Novità esplorative
Grotte in galleria a Trieste

Come ampiamente previsto, gli scavi che si stanno effettuando per la realizzazione delle gallerie destinate a terminare il collegamento autostradale tra Padriciano e Cattinara stanno incominciando ad intersecare numerose cavità, finora sconosciute e prive ovviamente di sbocco all’esterno. Nella galleria che scende dall’altipiano, lunga finora 430 metri e realizzata prevalentemente con l’uso di esplosivo, sono stati rinvenuti dei vuoti trasversali apparentemente privi di interesse, che sono stati rilevati e quindi ostruiti; va detto però che la tecnica di scavo utilizzata non permette ovviamente di mettere in evidenza cavità che, almeno nel tratto in cui vengono intercettate, mantengono dimensioni minori. Molto più interessante la cavità trovata con la galleria che da Cattinara procede in salita, lunga finora 550 metri, che viene realizzata con metodi tradizionali (martelli pneumatici) per evitare possibili danni e disturbi agli abitanti della zona. Questi scavi hanno intercettato una complessa cavità di dimensioni considerevoli, che tramite un pozzo di circa 25 metri prosegue per ora in direzione Est ed è ancora in corso di esplorazione. Della supervisione dei lavori si occupa Franco Cucchi, in veste di docente del Dipartimento di Geologia dell’Università di Trieste, nonché curatore del Catasto Regionale delle Grotte, che per i lavori di esplorazione e rilievo si avvale evidentemente di persone di sua fiducia. (da Il Piccolo del 28 novembre) (MK)

Abisso Kiki

La Società Adriatica di Speleologia ha trovato una nuova cavità che si colloca tra le più profonde del Carso triestino. Abbandonati per il momento i lavori in zona Trebiciano, i giovani della società triestina hanno ripreso gli scavi in una fessura individuata alcuni anni or sono sul Piccolo Lanaro, in comune di Monrupino. Con un modesto lavoro di scavo, sono quindi riusciti ad accedere a questo nuovo abisso di notevole interesse. La cavità, che raggiunge la notevole profondità di 196,5 metri, si sviluppa lungo una frattura nord-sud e si apre a 370 metri di quota. L’abisso, subito chiamato Kiki in onore della fidanzata dello scopritore, Marco Restaino, è a sviluppo prevalentemente verticale con ampi pozzi, scarsamente concrezionati, che si succedono nella dolomia. Nel corso delle esplorazioni sono stati trovati anche numerosi resti di animali che sono stati portati al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste per le analisi del caso. (da Il Piccolo del 22 ottobre) (MK)

Novità dalle Gallerie

Da sabato 18 settembre la Grotta delle Gallerie (420 VG) ha un nuovo ingresso. Va ricordato che di recente questa storica cavità della Val Rosandra (TS) è stata oggetto di accurate ricerche, scavi ed esplorazioni da parte dei “vecchi” della CGEB, che hanno aperto numerosi passaggi portandola a raggiungere quasi un chilometro di sviluppo planimetrico ed un centinaio di metri di profondità. Per di più le attente misurazioni delle correnti d’aria effettuate da Zanini avevano rivelato un sicuro collegamento con le non lontane grotte Gualtiero Savi e Martina Cucchi. Un paio di anni fa, sul ghiaione che dalla pista ciclabile conduce all’ingresso della Grotta delle Gallerie, Gianluca De Pretis ha individuato un modesto pozzetto percorso da una debolissima corrente d’aria. È iniziata così una dura campagna di scavi che ha coinvolto diverse persone di vari gruppi, fino a raggiungere un’interessante galleria a circa 30 metri di profondità, che termina con un’ostruzione ancora da forzare. Dalla parte opposta si alzava un ampio e concrezionato camino che è stato risalito in artificiale, sboccando per l’appunto nelle ampie gallerie che compongono le nuove diramazioni della Grotta delle Gallerie. (MK)

Scavi alla Marcella

Si allarga la campagna di scavi nel futuro sistema Grotta Soffiante di Rupinpiccolo – Grotta Marcella, 1145 – 840 VG. Il problema posto dalla Grotta Soffiante, aperta della CGEB nei primi anni ’60, periodo in cui condusse pure una breve campagna di scavi nella frana finale, si semplifica – teoricamente – con la riprova del suo collegamento con la Grotta Marcella. Che la Grotta Marcella aspirasse aria (almeno al termine della breve galleria posta alla base del secondo pozzo interno) era stato osservato nel gennaio 1991 allorché il fumo di un fuoco accesovi sparì fra i sassi e la volta, ma controlli successivi non avevano rilevato sul fondo della cavità movimenti d’aria significativi.

Nei mesi passati prove eseguite con il procedimento dell’aria forzata messo a punto da Zanini & C. hanno confermato non solo che sul fondo della cavità l’aria sparisce fra i massi, ma che la stessa è in diretta comunicazione con la Grotta Soffiante, distante una settantina di metri, dando ragione a chi da tempo ipotizzava un collegamento fra le due cavità. È stata quindi promossa una campagna di scavi sul fondo della Marcella con la rimozione della frana che occlude il fondo della galleria terminale; il materiale spostato viene sistemato nella parte alta della galleria e messo in sicurezza anche con l’impiego di tubi Innocenti. Il futuro ci dirà se il Carso triestino avrà un nuovo minisistema in più. (PG)

Spedizione in Spagna

A fine estate, una squadra mista di speleologi triestini (Alberti, Crevatin, De Curtis, De Ponte e Stenner) ha preso parte ad un’interessante esplorazione nella regione spagnola dell’Asturia Cantabria, condotta insieme a speleologi di Terni. Il gruppo umbro è infatti da anni impegnato nell’esplorazione di un nuovo abisso da loro scoperto e chiamato Thesaurus Fragilis. Nonostante le condizioni meteo avverse, che hanno anche comportato una piena, dopo aver installato un campo base a circa -600, sono proseguite le esplorazioni che hanno permesso, tra l’altro, la discesa di un bel pozzo di 160 metri. La profondità raggiunta è stata di 900 metri e le esplorazioni si sono bloccate per mancanza di materiali. Tutto fa pensare che sarà presto possibile arrivare ad un nuovo “meno mille”. (da In Città del 27 ottobre) (MK)