Manifestazioni passate
Tavola rotonda sulla “sicurezza in grotta”

Quello del 18 ottobre è stato un sabato ricco di avvenimenti dedicati alla speleologia; in concomitanza della “Giornata Nazionale della Speleologia” anche nella nostra regione si sono svolte numerose iniziative su questo argomento.

La Federazione Speleologica Isontina ha colto l’occasione per organizzare a Monfalcone una tavola rotonda per studiare ed approfondire un tema molto importante relativo alle metodologie e tecniche di progressione atte a garantire la sicurezza in grotta.

La manifestazione andava a concludere un programma molto più vasto, dedicato a questo tema, che gli speleologi isontini hanno iniziato già lo scorso anno con diverse iniziative atte a sviscerare tutti gli aspetti relativi ad un corretto avvicinamento all’ambiente sotterraneo. La validità dell’iniziativa è dimostrata dai numerosi patrocini avuti tra cui spicca quello del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy, e quelli della provincia di Gorizia, del Comune di Monfalcone, della Federazione Speleologica Regionale e della Società Speleologica Italiana. A conferma della validità e dell’interesse che questa iniziativa ha suscitato, la Società Speleologica Italiana, tramite il noto speleologo Giovanni Badino, uno dei massimi esperti in campo nazionale, ha voluto essere presente con una relazione di alto contenuto tecnico relativa alle più comuni tipologie e cause degli incidenti in grotta successi negli ultimi 20 anni. La tavola rotonda, che si è svolta nella magnifica sala conferenze del ricreatorio “S. Michele” a Monfalcone, è stata aperta con una breve relazione del presidente della Federazione Speleologica Isontina, sig. Ferdinando Zimolo, il quale ha tenuto a ribadire l’importanza e l’attenzione che l’argomento “sicurezza” riveste nella nostra regione. Ha poi proseguito ribadendo l’intenso lavoro che gli speleologi isontini stanno portando avanti, ormai da due anni, per promuovere questo progetto. La tavola rotonda poi è entrata nel vivo dell’argomentazione dando lettura della relazione di Badino che, attraverso un’analisi degli incidenti degli ultimi venti anni, ha messo in luce un dato estremamente significativo e cioè che, grazie alle nuove tecniche di progressione, oggi l’andare in grotta è diventato più sicuro. A questa ha fatto seguito la relazione di Franco Gherlizza che ha messo in particolare risalto il lavoro di prevenzione degli incidenti nelle discese ed esplorazioni in grotta. Giacomo Nussdorfer ha poi proseguito illustrando i notevoli progressi che la speleologia ha fatto nel campo delle attrezzature. Il relatore, nella sua esposizione, ha voluto sottolineare la grande evoluzione tecnologica che tutti i materiali hanno subito nel corso degli ultimi dieci anni creando così le premesse per permettere una sempre maggiore sicurezza nelle esplorazioni. Nel dibattito è intervenuto anche Ferdinando Burlini che, con la sua esperienza di subacqueo, ha voluto portare a conoscenza la sua personale esperienza in campo speleologico. In conclusione della tavola rotonda, di fronte ad un numeroso pubblico, il dott. Marco Vecil, valente speleologo nonché medico del soccorso speleologico, ha fatto rilevare che la speleologia, pur rimanendo tra le pratiche umane con un certo margine di rischio, è oggigiorno resa più sicura dall’alto livello tecnologico raggiunto dalle attrezzature impiegate. Nonostante ciò, Vecil ha voluto precisare che, senza un’adeguata prevenzione, ogni nostro sforzo potrebbe risultare vano; prevenzione che potrebbe cominciare dalle piccole cose come l’attenzione all’usura degli attrezzi e non trascurando nemmeno l’abbigliamento o quant’altro, basandosi solamente su delle brevi esperienze acquisite nel corso di brevi esplorazioni o frequentazioni in grotta. Il presidente della Federazione Speleologica Isontina ha quindi concluso il dibattito annunciando che quanto prima tutte le relazioni relative a questa e alla precedente tavola rotonda saranno raccolte e pubblicate e messe a disposizione gratuitamente di tutti coloro che ne faranno richiesta. (MT)

Messa

Domenica 9 novembre è stata celebrata nell’antica Chiesa di San Giovanni in Tuba al Timavo (TS) una messa in suffragio di tutti quelli che in ogni tempo e con qualsiasi motivazione sono scesi nelle grotte della nostra regione. Un ricordo particolare è stato dedicato a coloro che hanno perso la vita svolgendo attività speleologica, dai quattro asfissiati alla Grotta dei Morti a Alberto Lazzarini, vittima di un malore nella Lazzaro Jerko. Il rito è stato officiato da don Giorgio Giannini, parroco di Duino e membro del Gruppo Speleologico Flondar, in gioventù anch’egli grottista con la CGEB, il quale ha parlato degli impulsi che spingono certi umani verso il mondo sotterraneo. Per quanto l’appuntamento sia stato annunciato attraverso i vari mezzi d’informazione (stampa quotidiana, e-mail ai gruppi regionali, inviti personali), la partecipazione è stata alquanto scarsa, a riprova che la tendenza al laicismo da parte della speleologia è sempre la stessa. Per lo spirito e le finalità dell’iniziativa il numero degli intervenuti non aveva molta importanza, ma la constatazione che non è venuto nessun congiunto dei tanti esploratori scomparsi induce a qualche ripensamento, ma siamo certi che tutti gli invisibili erano presenti e grati per il nostro ricordo. Probabilmente la scelta del giorno e dell’ora non è stata la migliore e se ne terrà conto al momento di programmare il rito del prossimo anno. (DM)

Carlo Marchesetti e i castellieri – 1903-2003

Organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità “Leonardo Ferraro” dell’Università degli Studi di Trieste, si è svolto nella magnifica cornice del castello di Duino, nei giorni 14 e 15 novembre, un convegno internazionale di studi sui castellieri carsici dedicato a Carlo Marchesetti. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno del Comune di Duino-Aurisina (TS), dell’Assessorato alla Cultura, dell’Agenzia di Informazione e di Accoglienza Turistica di Trieste e della Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia. Numerose sono state le relazioni presentate da parte di un folto gruppo di studiosi provenienti dalle vicine Slovenia, Croazia, Austria e Germania, e naturalmente dall’Italia. Il convegno è stato una buona occasione per prendere contatti con alcuni studiosi di oltre confine impegnati nello studio di alcune cavità preistoriche del nostro Carso. Nel corso del convegno sono state infatti presentate anche alcune relazioni riguardanti le nostre cavità, in particolare:

  • Emanuela Montagnari Kokelj – “Le grotte al tempo dei castellieri”.
  • Dorotea Riccobono – “Grotte e castellieri: studio ed analisi di due tipi di evidenze archeologiche del Carso con l’ausilio della metodologia GIS”.
  • Federico Bernardini, Ambra Betic – “San Canziano del Timavo nei taccuini di Carlo Marchesetti”.

Ma non meno interessanti sono state alcune relazioni riguardanti il Friuli, ed in particolare quella di Lidia Rupel su “Prime considerazioni sulla presenza di castellieri protostorici nelle Valli del Natisone”. (MT)