Varie
Audizione in IV Commissione

Il 14 settembre si è svolta una audizione in merito al progetto di Piano territoriale regionale (PTR) già adottato dalla Giunta regionale la quale si è impegnata a tenere conto delle osservazioni fatte dai consiglieri regionali per modificare la legge. All’audizione erano presenti, oltre ad altri soggetti, anche un rappresentante di Legambiente FVG e uno della Società Speleologica Italiana come Associazioni ambientaliste operanti in Regione. La SSI, tramite suoi rappresentanti, aveva partecipato alle riunioni – indette in ottemperanza di Agenda 21 per la stesura del PTR – portando le istanze degli speleologi quali unici conoscitori del sottosuolo, sottolineando la base volontaristica del lavoro svolto e ribadendo l’importanza della salvaguardia del territorio carsico epigeo e ipogeo. Molte delle istanze presentate da SSI sono state prese in considerazione e introdotte fra gli obiettivi del PTR. (MB)

Riunione con l’Assessore Bertossi

Il 18 settembre si è svolta una riunione indetta dall’Assessore regionale alle attività produttive, Enrico Bertossi, inerente lo stato di avanzamento del progetto Promotur per l’implementazione degli impianti sciistici nella Regione e, in particolare, quelli in costruzione nel comprensorio di Sella Nevea (UD). Alla riunione sono stati convocati anche rappresentanti della Federazione Speleologica Regionale del FVG e della Società Speleologica Italiana; quest’ultima, su richiesta dell’assemblea dei soci della FSR, si era fatta portavoce della speleologia regionale richiedendo agli organi competenti tutta la documentazione relativa ai processi amministrativi. All’incontro quindi gli speleologi della FSR e della SSI si sono presentati con le idee chiare e con lo specchietto della situazione ben preciso sapendo esattamente che cosa si sta costruendo e quali sono – a questo punto – le soluzioni possibili per venire incontro alle esigenze della speleologia per la salvaguardia dei fenomeni carsici in loco. Nel corso della riunione i rappresentanti di Promotur presenti si sono detti pronti a collaborare e a istituire un tavolo tecnico. (MB)

Foto storiche in rete

La Commissione Grotte “E. Boegan” ha messo in rete sul suo sito (www.boegan.it) in un nuovo link buona parte del suo archivio fotografico (per il momento le foto, diapositive e filmati sono in fase di riordino). Si tratta di parecchie migliaia di foto storiche e attuali – si va dall’ultimo ventennio dell’Ottocento ai giorni nostri – riguardanti non solo l’attività della Boegan, ma anche quella di sodalizi triestini ormai scomparsi. La fototeca della Commissione si è infatti arricchita nel corso degli anni anche grazie a donazioni e lasciti di speleologi che avevano fatto attività con altri gruppi e che hanno ritenuto in questo modo di salvare dall’oblio le tracce della loro attività. La fiducia da loro dimostrata è stata ripagata grazie al lavoro di Giampaolo e Gianni Scrigna. Ogni foto è accompagnata dagli elementi essenziali per la sua identificazione: data, sito, persone, note, elementi su cui è possibile fare la ricerca (si possono cercare foto per data, per soggetto ecc.); essendo molte delle foto conservate nei raccoglitori prive di indicazioni precise, alcuni dei dati che le accompagnano possono essere assenti o errati: sarà impegno del curatore dell’archivio e del link prendere buona nota delle segnalazioni di errori e sviste e correggere quindi le singole schede. (PG)

Scheletri in grotta

I soci del Gruppo Speleologico Sacile hanno trovato una sgradita sorpresa durante l’attività di revisione catastale da loro condotta nelle montagne pordenonesi, e più precisamente sul versante nord del Col Cornier, tra il Comune di Budoia e il Monte Cavallo. Calandosi in un profondo pozzo dell’area, hanno infatti trovato su di una cengia i resti scheletrici di due esseri umani, liberi del ghiaccio che li aveva coperti per decenni. Una volta avvisate le autorità competenti, ai primi di novembre gli speleologi sono tornati nella cavità ed hanno recuperato i miseri resti, che sembrano appartenere a due paracadutisti italiani uccisi alla fine dell’ultimo conflitto e quindi gettati nella grotta. Tale scoperta “in grotta” non risulta purtroppo isolata, facendo seguito dopo poco tempo al ritrovamento di ossa umane all’Abisso Plutone, sul Carso triestino (vedi La Gazzetta n. 128). (Da Il Gazzettino del 3 novembre) (MK)