Due giorni fa Renzo Moro (l’Architetto) ha dato il “recupera” ed è risalito, uscendo dopo l’esplorazione di questa vita.
Speleologo del CSIF Udine molto attivo fra gli anni ’50 e ’60 del secolo ormai passato, rimasto uno speleologo anche quando destinò la carbura a fungere da lampada per girare in giardino la notte. Alla nascita del soccorso speleo fu fra i primi soccorritori e ripeteva orgoglioso che del soccorso si è per sempre, tanto che nello zaino aveva come talismano il suo distintivo, che ogni tanto tirava fuori per ripulirlo, negli anni delle scalette era uno di quelli a cui non dispiacevano le verticali fino a cento metri tutti d’un fiato, ma non si adattò mai alla corda.
Molti forse lo ricorderanno come quel tipo dall’aria perennemente imbronciata che frequentava i raduni speleo, indossando un montgomery bianco (residuato bellico della marina britannica) e un cappellaccio a falde larghe, scambiando vino a ogni stand dello SpeleoBar e distribuendo un terrificante bidistillato da fermentato d’uva da lui prodotto nel garage di casa. Il tutto fra una manciata di arrosticini e l’altra, chiacchierando di grotte e speleologi con giovani e anziani. Ricordo una sera in cui si mise a parlare con degli speleo veneti molto giovani, che non conoscevo, delle grotte dell’Altopiano di Asiago, e quelli alla fine gli chiesero come si chiamassero lui e i suoi compagni. Sgranarono gli occhi e lui rise un bel po’, convinto che nessuno ricordasse delle esplorazioni del CSIF in zona Zebio e Zingarella.
Curioso, incrollabile nella sua fede nel metodo scientifico, grande documentatore (ma firmando raramente gli articoli) e fisicamente indistruttibile, ha percorso oltre mezzo secolo di speleologia, in grotta e fuori.
Domattina alle 10:30 presso le celle mortuarie di Udine, in via Chiusaforte, gli daremo un saluto in tono minore e rigorosamente “laico”, come da sua volontà. Un brindisi lo faremo alla festa per il 120° del “suo” Circolo, il 23 settembre.
Mandi papà.
Mayo
(Giuseppe-Adriano Moro)
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Notizia ripresa da SpeleoIt.
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