La Regione rivede il budget a favore delle associazioni. Premiani: «Un salto di qualità che attendevamo da tempo»
di Ugo Salvini (da Il Piccolo del 7.1.2017)
TRIESTE. Gli speleologi triestini tornano al centro dell’attività di controllo e di censimento delle cavità del Carso, sotto l’egida dell’Assessorato regionale per l’ambiente. Avranno principalmente la funzione di verifica dello stato di inquinamento delle grotte dell’altipiano e di tutto la provincia, ricoprendo un ruolo di primario rilievo nella tutela del territorio.
Per poter rispondere al meglio a questa esigenza, che riguarda l’intera collettività, i nove gruppi locali che si occupano di speleologia e che aderiscono alla Federazione regionale (Fsr) potranno beneficiare del sensibile aumento delle risorse finanziarie messe loro a disposizione dalla legge regionale n. 15 del 14 ottobre 2016.
«In luogo dei 15 mila euro di cui potevamo disporre fino a due anni fa – spiega Furio Premiani, presidente della Fsr per il Friuli Venezia Giulia – per il 2017 la Regione ci garantirà una somma di 82 mila e 363 euro, che con ogni probabilità sarà riproposta anche nel 2018».
In proporzione, crescerà anche la disponibilità per i gruppi dell’isontino e del Friuli: complessivamente, le 23 associazioni che, in Friuli Venezia Giulia, si occupano di speleologia, passeranno da un contributo totale di circa 50mila euro, che arrivava loro attraverso le Province, ai circa 230 mila attuali, messi a disposizione dalla Regione.
Un considerevole salto di qualità, al quale si accompagna anche un’altra decisiva novità: gli speleologi non saranno più accorpati, per quanto concerne l’organizzazione delle varie attività, all’assessorato regionale per lo Sport, ma saranno coordinati da quello per l’Ambiente.
«Un cambiamento che attendevamo da tempo – riprende Premiani – perché obiettivamente con lo sport c’entriamo poco. Molto più specifico il riferimento alla tutela dell’ambiente – precisa il presidente regionale della Frs – che ci vede impegnati in prima fila». La fase di declino dell’attività degli speleologi regionali era iniziata nel 2007, quando si stabilì che avrebbero dovuto essere le Provincie a fungere da ente di riferimento.
«Cominciò in quel momento – ricorda Premiani – un decennio di grandi difficoltà per noi, a causa della progressiva diminuzione dei finanziamenti a nostro favore. A un certo punto, non avevamo nemmeno i soldi per comperare le corde e, di conseguenza.
Per molti è difficile capire l’importanza della speleologia e della nostra instancabile opera scientifica. Ora, con la promulgazione della legge regionale n. 15 che sostituirà de facto l’obsoleta legge regionale n. 27 del ’66 tutto cambierà in meglio».
In questo nuovo testo, è stata fra l’altro meglio definita la figura dello speleologo, posta in un contesto riguardante aspetti puramente geologici. «Va dato atto all’assessore Sara Vito – conclude Premiani – dell’attenzione dimostrata nei confronti dei problemi del mondo della speleologia». I gruppi triestini beneficiari dei nuovi contributi sono il Club alpinistico triestino, l’Alpina delle Giulie, il Gruppo San Giusto, la Società adriatica di speleologia, il Gruppo triestino speleologi, la Trenta Ottobre, il Gruppo grotte Carlo Debeljak, il Gruppo Flondar e l’Associazione sportiva Grmada.
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