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Numero 13 - Dicembre 1997 - Edizione internet
La Gazzetta dello speleologo -
        Notiziario della Federazione Speleologica Regionale del Friuli
	Venezia Giulia
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[...] si svolge una riunione informale dei rappresentanti dei Gruppi speleologici regionali [...] Fra i vari problemi toccati nelle quasi due ore di discussione sono stati approfonditi in modo particolare quelli riguardanti la collaborazione - organizzativa e scientifica - fra i vari gruppi grotte e le carenze della legge speleologica regionale. A quest'ultimo proposito viene messo in evidenza come non sempre i contributi regionali siano ripartiti in base all'attivita' reale dei singoli gruppi, cosa che favorisce il sorgere di piccoli gruppi che non sono in grado di svolgere una concreta attivita' speleologica; questo stato di cose potrebbe venir superato - forse - con la costituzione di una Federazione Speleologica Regionale, cui si demanderebbe una qualche forma di controllo in materia. La riunione dei rappresentanti dei Gruppi Speleologici regionali viene chiusa con l'impegno di rendere periodica l'iniziativa, giudicata utile ed interessante.
(Tratto da Atti del 1° Convegno Regionale di Speleologia del FVG, Trieste 1973)

Ho voluto iniziare questo mio intervento con questo scritto perche', oltre che essere di estrema attualita', credo possa far comprendere come l'esigenza di una fedreg parta da molto lontano, in tempi in cui i problemi e i motivi per una aggregazione erano minori rispetto a quelli attuali. La creazione della FSRFVG non e' quindi da ritenersi l'opera di qualche scapestrato atta a soddisfare velleita' di presenzialismo; il fatto poi che su 28 gruppi ben 22 - al di la' delle singole motivazioni - abbiano deciso di aderirvi, e' una conferma della bonta' dell'iniziativa.

Era quindi inevitabile, anche alla luce di quanto appena letto, che prima o poi si costituisse anche qui da noi una federazione speleologica regionale, ovvero una struttura che riunisse tutte quelle associazioni che operano nell'ambito speleologico e che pensano che l'evoluzione della speleologia passi attraverso l'unione di piu' forze e il dialogo costruttivo. Quello che dispiace constatare e' che, la regione che ha visto la nascita della speleologia organizzata, che detiene il primato della prima legge regionale e che vanta una tradizione speleologica unica in Italia, sia stata tra le ultime in Italia a farlo, dimostrando una mancanza di maturita' e di organizzazione. Federarsi e' stato un atto di maturita' quindi, ma ancor di piu' un atto di coraggio. Coraggio, perche' cio' significa dover mettere da parte ad un certo momento i piccoli interessi del proprio gruppo, della propria attivita', per mettersi a disposizione della collettivita' speleologica. In realta' nella nostra Regione ci eravamo gia' organizzati, fondando negli anni passati delle federazioni provinciali (quella isontina e quella triestina), ma queste, essendo a livello locale, non sono mai riuscite a proporre iniziative globali o risolvere i problemi della speleologia regionale.

Ma a cosa serve una fedreg? Qual e' lo scopo di una struttura della quale per decenni nessuno sentiva la mancanza, ma che anzi si andava evitando a tutti i costi? Innanzitutto e' da chiarire che l'esistenza di una federazione regionale e' richiesta, piu' che dagli speleologi stessi, dal mondo che ci circonda: Regione, Enti, Legge Nazionale sulla Speleologia, ecc. In pratica, per certe problematiche, certe iniziative, e' richiesto un punto di riferimento, un interlocutore unico. Personalmente penso che tra i primi scopi ci sia quello di far conoscere fra noi, ma particolarmente al di fuori della nostra cerchia, l'attivita' svolta nel Friuli-Venezia Giulia. Divulgare unitariamente l'enorme mole di lavoro svolta dagli speleologi regionali (cosa che nessuno e' mai riuscito a portare a termine) e' senz'altro uno dei motivi per cui la federazione ha avuto motivo di nascere. Ecco il motivo per cui una fra le prime iniziative e' stata la scelta della Gazzetta e la proposta del convegno regionale. La fedreg potrebbe essere inoltre l'aggregante di piu' persone - suddivise pero' in varie province, gruppi, citta' - interessate ad uno specifico argomento speleologico; se si iniziasse a mettere in contatto, tramite la fedreg queste persone, costituendo ad esempio delle commissioni, penso che la federazione possa aver gia' raggiunto uno scopo, e la speleologia ne avrebbe tratto vantaggio, senza toglier nulla all'autonomia dei gruppi ed all' attivita' degli stessi. Altre iniziative che la fedreg potrebbe portare avanti a breve termine, sono quelle della salvaguardia ambientale (possibilmente di concerto con altre associazioni), il coordinamento per i corsi e manifestazioni da svolgere nell'arco dell'anno in Regione. Ma non serve elencare oltre quello che potrebbe fare una fedreg. Suggerisco solo di andare a vedere in quelle regioni ove ci sono delle federazioni attive (Sardegna, Veneto, Toscana, Puglia, Toscana, ecc..) come e' progredita la speleologia negli ultimi anni e poi fare un confronto con la nostra realta'.

Certamente la creazione della fedreg non ha eliminato di colpo tutti gli attriti, le incomprensioni tra i gruppi, le diatribe. Ma tutte queste cose, se ci pensiamo bene, sono dovute essenzialmente a scontri tra singole persone, NON TRA GRUPPI E GRUPPI. Gli screzi, sono sempre stati fra singoli speleologi, e, se essi sono di due gruppi differenti, coinvolgono i due gruppi; se sono invece dello stesso gruppo, va a finire che uno dei due se ne esce e fonda un nuovo gruppo. Analizzate la realta' speleologica regionale e nazionale degli ultimi 20 anni e vi accorgerete che e' proprio cosi'! La federazione non deve e non puo' trascinarsi all'interno queste storie; deve invece far emergere quel che c'e' di meglio all'interno dei gruppi. Ci riusciremo? Non ci riusciremo? Questo non spetta a me dirlo. Quello che posso dire e' che gia' ora ci sono molte persone (PERSONE, non GRUPPI) all'interno della Regione che si stanno muovendo perche' la fedreg sia attiva e operante, perche' venga eliminato quel campanilismo assurdo che bloccava innumerevoli iniziative. Queste persone c'erano anche prima; quello che non esisteva era la struttura che potesse dar loro la possibilita' di operare.

Ora la struttura esiste e non ci sono piu' scuse per stare fermi a guardare.

Gianni Benedetti



[GO UP] Vai all'indice di questo numero. Edizione internet a cura di:
Massimo Marengo (marengo@spin.it) e con la collaborazione di Marco Buttazoni, Mila Bottegal e Mayli Sanchez.
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