea, che ad ascoltare quanto veniva detto. Nelle nostre riunioni speleologiche non si era mai vista un’acredine simile contro qualcuno, che umanamente senza dubbio avrà anche commesso qualche errore, ma comunque ha sempre agito per il bene della Speleologia e ha cercato di essere il presidente dell’intera area giuliana e friulana. Nonostante i buoni risultati ottenuti dal direttivo uscente, si sono sparsi veleni e insinuazioni a titolo gratuito, dimenticando che nel corso della gestione 2012-2013 il direttivo della Federazione era riuscito ad ottenere, per la gestione del Catasto Grotte Regionale, una convenzione triennale al posto di quella annuale stipulata dal precedente presidente. Con Franco Gherlizza eravamo riusciti anche ad avere un ottimo rapporto con l’amministrazione regionale ottenendo una credibilità dell’intero operato della Federazione che è tornata utile a tutta la Speleologia regionale. Inoltre nei due anni passati si sono potute semplificare e agevolare diverse pratiche burocratiche per la gestione del Catasto Grotte al punto che la nuova gestione avrà ora la vita di molto agevolata sotto questo profilo. Purtroppo, devo ammetterlo, accanto alla determinazione triestina la speleologia friulana è rimasta alla finestra a guardare quasi stupita di cosa stava succedendo. Infatti, se escludiamo il solito Bottoli che con i suoi interventi, inconcludenti, contro l’attuale gestione del Catasto Grotte e l’eterna avversione contro il programma informatico prodotto dalla ditta Spin (dimenticando spesso che il programma era stato commissionato dalla precedente presidenza e che il direttivo uscente ha solo cercato di rimediare agli errori precedenti), c’è stata l’assordante assenza del CSIF di Udine che ha preferito “pilatescamente” assentarsi da questo importante incontro. Tutto sommato si è visto che l’area friulana (e l’isontino con essa) è rimasta un po’ assente dalla contesa, forse anche perché più attenta al fare che a rincorrere questi giochi di potere. In ultima analisi, ancora una volta abbiamo visto che l’argomento più gettonato e contestato dai gruppi triestini è stato quello del Catasto Grotte, dimenticando che proprio loro sono stati i principali fautori per toglierlo alla Commissione Grotte “E. Boegan” e portarlo in Federazione. Senza parlare poi della disastrosa gestione del progetto targhette di cui l’attuale responsabile ne è il principale fautore vista la sua conflittualità con l’impiegata del Catasto stesso. Insomma nel corso dell’assemblea di sabato si è dimenticato tutto questo e si è preferito puntare sull’odio ed il rancore. Davvero una brutta pagina della speleologia regionale.
Maurizio Tevagnutti
Tutto ciò – da quanto leggo – non lascia presagire nulla di buono, per la speleologia triestina intendo, e non vorrei che la sua faziosità e litigiosità (di cui abbondano gli esempi nella storia), indirettamente creasse problemi a quella regionale. O scavasse un solco. Per questo, mi sento di dire agli speleologi regionali: fate il vostro lavoro e lasciate che i triestini si accapiglino tra di loro, e meglio così!
Da vecchio speleologo triestino, che ama profondamente la speleologia della città in cui ha operato e vissuto, vorrei dare un suggerimento ai miei concittadini speleologi: un po’ più di speleologia esplorativa e scientifica (congiunta), un po’ di più guardare al futuro, un po’ di più cercare le collaborazioni, un po’ meno di beghe!
Perché, di questo c’è bisogno, come di aprirsi molto di più all’esterno, di là del fatto che, inevitabilmente, la speleologia triestina dei “periodi d’oro” non può più ritornare: per semplici questioni di globalizzazione. Per farla comprendere ai giovani che non l’hanno conosciuta, lascio il campo agli storici; e già qui si vede che stiamo parlando del passato.
Se qualcuno obbiettasse che le mie parole suonano come un “buonismo di maniera” e che le cose non stanno così – ebbene – io sarei il più felice degli speleologi, però l’evidenza dei fatti parla diversamente.
