EDITORIALE

Non sarà passato inosservato all’occhio del lettore attento il fatto che questo notiziario, da un po’ di tempo, esce con un certo ritardo rispetto al mese di competenza indicato nel frontespizio. Lo ha notato anche un nostro assiduo collaboratore quale Rino Semeraro che così ci scrive: «Mi dispiace abbiate accumulato un ritardo così forte. Lo spirito de La Gazzetta è informare quasi in tempo reale, ossia mensilmente, altrimenti diventa una rivista (poi ce ne sono già troppe …tra l’altro balorde). E mi sembra che ciò sia quello che “chiedono” gli speleologi. Già …chiedono …poi bisogna fare, e le cose si fanno con le mani e con il tempo. Da parte mia, più che aiutarti/vi con gli articoli non posso fare, stante i miei numerosi impegni, di lavoro ma anche nella speleologia (attiva …sono uno di quelli fortunati che, nonostante l’età ancora “fanno”). Posso solo consigliarti di cercare dei collaboratori, veri, cioè gente che condivida responsabilità, nei vari gruppi e nelle varie località della regione. Penso che altra strada non ci sia, e non abbiate alternative diverse. Altrimenti, se La Gazzetta rimane un impegno di solo due-tre persone, prima o dopo si ferma, semplicemente per conclusione di un ciclo naturale. Un invito: non partite dal presupposto che la gente non si trova. Per averla, bisogna cercarla, e se disponibile fargli condividere onori ed oneri. Ma, dal mio punto di vista, o si “spersonalizza” La Gazzetta, facendola diventare un, seppur piccolo e modesto, “organo di stampa”, con tanto di redattori, procacciatori di articoli, gente che sollecita, e così via, oppure andrà tutto in malora. Da parte mia ti ho già confermato il mio appoggio, quello di contribuire più o meno stabilmente, con articoli. Per il resto, largo ai giovani …o ai meno giovani di me». E in effetti, che il momento di stanca sia dovuto ai troppi impegni presi dai suoi redattori o ad una generalizzata mancanza di collaborazione o al naturale esaurimento di un ciclo, poco importa: l’analisi è corretta e le prospettive disegnate pure. Sarà quindi importante nei prossimi mesi riuscire a “regionalizzare” La Gazzetta. Abbiamo cominciato, nel lontano 1996, con un editoriale incentrato proprio su questo argomento. Di anni ne sono trascorsi molti, ma la proposta originale mantiene tutta la sua validità.