Nell’ambito di un vasto studio sul carsismo in generale e sull’idrogeologia carsica in particolare dell’area “classica” della Val Rosandra, che stiamo conducendo da alcuni anni, il gruppo di lavoro che coordino ha eseguito un secondo test di tracciamento. Questa volta vi ha partecipato la Società Adriatica di Speleologia che si è assunta, assieme ad altri speleologi, le incombenze della parte tecnica. Il test è stato condotto sulla falsariga di quello precedente, cioè il tracciamento delle acque sotterranee della Fessura del Vento, che tante soddisfazioni aveva dato. I punti di controllo, prelievo (campioni d’acqua, fluocaptori), misura (parametri ambientali), o monitoraggio (sonde) nell’area della Val Rosandra, sono stati gli stessi, aggiungendo solo le Sorgenti di Bagnoli, per una maggior completezza: cioè ben nove punti. Nel “Rio del lago azzurro” della Fessura del Vento, invece, è stata posizionata una sonda fluorimetrica per il rilevamento in continuo, in corrispondenza di un’opera provvisoria di captazione che è stata realizzata. Il progetto, di cui si dà qui notizia, è stato chiamato “Test di tracciamento delle valli carsiche di Draga S. Elia e del Rio del Sangue”. Infatti il test (si è trattato di un test di multi-tracciamento) ha visto l’immissione di Uranina nell’inghiottitoio occluso della valle di Draga S. Elia e di Tinopal CBS-X dell’inghiottitoio occluso del Rio del Sangue (inghiottitoi localizzati una decina d’anni fa nel corso dello studio sulla geochimica isotopica delle acque epi-ipogee della Val Rosandra, allora coordinato dallo sottoscritto). Complessivamente, il test ha avuto luogo quasi un anno or sono ed è proseguito fino ad un mese fa: un tempo sufficientemente ampio per chiarire i dubbi; tra l’altro, numerosi sono stati gli eventi piovosi che avrebbero potuto, in condizioni idrologiche diverse, veicolare i traccianti. Telegraficamente i risultati: il Tinopal CBS-X è uscito, in breve tempo, all’Antro delle Ninfe, dimostrando anche questa volta, indirettamente, la scarsa estensione in profondità delle scaglie impermeabili che attraversano la Valle; l’Uranina, invece, non è stata rintracciata (e ciò dà luogo a tutta una serie di ipotesi al vaglio), premettendo che gli estratti dei soli fluocaptori a lunghissima permanenza non hanno consentito una risposta univoca. Una parte dei risultati sono stati presentati a Casola, in anteprima, dal gruppo di lavoro; vedi: Semeraro R., Brun C., Dambrosi S. & Forti Fu., 2006. “I test di tracciamento nell’area della Val Rosandra (margine Carso-Istria Montana): dalle vecchie concezioni idrogeologiche ai risultati dei primi test, fino alle attuali ipotesi sulla circolazione carsica e sulla speleogenesi” (Poster n. 1). “I primi studi” (Poster n. 2). “Il progetto di tracciamento del Rio del Lago Azzurro nella Fessura del Vento e degli inghiottitoi occlusi delle valli carsiche di Draga S. Elia e del Rio del Sangue” (Poster n. 3). Tre Poster in: “Incontro Internazionale di Speleologia «Scarburo!», Casola Valsenio (Ravenna), 1-4 novembre 2006”. Si tratta, ovviamente, di una presentazione schematica, poiché i risultati definitivi dovranno essere elaborati scientificamente e presentati in altra sede. Ci stiamo attivamente occupando del problema “Val Rosandra” (idrogeologia, geochimica, tracciamenti, geomorfologia, etc); chi è interessato contatti il sottoscritto. Braccia e menti mancano sempre e, nell’etica della collaborazione, soddisfazioni ci sono per tutti.
Rino Semeraro