Pubblicazioni edite
Mondo Sotterraneo
Il Circolo Speleologico Idrologico Friulano ha fatto uscire il n. 1-2, aprile-ottobre 2006 (anno XXX) della propria rivista. Otto in totale i contributi ospitati nelle 80 pagine che compongono questo numero; due purtroppo riguardano persone decedute recentemente, fra cui anche il giovane Daniele Bertolutti, scomparso tragicamente agli inizi del 2006 e ricordato proprio all’inizio della pubblicazione (pagg. 3-4).
Alle pagine 5-12 in “Relazione morale per il 2005” Giuseppe Muscio illustra l’attività, suddivisa come al solito per argomenti (attività esplorativa per aree: in Friuli Venezia Giulia, in Italia e all’estero; attività didattica e divulgativa; ricerca scientifica; attività editoriale).
Graziano Cancian e Damiano Cancian con “Indagini geolettriche presso le sorgenti del Lago di Doberdò (Carso Isontino)”, pagine 13-20, forniscono i risultati di una serie di indagini geoelettriche che hanno permesso di appurare che l’acqua che alimenta le sorgenti del lago scorre su due livelli (-2,0-2,5 e oltre -4 metri) con caratteristiche morfologiche differenti.
Molto spazio del numero di Mondo Sotterraneo è dedicato alla Grotta Doviza, con l’articolo di Andrea Borlini e Roberto Reja “La Grotta Doviza: novità esplorative” alle pagine 21-48; in esso e con l’aiuto del rilievo allegato, viene fornito un quadro completo e aggiornato della storica cavità dell’Altipiano della Bernadia, che ora supera i 4,5 km di sviluppo. La tavola allegata con il rilievo aggiornato a scala 1:1000 (pianta e sezione) della Doviza fornisce finalmente, dopo tanti anni di lavoro, tanti gruppi e tante scoperte (non ultimo il terzo ingresso intermedio), un punto di arrivo non indifferente, anche se – come è normale in speleologia – non è mai detta l’ultima parola in fatto di novità esplorative.
Un’altra area del Friuli è descritta nell’articolo di Andrea Chiavoni e Maurizio Nardone “Le ricerche nel Canal di Grivò (Faedis, Prealpi Giulie, Udine)” alle pagine 49-58, che illustra i risultati delle ricerche svolte nella zona nel periodo 2004-2006: rivisitazione di alcune grotte vecchie e scoperta di alcune nuove, anche se di non elevato sviluppo.
Andrea Borlini in “Campagna Canin 2005-2006 (Alpi Giulie, Udine)” alle pagg. 59-68 relaziona sulle attività esplorative nell’area del Col Lopic-Monte Poviz sul massiccio del Monte Canin. Uno dei diversi risultati è la scoperta di un nuovo ingresso del sistema del Col Lopic che ora presenta uno sviluppo totale di oltre 3 km.
Questo numero di Mondo Sotterraneo vede quindi la rubrica di Pino Guidi “Recensioni bibliografiche” (pagg. 69-74) nella quale sono recensite sei pubblicazioni speleologiche regionali non periodiche. Come accennato, la rivista deve annoverare anche dei necrologi e infatti a firma di Umberto Sello, in conclusione, troviamo quelli di Valter Pitt e Luciano Felice, soci del Circolo. (GB)
Natura nascosta
Il Gruppo Speleologico Monfalconese “Amici del Fante” ha distribuito il n. 36 – anno 2008 della propria rivista, che tratta, oltre che di speleologia, anche di geologia e paleontologia. Per quanto riguarda il nostro campo, di interesse è l’articolo iniziale “Programma consuntivo delle attività per l’anno 2007” (pagg. 1-5) a cura di autori vari. Da esso è possibile estrapolare le attività speleologiche, quelle didattiche e quelle in cavità artificiali, svolte principalmente nell’area del monfalconese. In chiusura della pubblicazione, alle pagine 36-49 Maurizio Tentor in “Censimento delle cavità di guerra sul Carso di Monfalcone (parte terza)” prosegue la raccolta di dati (posizionamento, foto, rilievo) delle cavità di guerra situate nelle trincee a nord di Monfalcone; in questo terzo contributo sono sei le cavità documentate. (GB)
Ermada