Traendo spunto dalla riflessione del mio amico Tavagnutti (o del suo amaro sfogo, che dir si voglia), il “rincorrere giochi di potere” (che, come Maurizio fa capire, animavano i convenuti) altro non è che una distorsione della realtà da parte di alcuni, giacché la speleologia, per il 99%, è volontariato. Di che razza di potere parliamo? Si dirà – ribattendo – che il dibattito acceso (leggi… le beghe) crea ricchezza di opinioni e diversità, per il bene ultimo, che sarebbe poi la speleologia… ma è arduo crederci. Poi, sempre dalla nota di Maurizio, risulta come l’argomento più gettonato sia il catasto (…psicodramma nato, vissuto e combattuto “in casa”), mostrando perciò orizzonti abbastanza ristretti, giacché il “peccato originale” del catasto (che va cercato lontano) sta tutto, e per intero, dentro la stessa legge regionale, iniqua, dell’appunto lontano 1966, che lo aveva previsto imbrigliato in una sorta di monopolio (mascherato), il quale si perpetuato, pervicacemente (reiterando il “peccato originale”), con il passaggio alla Federazione, invece di lasciare spazio alla progettualità e alla concorrenzialità come avviene in qualsiasi campo ove si finanziano servizi e si stanziano contributi (che possono essere anche al 100%). E allora, cosa pretendiamo? D’accordo, tutto si può migliorare ed è migliorabile, ma la documentazione di base del catasto è quella che è, o meglio che si è ereditata, o meglio ancora quella che in decenni si è voluto produrre (più o meno scientemente), anche appellandosi, in modo farisaico, ai contenuti del regolamento della convenzione regionale. E dalle rape non si tira fuori sangue.
Peccato che si continui così, mi dispiace per i nostri speleologi. Invito quindi i giovani a pensare sempre più con la propria testa e, se avessero veramente passione, sincera, per la nostra bellissima disciplina, andare avanti a dispetto di tutto e di tutti. Qualcosa di buono salterà fuori!
Un caro saluto a tutti i miei vecchi amici. E ai tantissimi giovani che non conosco; a loro dico: vorrei essere al vostro posto.
Rino Semeraro
Caro Maurizio, dato che nel tuo articolo mi hai chiamato in causa, ho deciso di risponderti.
Posso capire la tua delusione per la mancata elezione a Presidente della FSR, ma trovo di cattivo gusto che il candidato perdente si lasci andare ad accuse contro tutti, assenti compresi, colpevoli di non averlo sostenuto. La democrazia ha fatto il suo corso, e sarebbe stato più “elegante” da parte tua prenderne atto e magari chiederti in cosa hai sbagliato o in cosa hai mancato, anziché evocare “intrighi e giochi di potere” o “conflitti tra gruppi speleologici”, dando un’immagine della speleologia regionale che francamente non vedo nella realtà.
Quella che per te è stata una brutta pagina della speleologia regionale, ad altri è parsa una giornata di risveglio e una speranza di rinascita per la Federazione e per la speleologia regionale.
L’assemblea non è una riunione di salotto, ma rappresenta il momento di massima democrazia per un’associazione. In essa può parlare chi vuole e dire quello che pensa, in termini più o meno accesi e senza condizionamenti di sorta. Ciò premesso, non mi risulta che nella passata assemblea ci siano stati questa “acredine, odio, rancore, veleni, insinuazioni” da te citati, né contro Gherlizza, né contro altri.
Quanto al giudizio “politico” sulla gestione della FSR di questi ultimi anni e sulla situazione della FSR in generale, ognuno ha diritto alla sua opinione; evidentemente ci sono opinioni diverse. Per te, mi par di capire, tutto andava bene. Per altri la Federazione era “agonizzante”.
Riguardo ai miei interventi sulla gestione del Catasto, da te citati, essi rispecchiano, come si è visto, le perplessità e gli interrogativi di molti, interrogativi ai quali, né tu né altri consiglieri avete saputo rispondere. Il futuro ci dirà se le mie segnalazioni sono stati utili o no; il cambio ai vertici della Federazione fa ben sperare.
Definire “eterna avversione contro il programma informatico della Spin”, le mie critiche ai ritardi ed alle disfunzioni e le mie proposte di miglioramento e modifica, la dice lunga sull’atteggiamento negativo tenuto da te e da altri come te, chiusi sulla difensiva e timorosi di ogni ingerenza; col risultato di scoraggiare ogni collaborazione.
Ti lamenti che i gruppi triestini abbiano contestato il Catasto, proprio loro che, a tuo dire, sono stati i “principali fautori” nel portare il Catasto in Federazione. Ma suvvia! Questo passaggio è stato fatto perché le cose andassero meglio, non perché andassero peggio; quindi ora hanno doppiamente ragione a protestare se le cose non vanno bene!
Dulcis in fundo: progetto targhette. Io stesso ho espresso recentemente delle preoccupazioni sulla gestione del progetto, ma sentirti affermare che è una “gestione disastrosa”, sinceramente mi sembra esagerato! Per non parlare delle allucinanti motivazioni che dai!
Chiudo con un cenno al tuo discorso di candidatura. Visto che hai definito i miei interventi “inconcludenti” non ti offenderai se definisco il discorso che hai fatto “inesistente”. Capisco che ti sei presentato come uomo del fare, ma “fare” questa figuraccia potevi evitarlo.
Cari saluti.
Costantino Bottoli
Caro Costantino,
la tua lettera pubblicata sulla Gazzetta merita senz’altro una risposta ben ponderata.
