Varie
Elezioni SSI
Numerosi i rappresentanti regionali che sono stati eletti nel Consiglio Direttivo della Società Speleologica Italiana per il triennio 2006-2008. Sono stati infatti riconfermati sia Enrico Fratnik che Mila Bottegal, mentre è stato eletto, come nuovo consigliere, Mauro Kraus. Tra i Revisori dei Conti è stato riconfermato anche il pordenonese Giorgio Fornasier. (MB) Federazione Speleologica Triestina
Il 5 ottobre è stata indetta una riunione della FST con l’intenzione di eleggere il presidente per l’anno 2005. Nell’assemblea di inizio anno, infatti, le elezioni non erano andate a buon fine ed era stato deciso di “congelare” la federazione stessa in attesa di tempi migliori. La buona riuscita della Giornata Nazionale della Speleologia e l’impegno profuso da quasi tutti i gruppi federati hanno indotto gli aderenti a riunirsi per eleggere un nuovo presidente. La scelta è caduta a stragrande maggioranza su Furio Premiani, il quale si avvarrà dell’aiuto di Giuliana Colombo quale segretaria. Buon lavoro al nuovo presidente. (MB) Variazione indirizzo
Lucia Braida, responsabile dei rapporti con i gruppi speleologici nei confronti del GELGV e delle Grotte di Villanova, comunica di aver cambiato il proprio indirizzo di posta elettronica, che non è più luciaskorpio@libero.it, bensì luci68@alice.it. (LB) Mostre allo Speleovivarium
Nel celebre museo triestino è stata allestita una mostra, avente per oggetto le schede telefoniche a tema “speleologico”, ospitata nella nuova sala inaugurata nel maggio di quest’anno. Si tratta di una zona della galleria preparata per mostre temporanee, attrezzata con un’illuminazione particolare e con pannelli mobili che possono essere modellati e posizionati a piacere a seconda delle esposizioni da ospitare. La versatilità della sala fa sì che possa essere usata per esporre materiali su pannelli oppure per creare l’ambientazione adatta a vari tipi di mostre. Questa prima esposizione riguarda più di 300 schede telefoniche provenienti da tutto il mondo, che raffigurano grotte, pipistrelli, cave e fenomeni carsici in generale. La maggior parte è stata emessa dal Giappone, vero campione di produzione, a seguire il Brasile e via via gli altri paesi. L’Italia, prima nazione al mondo a produrre le schede telefoniche, è presente con alcuni esemplari, tra cui alcuni molto rari risalenti al 1989. Tra quelle che raffigurano pipistrelli, vi è un’immagine composta da quattro schede che è stata emessa in Israele in soli 200 esemplari. Prossimamente nella nuova sala sarà allestita una mostra sull’iconografia delle grotte del Carso italiano, ed in primavera una sugli anfibi del Carso, sempre a cura della Società Adriatica di Speleologia. Naturalmente la sala è aperta per ospitare mostre inerenti la speleologia, il Carso e gli argomenti ad essi collegati, allestite da qualsiasi gruppo che sia interessato a sfruttarne le potenzialità. (IAP) Cinquant’anni dalla morte di Egidio Feruglio
Finora, nessuno si è preoccupato di far pubblicare su La Gazzetta la notizia della ricorrenza dei cinquant’anni della morte del grande Egidio Feruglio (1897-1954). Figlio, assieme ad altri otto fratelli, di agricoltori di Feletto Umberto, la cui ricchezza stava solo nelle braccia, giovanissimo si accosta al Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, coltivando la passione per le Scienze Naturali. Si laurea a Firenze subito dopo la Grande Guerra e nei primi anni sarà assistente, geologo, presso la Stazione Chimica Agraria di Udine e presso la Cattedra di Geologia dell’Università di Cagliari. Sono di questi anni giovanili i suoi studi, per quanto concerne la speleologia, sull’altopiano del Ciaorlec (1922-23), sul Bus de la Lum (1929), ed altri ancora, collaborando con le maggiori riviste dell’epoca (Mondo Sotterraneo, Le Grotte d’Italia). Passione speleologica innata, che lo porta subito al vertice di questa disciplina, solo limitata dal tempo a disposizione, in cui doveva necessariamente privilegiare il suo lavoro di geologo. Incredibile, per il “metro” d’oggi, quale fu in quei primi anni la massa e la qualità del lavoro che produsse; cito solo il “Foglio geologico Udine” (1925) con le relative “Note illustrative” (1929), le “Nuove ricerche sul Quaternario del Friuli” (1929) e, soprattutto, la poderosa opera “Le Prealpi fra l’Isonzo e l’Arzino” (1925) … a soli 28 anni! Opere ancora fondamentali per la geologia regionale, dove tra l’altro il fenomeno carsico e l’idrologia carsica del Friuli sono puntualmente affrontati, interpretati e descritti con maestria. Non in sintonia con il regime fascista, già nel 1925 emigra per la prima volta in Argentina, dove poi vi rimarrà per circa vent’anni. Qui, chiamato da quel Governo, parteciperà a varie spedizioni geografiche nella Cordigliera Patagonica condotte da Padre De Agostini, ricoprirà alte cariche governative, come capo del Servizio Geologico della Patagonia e direttore dell’Istituto Nazionale del Petrolio (da lui fondato), nonché cariche accademiche, con la cattedra all’Università