Si intitola così il libro scritto da Dario Marini per il Gruppo Speleologico Flondar e il Comune di Duino-Aurisina. Nelle 94 pagine che compongono la pubblicazione possiamo leggere le vicende belliche che hanno avuto luogo nel corso della Prima Guerra Mondiale, e in particolare nel 1917, e che hanno visto le truppe italiane e quelle austro-ungariche darsi battaglia anche sul Monte Ermada. È questa una cima di poco più di 300 metri di altezza ricca di cavità naturali adattate come rifugio e riparo per i soldati che combatterono in questa porzione di Carso situata nei pressi del Villaggio del Pescatore, in provincia di Trieste ma a ridosso della provincia di Gorizia. Il volume è diviso in svariati capitoli che descrivono la guerra, il suolo, il sottosuolo, i castellieri e la storia del monte. Non mancano le descrizioni e i rilievi di alcune tra le più importanti cavità naturali utilizzate come riparo nel corso delle battaglie. La ricca bibliografia denota come il libro sia stato scritto non solo con passione, ma anche con precisione, e come dietro alla stesura ci sia uno studio approfondito. Allegata al libro troviamo una carta della zona in scala 1:3.900, nella quale sono riportati numerosi particolari raccolti nel corso delle varie ricognizioni sul territorio; insomma, un importante e determinante ausilio per una istruttiva visita alla zona da effettuarsi dopo aver letto il libro in modo da rendersi conto ancora di più delle vicende di cui parla ogni sasso del Monte Ermada. (MB)
“Nel regno dei Guriuz”
Si intitola così un articolo scritto da Franco Gherlizza e apparso sul n. 1 - anno VIII - n.s. di Prealpi Giulie. Notiziario del Parco. Viene descritto l’exploit al Fontanone di Goriuda realizzato dagli speleosub del Club Alpinistico Triestino che, durante l’inverno del 2008, hanno potuto esplorare e topografare nuove gallerie nella zona tra il secondo e il terzo sifone, arrivando in un ambiente molto grande ancora da ispezionare. Si aprono così nuove prospettive in questa grotta che porta il numero 1 Fr del Catasto delle Cavità Naturali del Friuli Venezia Giulia, dopo più di 30 anni di esplorazioni e di visite. Ma del resoconto meramente speleologico abbiamo già relazionato sul numero 136 - marzo 2008 de La Gazzetta. (MB)
Lo Scarpone
“Speleosub, risolto il rebus del Gorgazzo” è il titolo del trafiletto che il numero di aprile 2008 della rivista del Club Alpino Italiano dedica al record raggiunto da Gigi Casati, speleosub lombardo, nella Risorgiva del Gorgazzo, record che l’ha portata ad essere la più profonda sorgente italiana e una tra le più profonde al mondo. (MB)
Labirinti
La rivista del Gruppo Grotte CAI Novara, giunta al n. 26, ospita quasi ogni volta, da alcuni anni a questa parte, un articolo inerente la nostra regione, e in special modo la Carnia. Invece su questo ultimo numero, purtroppo, non troviamo alcun articolo, ma esclusivamente dei riferimenti all’interno delle rubriche, come la “Relazione sull’attività 2006” (pagg. 81-88) e “Uscite 2006” (pagg. 89-93). La parte del leone la fa “Mater Booby”, l’ultima scoperta dei novaresi in terra carnica. (GB)
Jamar
La Jamarska Zveza Slovenije pubblica, con una certa periodicità, la rivista Naše jame che ha un taglio sostanzialmente scientifico. Su richiesta di un ampio numero di aderenti, la Jamarska Zveza ha deciso di pubblicare una rivista che informi i grottisti sloveni in modo più aggiornato ed accessibile prevalentemente sugli aspetti esplorativi dell’attività speleologica. È nata così la rivista Jamar (tradotto significherebbe sia grottista che speleologo. In Slovenia le persone che esplorano o visitano grotte si definiscono “jamarji”. Come speleologi si definiscono di solito i jamarji che vanno in grotta per fare ricerca scientifica a livello professionale). Per motivi inerenti il fisco e altre numerose difficoltà burocratiche, che in Slovenia sembrano più complicate che in Italia, il primo numero è stato stampato come numero unico. Espletate le formalità, la rivista dovrebbe uscire almeno una volta all’anno, preferibilmente due. Per motivi fiscali la rivista è stata distribuita gratuitamente e in numero limitato, esclusivamente ai soci. Anche per il futuro si prevede che la rivista venga distribuita esclusivamente ai soci. Il primo numero uscito in febbraio ha il formato A4 e contiene numerose fotografie a colori e svariati articoli che potrebbero interessare anche gli speleologi del Friuli Venezia Giulia. In seconda di copertina vengono riportati gli indirizzi di tutti i gruppi speleologici operanti in Slovenia.
