Una nuova e bella grotta è stata scoperta da un componente del Gruppo Speleologico “Talpe del Carso” – Jamarski Klub Kraški Krti di San Michele del Carso, a qualche centinaia di metri dalla sede del gruppo.
Alex Visintin, il più giovane delle “Talpe”, è l’autore dell’importante scoperta. Già da due mesi stava scavando, da solo, a inseguire, allargandolo, un piccolo buco nel terreno che su indicazione di suo zio Claudio doveva essere la tana di una faina. La presenza di abbondante terra rossa aveva occluso la traccia vanificando il tutto. Ma le abbondanti piogge di questo agosto capriccioso hanno aperto improvvisamente, il 17 agosto, quello che poteva essere l’ingresso di una nuova cavità. Il giorno dopo, allargato lo stretto passaggio, entrò a vedere che cosa aveva scoperto. Ne usciva dopo molto tempo, facendo molto preoccupare lo zio che dall’esterno nel frattempo aveva chiamato un altro componente del gruppo, ritenendo che al nipote fosse accaduto qualcosa. Notevole fu la gioia nel constatare che era stata scoperta una tra le più belle grotte del Carso goriziano. Un bel regalo per Alex che pochi giorni dopo compiva 18 anni.
La grotta, quasi tutta fossile ed asciutta, è ad andamento prevalentemente orizzontale. Si presenta, dopo lo scivolo di ingresso di 7 metri, con tre basse gallerie d’interstrato dall’andamento sostanzialmente rettilineo, di lunghezze diverse, ma con la stessa direzione, il che fa supporre che facciano parte di un’unica antica galleria che i numerosi episodi di crollo e l’abbondante concrezionamento abbiano poi separata. Le prime due presentano il fondo ricoperto di terra rossa. Caratteristica curiosa, sono le molte concrezioni con una folta fioritura di radichette e una piccola saletta interamente rivestita da una ragnatela delle stesse (siamo vicini a una dolina?). La terza, dislocata lateralmente e più in alto, attraverso un passaggio tra massi di crollo concrezionati, porta a una sala allungata, con soffitto e pavimento inclinati in senso trasversale. La sala termina con una frattura quasi perpendicolare dove, attraverso uno stretto passaggio e scendendo un pozzo di circa 6 metri, la grotta prosegue cambiando fisionomia. Qui si presenta come una galleria alta, lunga circa 45 metri. Inizialmente stretta, si allarga progressivamente finendo con una grossa colata calcitica che ne occlude il proseguimento. Lungo il percorso ci sono 3 pozzi, uno dei quali, di circa 22 metri, impostato su una frattura trasversale alla galleria, è parzialmente attivo. Sulla destra, una diramazione porta in un ambiente ancora diverso: una bassa galleria con presenza di notevole stillicidio e il pavimento interamente coperto da vaschette colme d’acqua; essa termina con uno stretto passaggio per ora intransitabile. Tutta la grotta si presenta iperconcrezionata, con parecchi passaggi bassi che mettono a rischio l’integrità dei numerosissimi speleotemi. Data la bellezza e la delicatezza della grotta, in attesa di compilare il rilievo e poi valutarne la fruibilità, si è deciso di chiudere l’ingresso. In assenza di un rilievo e data la sua complessità, risulta difficile stimare lo sviluppo che dovrebbe comunque superare i 150 metri. Questa nuova cavità quindi risulterebbe, dopo la Grotta Regina del Carso, essere la seconda a maggior sviluppo del Carso goriziano, notoriamente non prodigo di grosse sorprese.
Dopo la scoperta della Grotta Regina del Carso, risalente a 33 anni fa, che stimolò all’epoca la fondazione del G.S. Talpe del Carso - J.K. Kraški Krti, i suoi componenti hanno per anni cercato il corrispondente “Re del Carso”; e questa nuova grotta, se non Re, almeno un degno Principe lo è di certo. (GT)