Nel pomeriggio di venerdì 6 giugno mi arriva dal Catasto delle Grotte del FVG una segnalazione che la ditta che sta eseguendo la manutenzione in un tratto di oleodotto nei dintorni di Fogliano ha dovuto sospendere i lavori perché sotto i loro piedi si è aperta una grotta che a loro dire è molto profonda. Presi contatti con l’Ispettorato Foreste di Gorizia e con Ing. Marcetta, responsabile della sicurezza nel cantiere, e avvisati il Presidente della Federazione Isontina e la Rappresentante dei Gruppi Grotte della Provincia di Gorizia, sabato mattina accompagnati dai tecnici della ditta che hanno eseguito lo scavo ci siamo recati nel cantiere dove si è aperta la grotta. Con nostro grande stupore ci siamo trovato davanti una grotta con la G maiuscola.
Morfologicamente definibile come un pozzo fusoide concrezionato da coralloidi e stalattiti e con andamento prevalentemente verticale impostato su una frattura che ha orientamento N-S. Dal lancio di una pietra si è subito capito che si trattava di un fenomeno molto profondo. Un primo rimbalzo, un secondo, un terzo, un quarto e un lontano tonfo. L’esperienza insegna che quando ci sono dei ripiani la profondità va calcolata con prudenza, comunque un pozzo d’ingresso da sogno.
Presi dall’euforia ma frenati dalla pochezza dei materiali, avevamo solamente un corda da 20 metri, ci siamo infilati dentro per verificare la consistenza della roccia dell’ingresso.
In considerazione del fatto che fuori ci aspettava un operaio che aveva il compito di richiudere per sicurezza l’ingresso con dei tavolati abbiamo optato per ritirarci in buon ordine dopo aver fotografato gli ambienti fino a quel punto visti e annotato le principali misurazioni topografiche.
Usciti abbiamo relazionato all’ingegnere responsabile alla sicurezza nel cantiere e abbiamo concordato, visto la solidità delle rocce, un intervento di ponteggiatura in legno che permettesse la continuazione dei lavori di manutenzione e nello stesso tempo la futura esplorazione del “buco”.
Di ritorno siamo passati a Ronchi dei Legionari dall’Antonella Miani per passare le consegne per la futura esplorazione.
A casa, da una ricerca puntuale delle cavità della zona fatta da Luciano la triste scoperta; dal sito del Catasto Regionale delle Grotte del FVG si trattava della 1521 Grotta presso Redipuglia. Un pozzo da 63 metri scoperto 45 anni fa scavando la trincea dell’oleodotto che però non è stato minuziosamente esplorato perché dovevano richiudere la trincea. Dalle note desunte dal Catasto si apprende che alla profondità di 8 metri sotto il livello del mare il Gruppo delle Talpe del Carso ha individuato sul fondo della cavità fra i sedimenti tracce evidenti della risalita temporanea delle acque di fondo.
Dopo 45 anni, grazie alla sensibilità della ditta che esegue i lavori, speriamo si possa esplorare completamente questo interessante abisso.
Da Fogliano Furio Premiani
Ultimi commenti