Pubblicazioni edite
Lo spiraglio nella Valle

È il titolo del racconto contenuto nel numero 6-2007 di Sopra e sotto il Carso – edito dal Centro Ricerche Carsiche “Seppenhofer” di Gorizia – che dedica questa uscita a un numero monografico. Scritto da Marco Meneghini, narra di una uscita speleologica nella zona della Valle dello Judrio (UD), ma soprattutto dell’incontro tra i tre speleologi protagonisti con un abitante del paese che, dopo aver segnalato loro una cavità inesplorata, li intrattiene a casa sua con i racconti di quando era minatore in Belgio e della vita vissuta sottoterra con uno spirito completamente diverso da quello dello speleologo. Ma soprattutto nel racconto di Marco viene descritto e viene vissuto benissimo lo spirito con il quale gli esploratori si devono avvicinare alle persone che vivono nel territorio esplorato, rispettandone le usanze e le abitudini e divulgando per primi a loro le scoperte fatte. Deve basarsi tutto sul rispetto per chi “ospita” e sui buoni rapporti da tenere con i “padroni di casa”. Tutto ciò traspare benissimo dal racconto di Marco, che descrive molto bene le sensazioni dei protagonisti, siano essi frequentatori del sottosuolo per pura passione e curiosità o per lavoro. (MB)

Guida alla Grotta Nera

Curata da Giovanni Boschian e da Maurizio Anselmi per il Gruppo Speleologico San Giusto, questa guida rappresenta un aiuto alla conoscenza dell’evoluzione della vita nel Carso. La Grotta Nera (43/140 VG), grotta di interesse paleontologico e storico, è stata trasformata in grotta didattica grazie all’interessamento e al lavoro del gruppo triestino che ha collocato al suo interno una passerella sospesa che conduce a ricostruzioni preistoriche che rappresentano i diversi insediamenti (paleolitico inferiore e medio, mesolitico e neolitico) che vengono egregiamente e approfonditamente descritti nelle 80 pagine di questo libretto. (MB)

Natura Nascosta. Nel numero 35 - anno 2007 di questa rivista edita dal Gruppo Speleologico Monfalconese “Amici del Fante” possiamo leggere tre articoli: il primo riguarda la descrizione della successione stratigrafica affiorante sul Monte Brestovi (GO); il secondo, scritto in inglese, è dedicato all’area baltica e a determinate analogie paleotettoniche con un’area del Nord America. Il terzo articolo, a firma di Maurizio Tentor, si intitola “Censimento delle cavità di guerra sul Carso di Monfalcone (seconda parte)” e descrive il lavoro di censimento intrapreso dal gruppo – e non ancora terminato – riguardante la ricerca, il posizionamento sulla CTR al 5.000 e il rilievo delle cavità della Grande Guerra. Questo secondo contributo comprende la descrizione di 8 cavità artificiali. (MB)

Alpinismo triestino

Sul numero 103, settembre-ottobre 2007, di questa rivista edita dall’Associazione XXX Ottobre, troviamo una pagina dedicata al suo Gruppo Grotte. Possiamo leggere un sunto dell’attività svolta a livello speleologico nonché uno schemino con le cariche all’interno del Gruppo stesso. Più approfondite invece le informazioni che troviamo sul numero 104, novembre-dicembre 2007, dove possiamo leggere due articoli. Il primo riguarda la relazione di attività svolta dal Gruppo Grotte nel corso del 2007 e il secondo è la descrizione burocratica, ma soprattutto motivazionale, dell’iter per diventare istruttori nell’ambito della scuola di speleologia del CAI. (MB)

La Panarie

Questa rivista trimestrale di cultura friulana, nel numero 153 - giugno 2007, riporta un articolo scritto da Marco Piva dal titolo “La speleologia in Friuli e i centodieci anni del (CSIF)” (sic!). Nella premessa possiamo leggere una breve descrizione delle varie discipline che compongono il lavoro degli speleologi dei quali viene anche fatto un quadro esaustivo. Si passa poi a parlare della storia del Circolo Speleologico Idrologico Friulano tracciando le gesta dei suoi soci illustri. È il capitolo riguardante le principali cavità del Friuli che lascia perplessi: tra dati inesatti, vecchi o mancanti (sostituiti da puntini di sospensione), non si capisce e non viene descritto il vero lavoro svolto dalla speleologia regionale. È un peccato che una rivista rivolta a un pubblico di non speleologi riporti dati che non rendono merito a tanto impegno che ha portato ad avere in Friuli grotte profonde oltre 1.000 metri e sistemi con sviluppi che superano i 30 chilometri. (MB)

L’acqua nelle aree carsiche in Italia

È questo il titolo del volume 19-2007 delle “Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia”. Questo numero, curato da Paolo Forti, Franco Cucchi e Ugo Sauro, si avvale di uno staff di esperti che hanno presentato 11 lavori inerenti l’acqua negli ambienti carsici in Italia. L’idea di questo atlante è scaturita dal lavoro svolto da Forti e Sauro per il più generale Atlante delle Acque. Due gli articoli che maggiormente interessano la nostra Regione: “Le acque del Carso classico”, a firma Cucchi e Zini, che descrive brevemente le caratteristiche geologiche generali del Carso classico per poi passare a riferirne più approfonditamente i caratteri idrogeologici. Casagrande, sempre con Cucchi, firma invece l’articolo “L’acquifero carsico del Monte Canin, spartiacque tra Adriatico e Mar Nero”, nel quale vengono descritte le caratteristiche idrogeologiche del massiccio situato a cavallo del confine italo-sloveno, con i dati geochimici delle principali sorgenti presenti sul monte. (MB)

Scarburo!

Il comitato organizzatore della manifestazione svoltasi a Casola Valsenio (RA) dall’1 al 5 novembre del 2006, ha curato Memorie di Scarburo! Un viaggio al centro della Terra. Edita dalla Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia Romagna come numero 16 - IV serie -2007 di Speleologia Emiliana, la pubblicazione inizia ripercorrendo le tappe delle diverse manifestazioni che, a partire dal 1993, si sono susseguite nel paese di Casola; vengono poi descritte le varie iniziative che sono state presentate nel corso dei 5 giorni di incontro. Tra queste troviamo anche “La grotta, è la casa di chi?”, exhibit rivolto ai bambini che riproduce una piccola grotta al cui interno vengono segnalati i suoi abitanti principali. La mostra è completata da schede di approfondimento che descrivono le caratteristiche di ogni animale. L’iniziativa è stata realizzata dagli studenti del corso Musei del Master in Comunicazione della Scienza della Sissa di Trieste che, sotto la guida di rappresentanti della Federazione Speleologica Regionale del FVG, hanno potuto ricostruire un ambiente a loro, fino a quel momento, sconosciuto. L’exhibit, che ha potuto contare anche sul patrocinio e su di un minimo contributo da parte della FSR, ha suscitato un grosso interesse di pubblico e una grande curiosità da parte dei numerosi bambini, e non solo, che hanno partecipato. (MB)