Innanzi tutto posso confermare la mia delusione, non per la mancata elezione ma molto più profondamente perché volevo risollevare le sorti di questa Federazione, che non dimenticarlo, io sono stato uno dei principali promotori a partire da una lontana assemblea dei gruppi regionali da me promossa nel corso di uno dei tanti incontri denominato “Triangolo dell’Amicizia”, svoltosi a Cave di Selz a Ronchi dei Legionari. E poi, concludendo l’atto notarile della sua costituzione qui a Gorizia. Non credo di aver fatto molti errori (che pur ci sono stati) ma senz’altro ho mancato politicamente nell’adattarmi ai “giochi di potere” che a qualcuno magari sono più congeniali.
A proposito vorrei ricordarti che proprio tu, ben prima dell’elezione di Franco Gherlizza a presidente, mi avevi confidato la tua avversione nei suoi confronti e anche verso la Martinuzzi per motivi ideologici più che di merito. Del resto in questo senso hai sempre agito nei tuoi logorroici ed inconcludenti interventi durante e fuori dalle assemblee. Caro Costantino, stai mentendo sapendo di mentire quando affermi che non ci siano stati motivi politici per denigrare la gestione passata.
Mi parli di una Federazione “agonizzante”? Piuttosto io direi di una Federazione, più che di gruppi, di persone stanche di sentire sempre le solite polemiche cavillose e inconcludenti; di persone stanche di venire alle assemblee e perdere ore a sentire i “soliti quattro” ad affermare che manca sempre il puntino sulle ”ì”; di persone stanche e demoralizzate di sentire i discorsi logorroici e inconcludenti, fatti solamente per contrastare il direttivo colpevole solo di appoggiare il “nemico” Franco Gherlizza.
Mi parli che ho dato un’immagine della speleologia regionale distorta e che tu francamente non vedi, ma Costantino dove vivi? Ci sei o ci fai? Sei mai andato ai vari convegni e raduni fuori regione o fuori dai confini nazionali? Hai visto la Speleologia (quella con la “S” maiuscola) cosa produce e come lavora? Sinceramente non ti ho mai visto.
Fortunatamente in questo frangente ho avuto la solidarietà anche di molti speleologi triestini, non solo di quelli friulani (Sacile purtroppo è lontana dal Friuli) ed è per questo che non mi vergogno a dire, che sì! Sono rimasto un po’ deluso per aver perso l’occasione per rafforzare, affermare e promuovere l’attività della Federazione Speleologica Regionale del FVG. Adesso, che grazie alla gestione Gherlizza, molte cose si erano semplificate; molta burocrazia eliminata; i rapporti con la Regione FVG molto più fluidi; i conti a posto; il Catasto Grotte ad un buon punto di gestione, ecc. ecc. Peccato! Abbiamo perso una buona occasione!
Mi parli della speranza di rinascita per la Federazione e per la speleologia regionale? Ma Costantino, ne sei veramente convinto? Per il momento io vedo solo la speranza! Da febbraio ad oggi (metà aprile) non abbiamo ancora un nome per il Curatore del Catasto Grotte; la regione non ha ancora liquidato la seconda trance del contributo per la gestione del catasto, per cui ora per pagare le dipendenti stiamo utilizzando il fido (che ovviamente comporta costi aggiuntivi); il responsabile per le targhette è inesistente visto che non ha mai risposto alle nostre numerose richieste per l’invio delle liste delle grotte da traghettare. Per questi motivi una parte della speleologia regionale è sempre più disamorata della Federazione (quella isontina senz’altro). Non quindi una Federazione “agonizzante” ma dal clima reso irrespirabile da questi molteplici fattori promossi solo per motivi ideologici che nulla avevano a che fare nel merito della sua gestione. In effetti, a parte le tue performance fondate sul nulla, le critiche sono arrivate solo dall’area triestina, neanche tutta. Intanto nel frattempo il Presidente della Federazione ha avuto un cordiale incontro con il tecnico informatico della ditta Spin, deputata alla creazione del nuovo programma di gestione del Catasto, e sembra che ora tutto vada bene. Ma come? Costantino, non dicevi peste e corna di questa ditta! Forse te lo sei dimenticato per strada o forse sarà stato il tuo intervento risolutore a far si che ora sia tutto OK!
Concludo questa mia dicendo che sì, ho perso una buona occasione per il fare, per dare il mio contributo ad una cosa in cui credo e che ho speso una parte della mia vita per realizzarla senza ulteriori fini, l’ho persa onestamente senza compromessi o giochi sottobanco. Tutto quello che ho esposto più sopra, conferma però le mie certezze, credo che abbiano vinto le opportunità ideologiche più che le questioni di merito.
Cordiali ed affettuosi saluti
Maurizio Tavagnutti