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Numero 10 - Settembre 1997 - Edizione internet
La Gazzetta dello speleologo -
        Notiziario informale di speleologia del Friuli Venezia Giulia
L'opinione dello speleo
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Grotte chiuse

Pubblichiamo qui di seguito due ulteriori interventi sul tema delle grotte chiuse, ma lo facciamo piu' che altro per dovere di ospitalita'. Lo scopo di questa rubrica dovrebbe essere infatti quello di ospitare temi di attualita' che traggono spunto da fatti reali che animano la speleologia di oggi.

Benissimo ha fatto Gherbaz dunque a sollevare il problema della chiusura delle grotte, ma l'importante e' adesso non fossilizzarsi in un susseguirsi di batti e ribatti sul perche' e' stata chiusa la sola Fessura del Vento, pur essendo quest'ultima una delle maggiori cavita' del Carso triestino. Il San Giusto ha le sue motivazioni, Gherbaz pure; e non ci sembra opportuno neppure da parte di Spinella cercare giustificazioni al proprio operato, perche' nessuno le richiede o ha il diritto di richiederle. Cio' che conta e' che talune grotte vengono chiuse e che quindi la liberta' dell'individuo che va in grotta (speleologo o grottista che voglia farsi chiamare), cosi' come quella del dodicenne con cui si e' iniziato il discorso, ne risulta limitata. D'altra parte la liberta' di uno inizia dove finisce quella dell'altro. Marx condanno' il concetto di proprieta' non in quanto tale, ma in quanto la proprieta' di uno impedisce la possibilita' all'altro di godere della stessa proprieta'. Chiudere una grotta perche' la gente non la sporchi, significa limitare la liberta' della gente, ma secondo la mia etica il fine puo' talvolta giustificare i mezzi. D'altra parte, per assurdo, impedire ad un gruppo di chiudere una grotta e' a sua volta una limitazione della liberta' di quel gruppo di chiudere una grotta, per quanto il farlo, sempre secondo la mia etica, farebbe bene alla speleologia in genere. Ma poiche' siamo in miliardi ed ognuno ha una propria etica, diventa impossibile mettere tutti d'accordo.

Vediamo allora di limitare almeno i danni. Il San Giusto, tra i tanti meriti e demeriti acquisiti nel corso della sua attivita', ha a mio parere un grande pregio: quello di aver si' chiuso delle grotte, magari classiche ed importanti, ma di non creare nessun problema nel concederne le chiavi; e non solo ad amici e conoscenti, o a gruppi ufficialmente riconosciuti, ma anche a persone "x" che diano un minimo di affidabilita' (e qui si potrebbe entrare nel merito della relativita' del concetto di affidabilita', ma divagherei troppo), previa presentazione di un semplice documento. Certo vengono cosi' sacrificati sull'altare i poveri dodicenni e tutti coloro che sono sprovvisti di un documento d'identita' (ma non credo che ai profughi illegali dell'Albania interessi molto di andare in grotta), nonche' ovviamente coloro che si ritengono offesi da una richiesta di tale genere, poiche' ritengono che la propria liberta' di andare in grotta non debba avere limiti. Ma il San Giusto, se non salva i cavoli, quantomeno non crea problemi alla capra; capra che comunque vada finirebbe per mangiarsi i cavoli, nel senso che comunque il dodicenne di oggi, esaurito il primo entusiasmo per la speleologia, finirebbe per lasciare tutto a favore di ragazze e discoteche (99%) oppure per entrare in un gruppo (1%).

Esistono invece altri gruppi che hanno chiuso grotte, anch'esse classiche ed importanti, senza tener conto di capre e di cavoli ... Gherbaz ad esempio, nel suo primo articolo, giustifica la chiusura della Savi, ma vorrei aver trovato nella CGEB la stessa disponibilita' dimostrata dal GSSG. Invece, chiedendo cosi', in amicizia, senza lettere ufficiali, cosa si dovesse fare per poter fare un giro, ho ricevuto risposte del tipo: "ma, nessun problema, pero' dovresti parlare con quell'altro che pero' mi sembra adesso non ci sia!"