nazionale di Cujo. Le migliaia di chilometri che lui percorse in questa terra (… e non è un modo di dire, dove la crudezza del clima, i disagi, ed un orizzonte sconfinato costituivano il pane quotidiano) fruttarono opere miliari come “I terrazzi marini della Patagonia” (1933), la “Paleontographia Patagonica” (1936-37), ma soprattutto l’insuperata “Descripciòn geologica de la Patagonia” (1949-50), di ben 1200 pagine. Rientrato in Italia dopo la disastrosa Seconda Guerra e il ristabilimento della democrazia, ottiene nel 1949 la Cattedra di Geologia all’Università di Torino; nominato nel 1953 presidente della Società Geologica Italiana, fu poi chiamato alla Cattedra di Geologia dell’Università di Roma nel 1954, l’anno della sua morte. La mai sopita passione per la speleologia, fin da giovane da lui affrontata con rigore scientifico, prorompe immediatamente al suo rientro in Italia, poiché nel 1949 si propose – come egli scrisse – di “riprendere le ricerche sulle regioni carsiche del Friuli, scegliendo come primo campo di studio quella di Villanova”: ricerche sullo sviluppo del carsismo e sull’idrografia sotterranea che furono condotte durante le sue vacanze estive, anno dopo anno fino al 1952. Così, nel 1953, sulle “Pubblicazioni dell’Istituto Geologico della Università di Torino”, vide la luce il suo straordinario studio “La regione carsica di Villanova in Friuli” (dedicato alla memoria del figlio Arturito, spentosi a diciassette anni: “quale dolcezza di ricordi e quanto dolore!”, scriverà). Lo studio di Villanova fu uno dei rarissimi esempi nella “speleologia fisica” del dopoguerra in cui le ricerche sul carsismo erano state condotte su solide basi geologiche, giacché l’approccio generale degli altri studiosi era abitualmente solo morfologico. Una delle opere che hanno segnato la storia della speleologia italiana. Nei miei ricordi dei primi anni ’60 (ormai dello scorso secolo): allorché Walter Maucci (altro gigante della nostra speleologia!) m’invitò a studiare con fervore “il Feruglio”, cioè il lavoro su Villanova, indicandomelo quale splendido esempio di ricerca sul carsismo, e subito dopo la mia prima discesa nella Grotta Nuova di Villanova, dove fui accompagnato da Pietro Negro, ancora vivo, scopritore nel 1925 della grotta e poi guida, il quale mai si scordava di tener vivo il ricordo del “Professor Feruglio”, che per anni seguì nella grotta e fuori in ogni suo passo, e verso il quale nutriva una ben giustificata sconfinata ammirazione ed un profondo rispetto. L’ascetica figura del Feruglio accanto al fidato Pietro Negro all’ingresso della grotta, nell’ormai classica fotografia che compare sulla pubblicazione citata, è l’immagine, da come ho compreso io, di una vera, pura, comunione d’intenti tra l’illustre studioso e l’umile valligiano. Profondo amore per la ricerca, eccezionale impegno sul lavoro, dignità nelle scelte civili e sociali. Tutto ciò ha rappresentato ed è stato Egidio Feruglio, scienziato d’Italia e del Sud America, speleologo emerito figlio del Friuli, combattente italiano della Prima Guerra Mondiale decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare, emigrante. (RS) Cinquant’anni dalla morte di Egidio Feruglio
Domus spelea. Recentemente è stata inoltrata a buona parte del mondo speleologico regionale e a quello nazionale un annuncio riguardante un progetto del Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli-Venezia Giulia, dedicato alla memoria di Francesco Dal Cin, conosciuto speleologo di Treviso, scomparso da poco. All’annuncio segue una richiesta di raccolta firme sia a gruppi e associazioni, che a singole persone, anche non dell’ambiente speleologico. Trattandosi di un progetto di un’associazione quale quella del Collegio delle Guide, figure professionali, che coinvolge la Direzione centrale delle Attività produttive, Servizio per il sostegno e la promozione del comparto turistico della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, viene spontaneo collegare tale iniziativa alla LR 2/2002 (disciplina organica del turismo). Per una maggiore chiarezza e completezza d’informazione, anche per rispondere alle domande di spiegazione formulate da numerosi speleologi sia locali che nazionali, riportiamo gli articoli, sia di detta legge che del regolamento, che possono rientrare nell’ambito di tale progetto. Tali articoli, così come tutti gli altri che riguardano la figura delle guide speleologiche, sono già stati pubblicati sui numeri 64 e 72 de La Gazzetta. (GB)
« Art. 160 - (Contributi a favore di enti pubblici per le sedi di scuole di alpinismo e di speleologia e scuole di sci)
Art. 129 - (Scuole di speleologia)
Art. 126 - (Definizione dell’attività)
Decreto del Presidente della Regione n. 253 del 21.08.02 - CAPO IV) Contributi in conto capitale per la realizzazione di sede di scuole di alpinismo, speleologia e sci « Art. 13 - (Soggetti beneficiari e modalità di presentazione delle domande)
Art. 14 - (Criteri e modalità di concessione)
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