Riprendiamo qui il testo dalle ultime Cronache Ipogee. Per chi avesse piacere di dare un ultimo saluto a Gianni Spinella, il funerale si svolgerà martedì 6 febbraio alle ore 8.40 all’obitorio del cimitero di Sant’Anna a Trieste.
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Giovanni Spinella, Grottista!
Ci ha lasciato silenziosamente come quando in Carso andavamo in battuta di zona e trovava una serie di doline che lui non aveva ancora esplorato e che gli sembravano promettenti, salvo ricomparire magicamente quando si decideva di rientrare o di andare in qualche bettola o osmiza.
Era lì, al caldo con un bicchiere di vino, o nei giorni di ritrovo in sede, che si apriva con noi con i suoi insegnamenti, aneddoti e ricordi, e tante risate. Non gli piaceva il suo nome e si faceva chiamare Gianni o come soprannome in gruppo, Janko.Già da giovanissimo si avvicinò alla speleologia, passione che influenzò tutta sua la vita e lo portò ad iscriversi alla facoltà di Geologia all’università di Trieste, a muoversi attraverso l’Italia alla ricerca di nuove grotte, cavità artificiali, minerali e fossili, fino alla sua amata Mori in Trentino, dove viveva parte della sua famiglia e dove passava le vacanze estive d’infanzia assieme ai suoi cugini.
Il suo primo incontro con quello che sarebbe diventato poi il suo gruppo grotte ebbe luogo da giovanissimo, quando una mattina passeggiando con suo padre, passando davanti ad uno scantinato aperto, la sua attenzione fu subito catturata da vecchie scale in legno e corde di manila, che riuscirono a far dire a suo padre soltanto: “Sti qua xe proprio poveretti” … ma nel suo cuore fecero breccia da subito.
Quel gruppetto di giovani sotto l’ala protettiva di Romano Ambroso e Gianfranco Bertini di lì a poco sarebbe tornato a chiamarsi R.E.S.T., gruppo che grazie all’impegno e alla volontà di Gianni ed altri dal 1977 sarebbe diventata un’associazione riconosciuta. Da quell’anno e per i successivi 40 anni come presidente del gruppo continuò l’opera di divulgazione sul carsismo e raccolse intorno a sè molte generazioni di giovani, educandoli ad amare il Carso ed a salvaguardarne le bellezze: la sua ricerca metodica e infaticabile è raccolta in infiniti quaderni con segnate posizioni, appunti e rilievi nel suo tascapane.Con una giacca militare e sempre con sé qualcosa da fumare (la sigaretta o la pipa), così lo si poteva vedere alla ricerca di nuove grotte attraverso il Carso, in lunghe camminate o intento nella sua ostinata passione per le grotte perdute, dal III° di Gropada alla Nera di Prepotto.
Gianni era sempre aperto alle amicizie e benvoluto non solo in tutti i gruppi grotte, ma anche nel mondo dell’associazionismo, a cui si dedicò con passione per portare avanti il suo credo e il suo impegno politico.Sempre a testa alta nonostante la malattia e le avversità della sua vita, Gianni ha lasciato un vuoto nel cuore di tutti i suoi amici e conoscenti, che potranno tuttavia portare sempre con sé nel suo ricordo la ricchezza dei suoi insegnamenti, la sua semplicità nel vivere le cose, la sua tenacia nel non arrendersi nelle difficoltà.
Ciao Gianni.
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