Curiosità
 

Era già successo in Canin, come insegnano i casi di Dobra Picka, dell’Abisso Zeppelin e del Gortani; era già successo sul Carso triestino, come insegnano i casi della Grotta Noè e della Grotta di Ternovizza di Bora 2000; è successo ancora, come appare da questo “appello” apparso sulla lista SpeleoIt che riportiamo integralmente, senza aggiungere alcun commento.

Taglia di 500 €. È da un po’ che non scrivo e non avrei mai pensato di tornare a raccontare qualcosa sulle grotte dovendo trattare questi argomenti. La vita riserva molte sorprese e questa è stata davvero bella!

Non è di esplorazione comunque che racconterò, ma di Far West e quindi come nel Far West mi comporterò.

LA GROTTA. Si tratta di un abisso sotto la cima del M. Lopa che abbiamo chiamato Queen Mama. È stata esplorata da un gruppo di amici (alcuni della Commissione Grotte E. Boegan) con materiali personali. Dopo tre anni, quaranta punte e la profondità massima raggiunta di 790 m abbiamo cominciato il disarmo. All’entrata avevamo allestito una specie di bivacco e sotto un tavolato di legno, che usavamo per dormire, lasciavamo sempre anche buona parte dell’attrezzatura personale e materiali vari. L’entrata non è visibile da valle e da nessun sentiero. È in un posto impervio e raggiungibile solo da gente che vi è stata (e sono pochi) o attraverso una descrizione dettagliata di chi ha visto personalmente il posto.

LA SORPRESA. Sabato 6 agosto siamo saliti per prelevare il materiale personale, le corde e i moschettoni già recuperati dall’abisso e portare tutto in un’altra zona dell’altipiano del M. Canin per iniziare altre esplorazioni. Ma che bella sorpresa! Qualche “sciacallo” che pratica il nostro stesso sport ha pensato bene di farsi un giretto con lo zaino vuoto fino lassù e scendere a valle dopo averlo riempito bene con tutta l’attrezzatura più appetibile e non solo. Hanno rubato anche viveri (4 kg di pasta e succhi di frutta) e persino i sacchi per mettere le immondizie: morti di fame!!!

I TESTIMONI. Mercoledì 3 agosto, durante un pomeriggio piovoso, un nostro amico che aveva la tenda 300 m più a valle ha visto degli speleologi (se così si possono chiamare) scendere da Queen Mama con gli zaini sulle spalle. Pensando fossimo noi ha gridato più volte senza risposta! Tutto questo mi fa ancora più pensare che la razzia sia stata ben progettata scegliendo un giorno infrasettimanale con condizioni meteo che avrebbero dissuaso chiunque a trovarsi da quelle parti.

IL DANNO. Premetto subito che la mia perdita di materiale è stata comunque di molto inferiore a quella degli altri. Il valore in euro dei miei tre ferri rubati è poca cosa considerando che a uno di noi è stato sottratto invece un sacco a pelo che costa più di 700 € e l’attrezzatura completa, nuova, carburo e impianto luce compresi. Purtroppo però fra tutte le cose accuratamente scelte, lasciando sul posto solo gli attrezzi più vecchi e rovinati, c’era il mio discensore. Nella fretta non si devono essere accorti di quali erano le sue condizioni: valore commerciale 0 € distratti!!!

IL VALORE AFFETTIVO. Si tratta di un discensore Petzl rosso (ormai non più) acquistato nel lontano 1987 che ho usato per fare il fondo del BU 56, mi ha accompagnato nella solitaria che ho fatto all’Abisso Boegan e che ho portato per diciotto volte a superare i -1000 m di profondità in due grotticelle quali il Veliko Sbrego e il Ceki 2! Adesso, viste le sue condizioni, probabilmente finirà in qualche bidone della spazzatura o dimenticato in qualche cantina di uno dei “vigliacchi” speleologi italiani o d’oltre confine che hanno preso parte al saccheggio. Non farà comunque più attività di livello alto visto il “basso livello” di chi l’ha preso!!!!!!

LA TAGLIA. Darò 500 € se uno di loro perderà un pomeriggio, magari questa volta col sole, e mi rimetterà l’attrezzo (riconoscibilissimo, tra quelli rubati, vista l’usura) sul tavolato di legno del Queen. Sarà facile farmelo sapere con una telefonata, nascondendo il proprio numero, al +39 335 7067543 o con un fax allo 040 637047. Giuro che lascerò una busta chiusa col denaro nello stesso posto dove avrà messo il discensore e non perderò tempo prezioso per aspettarlo e gonfiarlo di botte quando andrà a prenderla. Darò anche 500 € se qualcuno mi segnalerà, con dati precisi, chi sia stato a fare questo furto meschino sempre a patto che, questa volta però dopo aver massacrato di legnate gli autori, io riesca comunque a recuperare il mio discensore! Grazie a chi leggerà queste righe e bravi ai “Banditi del Queen” augurandogli che non mi incontrino mai sul loro cammino!!

Stefano Borghi (Borgazzo)