Pubblicazioni edite
Lo Scarpone
Nel numero 3-marzo 2008, della rivista mensile del Club Alpino Italiano, compare un trafiletto che ricorda l’appuntamento della speleologia del CAI in occasione dei 50 anni dalla fondazione della sua Scuola Nazionale di Speleologia. La notizia è già stata riportata ampiamente sulle pagine de La Gazzetta. (MB)
Alpinismo triestino
Ampio spazio viene dato alla speleologia nelle 16 pagine che compongono il numero 106 del marzo-aprile 2008 della rivista dell’Associazione XXX Ottobre di Trieste. Si comincia a pagina 3 con la relazione del Gruppo Grotte e della sua Scuola di speleologia. La relazione, a firma del presidente Paolo Rucavina, illustra l’attività svolta nel corso dell’anno 2007 suddivisa in esplorativa, didattica, divulgativa e scientifica. A pagina 8 possiamo leggere il resoconto di un’uscita post corso alla Grotta sopra le Moelis a Sella Nevea (UD): l’intento doveva essere quello di far assaporare agli ex allievi le grotte al di fuori del Carso. A pagina 9 ampio risalto viene dato infine al 50° anniversario della Scuola Nazionale di Speleologia del Club Alpino Italiano; dell’evento, già pubblicizzato sulle pagine de La Gazzetta, viene proposto il volantino di invito. (MB)
Bus de la Lum
Con il sottotitolo Foiba infame e discussa, è uscito, nell’aprile del 2007, questo libro scritto da Silvano Mosetti, in cui l’argomento trattato non lascia spazio a dubbi. Magistralmente raccontato da uno dei diretti protagonisti, viene riportato il resoconto di una esplorazione alla cavità posta al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Era il 20 marzo del 1949 quando l’Autore e il suo gruppo (Gruppo Triestino Speleologi) si recava al Pian del Cansiglio per intraprendere una esplorazione nella cavità che nel 1924 aveva visto la Società Alpina delle Giulie raggiungere per prima il fondo. La discesa effettuata dai soci del GTS portò al ritrovamento di numerose salme che erano state gettate nella foiba; il rinvenimento fu segnalato al Commissariato Onoranze Caduti in Guerra che dopo circa un anno affidò allo stesso GTS, all’epoca presieduto proprio da Mosetti, il compito di recuperare le salme presenti sul fondo del pozzo. Il libro è un insieme di resoconti speleologici puntuali e minuziosi, frammisti a descrizioni di preparativi altrettanto accurati per le discese e il recupero delle salme. Ma quello che colpisce è il rapporto instauratosi con una madre che volle seguire la spedizione nella speranza di ritrovare almeno i resti del figlio scomparso: è la descrizione dell’intensità degli incontri con la madre disperata a dare il sapore amaro ad una missione che esulava ormai da qualsiasi fine speleologico. (MB)
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