Pubblicazioni edite
La Grotta Regina del Carso

In questa pubblicazione, il Gruppo Speleologico Talpe del Carso ha raccolto tutte le informazioni sulla storia delle scoperte e delle esplorazioni, nonché sulla geologia e sulla fauna di questa grotta gioiello del Carso goriziano nonché cavità vincolata da apposita legge regionale. Il volume, di 60 pagine, raccoglie articoli descrittivi su questa cavità che con i suoi 320 metri di sviluppo rappresenta la più estesa grotta del Carso della provincia di Gorizia e ne vuole celebrare l’importanza che ha addirittura portato il gruppo, nel 1973, a costruire un rifugio speleologico molto vicino al suo ingresso. La pubblicazione – anche in lingua slovena – è corredata dal rilievo della Grotta Regina del Carso. “Storia delle esplorazioni” è l’esaustivo titolo dell’articolo scritto da Gianfranco Tomasin sulle vicende che hanno portato alla scoperta e sulle successive esplorazioni della cavità; di Marco Bruzzechesse è “Descrizione della cavità”; Graziano Cancian firma “La Geologia” in cui descrive la storia geologica della zona, la litologia e la tettonica; “La Fauna” è l’articolo di Fabio Stoch che introduce il pezzo con la spiegazione della biospeleologia e che firma anche “Tutela, conservazione e didattica”, articolo nel quale descrive tutte le cause che possono portare al degrado di una cavità. Chiude la pubblicazione una completa e utile bibliografia scientifica. (MB)

Atti Tavola Rotonda

La Federazione Speleologica Isontina ha distribuito recentemente gli “Atti” della Tavola Rotonda “Sicurezza in grotta”, organizzata dalla stessa associazione a Monfalcone (GO) nell’ottobre 2003. Nelle 44 pagine che costituiscono la pubblicazione, trovano spazio tre degli interventi presentati alla manifestazione. Si tratta di: “Prevenzione e tipologia degli incidenti in grotta e negli ipogei artificiali” di Franco Gherlizza, “Mezzi di soccorso ausiliari in grotta” di Ferdinando Burlini e “Rischi e reazioni agli incidenti in grotta” di Giovanni Badino. Completano gli “Atti” la premessa di Fernando Zimolo (presidente FSI), la presentazione di Maurizio Tavagnutti e una pagina dedicata alle regole d’oro per una escursione in sicurezza. (GB)

1966-2006. Quarant’anni del Gruppo Speleologico Pradis

È questo il titolo della pubblicazione edita dal Gruppo Speleologico Pradis di Clauzetto (PN), in occasione dell’anniversario della fondazione. Nelle 118 pagine, graficamente molto gradevoli, troviamo un primo articolo (“40° del Gruppo Speleologico Pradis” di Giorgio Concina, pagg. 11-17) dedicato alle pubblicazioni e all’attività divulgativa operata dal gruppo; segue “Attività speleologica” di Gabriele e Giorgio Concina (pagg. 19-41) dove vengono riportate – suddivise per aree carsiche – le cavità scoperte ed esplorate dal gruppo negli anni che vanno dal 2002 al 2005, alcune corredate dal relativo rilievo. Scritto da Patrick Herbreteau, Federico Mirolo e Laura Scandiuzzi possiamo leggere “La terza linea difensiva da Invillino a Cavazzo Carnico” (pagg. 43-55) articolo nel quale viene descritta l’attività di speleologia urbana portata avanti dal gruppo in questi anni con lo studio delle opere del Vallo Littorio e con il loro censimento. Di Erminio Piva troviamo (pagg. 57-64) “Coleotterofauna ipogea del Monte Ciaurlec (Prealpi Carniche)” che illustra i più interessanti coleotteri ipogei presenti in questa area sita in provincia di Pordenone. “Osservazioni sulla fauna erpetologica di Campone (Prealpi Carniche, Friuli)” rappresenta un aggiornamento alle conoscenze di questo tipo di fauna nell’area di Campone (PN) scritto da C. Bagnoli, O. De Pippo, F. Spallone (pagg. 65-79). Giorgio Concina e Rinaldo Gerometta firmano l’articolo “Stazioni di dissoluzione carsica di Pradis, Villanova delle Grotte, S. Giovanni d’Antro” (pagg. 81-103) in cui vengono descritte le stazioni nelle quali sono posizionati gli strumenti per la misurazione della dissoluzione carsica e i risultati ottenuti, lavoro che il GSP sta portando avanti da svariati anni e del quale possiede ormai una buona mole di dati. A conclusione dell’articolo, una nota di Fabio Forti con alcune considerazioni sui risultati ottenuti. Sempre gli stessi autori poi in “Strumento di misurazione della dissoluzione carsica” (pagg. 107-109) illustrano la nascita delle misurazioni di dissoluzione e la descrizione di uno strumento costruito dai soci del GSP. Di Fabio Forti, infine, è “Nota preliminare sulle consumazioni dissolutive dovute alle precipitazioni ‘occulte’ su affioramenti di rocce carbonatiche” (pagg. 111-113) che traccia la storia degli studi e descrive i primi dati ottenuti. Chiude la pubblicazione un commovente ricordo di Daniele Bertolutti, speleo del Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine, che ci ha lasciati nel mese di marzo. (MB)

