Il Carso triestino continua a riservare sorprese a quanti hanno la pazienza di effettuarvi ricerche di qualsiasi tipo. Anche una caverna arcinota e supervisitata come la Grotta Pocala, il cui ingresso si apre a poca distanza dal paese di Aurisina (TS), è assurta agli onori della cronaca per le recenti importanti scoperte di natura paleontologica. A dire il vero già verso la fine dell’Ottocento erano cominciate delle vere e proprie campagne di ricerca che avevano portato alla luce numerosissimi resti di animali vissuti in epoche ormai remote. Una seconda campagna di scavi era stata poi condotta dal Battaglia tra il 1926 e il 1929, ma bisogna attendere il 1998 perché si dia il via ad uno studio moderno e sistematico, in grado di utilizzare le attuali e sofisticate strumentazioni a disposizione degli attuali studiosi. Sotto la guida del dott. Ruggero Calligaris, un folto gruppo di studiosi, provenienti anche dall’Austria e dalla Slovenia, riuniti sotto l’egida dell’associazione “Ere remote”, riprende lentamente gli scavi, abbinando ricerche paleontologiche ad accurate analisi geologiche, anche grazie ad un carotaggio di una ventina di metri effettuato sul fondo della caverna. Un articolo pubblicato di recente sul quotidiano di Trieste ha reso noto che sarebbe stato raggiunto un livello estremamente interessante, caratterizzato dalla notevole presenza di ossa appartenenti all’orso delle caverne e ad altri animali dell’epoca. (da Il Piccolo del 18 ottobre) (MK)