“Il sistema Mala Boka – BC4”. Dopo parecchi decenni di esplorazioni da parte di numerosi gruppi sono stati collegati la sorgente temporanea Mala Boka, che si trova vicino alla confluenza della nota sorgente Boka nell’Isonzo, e l’Abisso BC4 che si trova sull’altipiano del Kanin. Il sistema risulta profondo 1.319 m e lungo oltre 8 km. La rivista contiene in allegato il rilievo del sistema ed una ampia descrizione.
“Bela griža 1”. I grottisti di Ajdovščina hanno scoperto nel 2002 nel Trnovski gozd (Selva di Tarnova), a nord del villagio di Otlica, a quota 1.214 m, un ampio pozzo profondo sui 70 m. Segue un meandro stretto e bagnato, dove risulta facile infilarsi nella strettoia sbagliata che porta alla profondità di circa 120 m, dove una fessura alta oltre 10 m e larga dai 10 cm ai 20 cm, percorsa su tutta la sezione da un forte vento, sbarrava la continuazione. In collaborazione con i grottisti dello JOSPDTrst di Trieste e con l’aiuto di un trapano a motore la fessura veniva resa transitabile. Le numerose escursioni successive hanno permesso di raggiungere la profondità di 884 m. La grotta è lunga oltre 2 km. Le esplorazioni continuano. Il potenziale della grotta risulta sui 900 m.
“Dol ledenica”. Circa 250 m a nord di Bela griža 1 e circa 150 m più in basso si trova la dolina Dol ledenica sul fondo della quale si trovano due piccole grotte esplorate da Prez e che hanno il numero catastale 584VG. Sopra le due grotte, sul fianco della dolina gli esploratori di Ajdovščina hanno scoperto una fessura soffiante, in estate, aria fredda sui 2.3 gradi centigradi. Con un lungo lavoro di scavo in collaborazione con i grottisti dello JOSPDTrst è stato superato il meandro iniziale: segue una serie di pozzi collegati da stretti passaggi che intercettano una ampia galleria fossile. La grotta continua con pozzi e meandri angusti. Le esplorazioni continuano con la prospettiva della giunzione con la vicina Bela griža 1. Attualmente la grotta risulta profonda 237 m e lunga 800 m.
“Čukova jama” (Pozzo Civetta - 1640VG, profonda 119 m secondo il Duemila Grotte) presso Sežana. Circa mezzo secolo fa è stata esplorata fino alla profondità di 133 m. Nel 2006 gli esploratori di Sežana hanno individuato sul fondo una fessura soffiante, superata la quale hanno scoperto una serie di pozzi interrotti da brevi tratti orizzontali, prevalentemente abbastanza stretti, che hanno portato alla profondità di 300 m. Le esplorazioni continuano, anche se le prospettive non sembrano promettere molto.
“Gluščeva jama” (La grotta del sordo, Pozzo sul Monte Carso - 244VG). Una breve nota riporta la notizia della scoperta di una interessante, anche se non grande prosecuzione da parte dei grottisti dello JOSPDTrst.
“Brezno v Stršinkni dolini”. Nel 2004 gli esploratori di Sežana, nel giro di pochi giorni, raggiugevano il Timavo in due grotte distinte. L’articolo descrive i lunghi ed onerosi lavori che hanno portato alla scoperta del fiume alla profondità di 340 m, nella grotta situata presso Orlek, subito a nord del confine di Stato. Le esplorazioni continuano, anche se ad un ritmo meno sostenuto.
“Errore da record”. Su iniziativa della direzione del Catasto grotte della Jamarska Zveza è stata eseguita una campagna straordinaria per la verifica della posizione di alcune grotte. L’errore più grande verificato ammonta a ben 16 km (sedici chilometri).
La rivista riporta inoltre l’intervista a due grottisti sloveni (di Trieste) che nell’ultimo quarto di secolo hanno consegnato al Catasto sloveno i rilevi di oltre quattrocento nuove grotte o di parti nuove di grotte già note. (SS)
|