Conclusa la terza campagna esplorativa organizzata dalla Società Adriatica di Speleologia con gli speleosub francesi. Scoperte ampie gallerie nel fiume carsico più misterioso del mondo.
di Pietro Spirito (da Il Piccolo del 17.08.2015 – link articolo)
TRIESTE Oltre trecento metri complessivi di nuove gallerie sommerse esplorate, record a -60 con ulteriori 70 metri orizzontali al Pozzo dei Colombi superando il limite del ’93 e nuove indagini sulla portata del fiume realizzate dall’Università di Trieste. Ma, soprattutto, una nuova caverna “a pelo libero”, cioè non sommersa, a duecento metri di distanza dal Lago Boegan nell’abisso di Trebiciano, scoperta che aggiunge un tassello fondamentale alla “mappa” della grotta storicamente più importante per Trieste.
Sono i primi risultati della terza spedizione del progetto Timavo System Exploration messo in campo dalla Società Adriatica di Speleologia con un team di speleosub francesi e il supporto di numerose squadre speleo non solo di Trieste ma anche della vicina Slovenia. Quella appena terminata più che una spedizione speleo-scientifica internazionale ha rappresentato un vero e proprio assalto ai segreti del Timavo, uno dei fiumi carsici più misteriosi e affascinanti del mondo, che nasce in Croazia, corre in superficie in Slovenia attraversando la spettacolare Valle di Mulini, sparisce nelle altrettanto spettacolari voragini della Grotte di San Canziano per far capolino nelle ampie caverne di alcune grotte e abissi – come la Grotta di Trebiciano e della Lazzaro Jerko – e ricomparire infine alla luce del sole alle risorgive di Duino.
Del percorso sotterraneo del fiume, che si sviluppa in gran parte nel ventre dell’altopiano carsico, si sa molto poco, e ricostruire l’intricata mappa del Timavo – il “fiume della notte” – è un’attività che appassiona generazioni di speleologi e geologi da oltre due secoli. Da tre anni la Società Adriatica di Speleologia ha rilanciato alla grande l’esplorazione di quelle che sono considerate le due principali “chiavi di volta” per svelare i segreti del fiume sotterrano, la Grotta di Trebiciano e il Pozzo dei Colombi, il primo sull’altipiano carsico il secondo a un passo dalle foci, arruolando una delle migliori squadre al mondo di speleosub, i francesi Michel Philips, Jeremie Prieur-Devron, Maxence Fouilleul, Cristian Morè, Brice Masi e Marc Douchet, guidati dal “mitico” Claude Touloumdjian. Per una settimana gli speleosub d’oltralpe si sono calati nelle acque torbide, gelide e profonde del Timavo sotterraneo, portando in superficie nuovi tasselli di quel complicato puzzle che è la geografia sommersa del fiume.
«L’esplorazione – dicono Marco Restaino, Piero Luchesi e Paolo Guglia dell’Adriatica di Speleologia – è proseguita lungo le gallerie in parte già esplorate l’anno scorso all’abisso di Trebiciano, e in profondità nel Pozzo dei Colombi, dove è stata superata la quota raggiunta nel 1993». «Ma soprattutto – continuano – la scoperta di un’altra caverna nel complesso del Trebiciano apre nuove prospettive dal punto di vista esplorativo». I risultati, le foto e i video realizzati, saranno resi noti una volta elaborati “a tavolino”. Ma intanto già qualche dato emerge dalle contestuali sperimentazioni e ricerche scientifiche svolte in questi giorni: i ricercatori Luca Zini, Chiara Boccali ed Enrico Zavagno dell’Università di Trieste hanno avviato un rilevamento per la definizione della portata dell’acqua nell’abisso di Trebiciano, attraverso l’utilizzo di un tracciante di tipo chimico, registrando una portata, in fase di magra, di 0,6 metri cubi al secondo.
L’esperimento è stato promosso e seguito da Fabio Gemiti e dallo studioso Mario Galli. Alle varie fasi esplorative – che hanno bisogno di un grosso sforzo logistico per portare materiali e attrezzature – hanno partecipato anche altri gruppi speleo, da quelli sloveni come Carnium Kranj, “Danilo Remškar”, Sežana, Logatec e Temnica ad associazioni quali il gruppo speleo Grmada, il Gruppo Speleologico Monfalconese “A.D.Fante” e il Gruppo Jospdt.
Sono un Triestino che da molti anni risiedo a Canberra, Australia.
Visitai l’ abisso di Trebiciano nel lontano 1955 assieme a speologi dell’ Alpina delle Giulie.
Nelle mie visite a Trieste, assieme al caro amico Pino Stok e
compagni australiani siamo scesi al fondo circa quattro volte. Per me’ essendo appasionato di grotte, quando sono sul fondo e sento lo scorrere del Timavo mi sento a casa ossia parte del Carso che tanto amo. Lo spero di rivisitare l’abisso nel 2017.
Cordiali saluti a tutti gli speologi triestini