Varie
Sede internazionale per due studi sull’idrogeologia carsica nella nostra regione
Due studi sull’idrogeologia di aree carsiche “classiche” della regione Friuli-Venezia Giulia sono stati accettati in sede internazionale, precisamente all’importante Conferenza internazionale “The quality of life and environment: a must for the european integration”, 13-15 October 2006, Constanta, Romania, i cui atti saranno pubblicati nel noto The Journal of Environmental Protection and Ecology. I due studi sono: “Tracer test in the karstic aquifer reservoir for drinking water: the example of chain ‘Peaks of the Musi Mountain’ (Western Julian Fore-Alps)”, di Rino Semeraro, Massimiliano Baldassi, Luciano Ballarin, Clarissa Brun, Luca D’Amelio, Fulvio Forti; e “Tracer test in the vadose zone of Trebiciano Abyss near an uncontrolled landfill (the Karst of Trieste)”, di Rino Semeraro, Luciano Ballarin, Clarissa Brun, Sergio Dambrosi, Fulvio Forti. Si tratta di un passo significativo per la speleologia di casa nostra: risultati ottenuti attraverso test di tracciamento mediante Urania e Tinopal CBS-X eseguiti nel recente passato (abbinati ad indagini geofisiche, chimiche, etc.), posti in relazione alle problematiche idrogeologiche ed ambientali pratiche di grandi ambiti carsici, esprimono l’attualità, la validità ed il determinante contributo che anche gli speleologi – per la loro parte, organizzati in gruppi come singolarmente – possono fornire alla collettività ed alla scienza. Ovviamente si tratta di ricerche pianificate nell’ambito di una struttura qualificata, con laboratori e strumentazioni all’avanguardia, ma l’apporto degli speleologi qui si coglie in tutta la sua forza. Nel primo studio, sul Musi, il tracciamento è stato eseguito con la collaborazione della Società Adriatica di Speleologia e per le Sorgenti del Torre con il Consorzio Acquedotti Friuli Centrale; nel secondo studio, nell’Abisso di Trebiciano, la ricerca è stata partecipata congiuntamente sempre dalla Società Adriatica di Speleologia, senza la cui costanza nell’investimento sulle strutture fisse ed al ventennale impegno per il loro mantenimento nell’abisso poco si sarebbe potuto fare, ed il Gruppo Speleologico San Giusto, con la collaborazione dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. I risultati ottenuti nel corso di questi studi sono originali e d’interesse generale. Questi, secondo me, sono esempi, veri e chiari, di sinergia tra chi si dedica alla speleologia scientifica e chi a quella di esplorazione; sono altresì l’evidenza delle forze e degli interessi diversi che oggi regolano una “buona pratica” della speleologia, cioè persone e strutture provenienti da varie e diversificate parti della società civile, con status giuridico diverso, anche aventi finalità ed obiettivi diversi, ma che intelligentemente “si trovano” e realizzano una speleologia di qualità, alta direi, che poi riesce ad essere esportata anche in ambito internazionale. Certo però – è l’unico commento che mi permetto di fare – per far ciò la speleologia bisogna amarla, non sfruttarla. A presto (verrà comunicato) saranno disponibili i testi definitivi che potranno essere richiesti, in anteprima e sempre da chi è interessato, al sottoscritto. (RS)
Grande Viabilità Triestina e Grotta Impossibile
Prosegue sul quotidiano Il Piccolo, sempre con la solita enfasi, il battage sui lavori della Grande Viabilità Triestina e sulle vicende legate alla scoperta della Grotta Impossibile. Il quotidiano triestino riporta la notizia – collegata al fatto che sembra non siano sufficienti i fondi per terminare la grande opera autostradale – che prima del 2008, a detta dell’assessore comunale Bandelli, non sarà possibile eseguire i lavori di perforazione per entrare nella grotta attraverso un ingresso alto. Si tratterebbe infatti di effettuare uno scavo di circa 12 metri in un punto, già individuato, all’interno dell’area protetta del Bosco Bazzoni. L’intenzione di aprire un secondo imbocco rimane comunque sempre valida, in considerazione dell’impossibilità – una volta operativa la tratta autostradale – di entrare dall’attuale ingresso, e della prospettiva di una fruizione turistica della cavità che, come riferisce Louis Torelli della Commissione Grotte “E. Boegan”, raggiunge per ora uno sviluppo di circa tre chilometri. (Da Il Piccolo del 19 e del 28 agosto) (GB)
Trasloco sede
Tra settembre e inizio ottobre, la Società di Studi Carsici “A.F. Lindner” di Fogliano trasferirà la sua sede sociale a Ronchi dei Legionari (GO), causa la richiesta del Comune di Fogliano di riavere i locali in cui il gruppo aveva trovato ospitalità dalla fine degli anni ottanta. Tutto questo naturalmente non sarà facile; ben lo sa chi ha dovuto traslocare la sede sociale, con armi e bagagli, e un gruppo speleo ne ha parecchi. Perciò la sede sarà pienamente fruibile in ottobre; almeno si spera, visto che si dovranno eseguire diversi lavori di “adattamento” per gli scopi sociali. Non si sa ancora se i numeri telefonici rimarranno gli stessi, visto che si cambia Comune.
Comunque il nuovo indirizzo è:
Società di Studi Carsici “A.F. Lindner”
Via Fratelli Cervi, n. 9/g – Area Scolastica
34077 Ronchi dei Legionari (GO).
Non appena il trasferimento sarà ultimato, non mancherà una comunicazione ufficiale. (MC)
040 215458
È il nuovo numero telefonico della Stazione Sperimentale Ipogea di Trebiciano (TS), che è stata raggiunta anche da un collegamento ADSL. Non è stato facile ottenere lo stendimento di una nuova linea telefonica OPA (oltre perimetro abitato) ma la Società Adriatica di Speleologia c’è riuscita anche questa volta. Il cavo è stato interrato, evitando così di danneggiare l’ambiente con l’installazione di una rete aerea supportata da pali. Successivamente la strada è stata riasfaltata e trasformata in pista ciclabile. Nei pressi della Stazione sarà ubicata un’area di sosta provvista di tavoli, panche e pannelli illustrativi che serviranno a divulgare le caratteristiche del territorio (carsismo, grotta, ecc.).
Lo scorso anno è stata sostituita la tratta aerea di dorsale di trasmissione dati che collega la Stazione all’abisso: 500 metri di scavo in roccia hanno consentito di inserire cavi telefonici, elettrici ed in fibra ottica in un cavidotto sotterraneo che – finalmente – è al riparo da scariche atmosferiche e incendi boschivi. Si sta testando il nuovo impianto ed il risultato ha superato le migliori aspettative: realizzato in fibra ottica per garantire un collegamento sicuro di 500 metri, le prove sono state ancora positive superando i 1.000 metri. In futuro si avrà perciò la possibilità di realizzare una rete LAN che sarà diramata a tutte le cassette di derivazione, sino a 250 metri di profondità, con il server installato nella Stazione. Sarà possibile utilizzare la nuova dorsale anche per la trasmissione di segnali video e di dati che potranno essere facilmente riversati in Internet, grazie al collegamento ADSL. (SD)
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