È passato un anno dall’affidamento dell’incarico di conservatore del Catasto grotte regionale, ritengo quindi sia trascorso il tempo sufficiente per rendere pubbliche alcune mie riflessioni.
Prima precisazione: non sono coinvolto dall’amministrazione regionale in nessuna politica e in nessuna manovra in atto. L’idea dell’approccio ecosistemico è stata mia ed è stata condivisa dall’arch. Bertolini quando mi ha affidato l’incarico. La proposta del mio nominativo è partita dall’ufficio catasto sentito il parere del Presidente della Federazione Speleologica Regionale.
Punto due: l’ecologo considera il paesaggio “un livello di organizzazione biologica”, ma questo non significa assolutamente che tutte le componenti del paesaggio debbano essere descritte considerando quella biologica prioritaria.
Condivido pienamente quanto scritto dal collega Finocchiaro e propongo, sulla base del suo documento, per le cavità ipogee, la seguente graduatoria di valori:
- acqua,
- morfologia ipogea,
- aspetti mineralogici,
- aspetti archeologici,
- aspetti biologici,
- impatto antropico.
Chiaramente la discussione non è chiusa. A Gorizia, il 27 giugno in occasione del 35° Triangolo dell’Amicizia, come ha affermato Semeraro, noi ecologi che altro potevamo fare se non presentare quello che studiamo? L’incontro se non altro è servito a smuovere qualche animo. Adesso c’è bisogno di organizzare un nuovo incontro in cui si parli esclusivamente degli aspetti abiotici per colmare il buco che effettivamente c’è stato a Gorizia.
Rispondo a Tavagnutti, ringraziandolo per la sua disponibilità nell’inserire l’incontro nell’evento isontino: l’incontro non è stato preparato in fretta e furia e per soddisfare le esigenze della Regione. Al mio Dipartimento abbiamo lavorato duramente per settimane e potevamo tranquillamente chiedere un posticipo alla Regione a settembre. L’Università, inoltre, non ha bisogno di cercare spazi a discapito del mondo della speleologia e il sottoscritto, questo lo aggiungo io, non gode di nessun genere di rimborso per fare il conservatore, non l’ho mai minimamente pensato, e non mi servirà minimamente per la mia carriera universitaria, anzi…
Punto quattro, sicuramente il più importante: ritengo il Catasto regionale delle grotte, assieme agli altri catasti, un bene prezioso per la collettività e ritengo che soli i gruppi speleologici siano in grado di fornire questo servizio, data la loro passione, competenza e conoscenza. Trattandosi di un servizio è lecito pensare che la Regione in qualche modo li sovvenzioni.
Punto cinque: il supporto informatico. Ho chiesto ad alcuni miei colleghi esperti GIS, sparsi per l’Italia, di esprimere un parere sull’interfaccia del catasto e di fare alcune prove di interrogazione. Tutti si sono complimentati e lo ritengono di qualità superiore al normale standard. Ora tutto è migliorabile ed è giusto che lo sia, però non mi sembra che il software che utilizziamo sia uno sperpero inutile di soldi. Il problema sono spesso le persone che dalla segnalazione passano poi giustamente alla critica per arrivare esageratamente alla polemica. Per questo motivo è stato istituito un gruppetto di esperti informatici che fanno da filtro tra gli utenti e il programmatore e mi sembra che la situazione sia migliorata.
Finale: quest’anno, grazie all’appoggio di diverse associazioni che hanno sostenuto la causa del catasto la convenzione è stata prorogata di un anno, ma adesso in vista di questa nuova legge sulla speleologia non basteranno le associazioni per salvare la situazione e allora, come afferma Semeraro, e io da ultimo arrivato, è ora che i gruppi speleologici si “sveglino”.
Il Conservatore
Alfredo Altobelli
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