Speleologia

A pochissima distanza di tempo dall’uscita del numero precedente (vedi La Gazzetta n. 115 – giugno 2006), è in distribuzione il numero 54 di Speleologia, rivista della Società Speleologica Italiana, del giugno 2006. Praticamente assenti articoli o notizie che riguardino la nostra regione o la nostra speleologia. Troviamo un accenno solamente ai gruppi regionali che hanno preso parte fino ad ora al progetto speleologico in Bosnia Erzegovina “Grotte senza confini” (pag. 68) e, alle pagine 70-71, la segnalazione, tra gli incidenti speleologici avvenuti in Italia nel 2005, di quelli accaduti nel Friuli-Venezia Giulia (4 in totale, di cui 2 alla Grotta Gigante). (GB)

Le Alpi Venete

Questa bella rivista, delle sezioni CAI del Triveneto, raramente si interessa di grotte e speleologia, soprattutto della nostra regione, per cui anche un semplice accenno al nostro mondo può risultare interessante. Citiamo qui il numero di primavera-estate 2006 della rassegna triveneta del CAI per la segnalazione, nella descrizione di un itinerario sulle Prealpi Carniche, all’interno dell’articolo di Giorgio Madinelli “Sui monti di Sergio”, a pagina 68, della nuova area carsica del Monte Naiarda (Comune di Socchieve, UD), in corso di esplorazione da parte degli speleologi del Gruppo Triestino Speleologi. (GB)

Atti Frasassi 2004

Sono stati finalmente distribuiti gli Atti dell’Incontro Internazionale di Speleologia svoltosi a Genga (AN) dal 29 ottobre all’1 novembre del 2004. Alla parte introduttiva, con ringraziamenti, foto, programmi, rendiconti economici, numeri, statistiche e quant’altro, seguono i 21 lavori presentati ai quattro convegni organizzati nell’occasione. Per quel che riguarda la regione Friuli-Venezia Giulia, da segnalare il lavoro di G. Benedetti e G.A. Moro “Grotte ad alta frequentazione del Friuli-Venezia Giulia” (pagg. 77-82), inserito nel Convegno “Grotte e adattamenti turistici: una Carta etica dalla Speleologia”. Si tratta di una lavoro a carattere prevalentemente statistico, nel quale gli autori, dopo una veloce disamina del fenomeno “speleologia” in Regione, forniscono un elenco delle grotte, suddivise per provincia, in cui si può presupporre una frequentazione di almeno 100 persone per anno, dettagliandone le caratteristiche e la tipologia di uso. Sempre nell’ambito dello stesso Convegno, si trova alle pagg. 83-86 un altro scritto dell’udinese G.A. Moro, “Conservare, usare, divulgare”, in cui l’autore affronta genericamente il delicato problema della tutela del mondo sotterraneo da perseguire attraverso la sua presa di conoscenza da parte della società, realizzabile tramite esperienze dirette che richiedono però l’adattamento “turistico” delle grotte, e quindi il loro danneggiamento. Una soluzione per il futuro potrebbe essere, a suo parere, quella di modificare l’approccio con il pubblico delle grotte turistiche, nate con il solo scopo di procurare utili ai loro gestori, privati come pubblici, ma che dovrebbero trasformarsi in veicoli di conoscenza verso la società tramite una nuova didattica da sviluppare col contributo della speleologia attiva. Di Friuli-Venezia Giulia infine si parla anche nel corposo lavoro di M.G. Lobba, “Speleologi, grotte turistiche e grotte chiuse”, pagg. 99-192. L’autrice esegue una scrupolosa analisi su scala nazionale che riguarda le grotte chiuse in Italia per un qualsiasi motivo; in particolare, 8 sono le nostre grotte turistiche attive e/o dismesse e ben 125 le cavità chiuse e/o tutelate. (MK)