Ma il massimo lo abbiamo raggiunto con la grotta Skilan. Non me ne vogliano gli amici del GGCD, cui va tutto il mio rispetto e l'ammirazione per il lavoro svolto in quarant'anni di attivita'. D'accordo per lo ius primae explorationis, ma dopo anni di lavoro, giunti ad un punto morto o quasi, sarebbe stata l'occasione giusta per coinvolgere la speleologia triestina tutta in un progetto esplorativo di ampio respiro, innovativo dopo tanti anni di divisioni e "odi" tribali neppure troppo nascosti. Invece siamo riusciti anche in questa occasione ad andare controcorrente, suscitando il sorriso divertito del resto d'Italia. A parole qualcosa e' cambiato negli ultimi mesi, ma l'apertura e' stata fatta soltanto verso la CGEB. Nulla da dire se questa scelta e' stata determinata da un'affinita' spirituale tra i "vecchi" dell'una e dell'altra societa', ma se la motivazione e' da ricercare nei punti di una lettera scritta dal direttivo della CGEB ai propri soci, allora mi verrebbe veramente voglia di appendere i ferri al classico chiodo. Aspettiamo fiduciosi che il dodicenne di turno, munito di carta d'identita', bussi alla porta delle due societa' chiedendo le chiavi della Skilan ... da parte mia apriro' l'ombrello in anticipo, prima che, apriti cielo, si scateni il finimondo. Ma siamo sempre li'; sono fatti loro!

E dal momento che non c'e' due senza tre, rivolgo pure un pensierino agli amici della XXX Ottobre, che hanno chiuso una grotta come la Lindner, che stava alla speleologia locale come San Gennaro sta ai napoletani. Passi per la chiusura, determinata da motivazioni piu' che nobili, ma l'ostracismo perpetrato per tutto il 1997, pur se dovuto alla necessita' di lavorare in tranquillita' ad un rilievo topografico di precisione, ha lasciato l'amaro in bocca a piu' di uno, me compreso. Ma torniamo al punto di partenza: sono fatti loro!

Chiudo questo mio intervento ribadendo un concetto molto semplice: chiudere una grotta ha dei risvolti positivi e negativi, tutto dipende dal punto di vista personale del singolo. E se le convinzioni di qualcuno lo portano a vedere i soli lati negativi, allora cerchiamo almeno di collaborare insieme affinche' questa limitazione della nostra liberta' pesi il meno possibile. In fondo dovremmo essere tutti amici con una passione in comune, la speleologia ... o no?

Mauro Kraus


Del "botolismo"

Ho sotto gli occhi i numeri 7 e 8 della meravigliosa Gazzetta dello Speleologo e leggo due articoli a firma di Mario Gherbaz al quale sono legato da profonda amicizia; lo conobbi infatti sul fondo dell'Abisso di Gabrovizza nel lontano 1971 e all'uscita tentai di procurargli un infarto con un mio estemporaneo tentativo di ridiscesa della cavita'. Qui vengo chiamato in causa quale dirigente del REST per aver botolato la 4191 VG e successivamente l'Abisso Puntar.

Ebbene, per la prima mi cospargo il capo di guano; purtroppo la cavita' fu chiusa in funzione delle idee di un socio che prospettava ricerche mai arrivate a compimento per mancanza di fondi. Comunque adesso la grotta e' agibile e, se dovessimo in un futuro installarvi delle attrezzature, renderemmo edotta la speleologia sulla necessita' di chiedere la chiave d'accesso.

Per quanto riguarda l'Abisso Puntar, questa cavita' e' stata chiusa in circostanze particolari poiche' poteva divenire "terra di nessuno" e, dovendomi assentare da Trieste per motivi di lavoro ed essendo quindi impossibilitato a coordinare i lavori di esplorazione, ho optato per una collaborazione con il CAT che con il mio beneplacito ha provveduto alla chiusura allo scopo di evitare probabili angherie che all'epoca avrebbero potuto verificarsi. Adesso la cavita' e' chiusa, anche perche' tenteremo di forzare alcune continuazioni; comunque all'Heidi i dodicenni non perderebbero niente oltre al rischio di infortunarsi.

Altresi' mi dispiace che sia stata botolata la Fessura del Vento che per me e' stata una valida palestra che molto ha contribuito alla mia formazione di grottista. Mario e' riuscito a commuovermi ricordando i dodicenni che si calavano con le corde di biancheria (sicuramente rubate) e nelle sue righe l'ho sentito masticare amaro pensando a come eravamo e alla "way of life" di gran lunga differente dalla nostra, scelta da quelli che dovrebbero essere i nostri prosecutori.

Comunque ho il piacere di informare Mario che alcune settimane fa, mentre stavo facendo parole incrociate nella trattoria sotto casa, sono stato contattato da una banda di giovani pieni di entusiasmo. Spero di non inquinarli con lo scienticismo, ma di crescerli alla nostra maniera e credo, per poco che li abbia saggiati, se lo meritino, soprattutto perche' hanno gia' un repertorio di canti alpini e canzoni sporche; le nostre provvedero' a trasmetterle nonostante il mio handicap di stonatura. Faro' cioe' tutto il possibile affinche' i miei nuovi pargoli diventino dei buoni grottisti, e se qualcuno con piu' "glava" diventera' uno speleologo, speriamo sia per il meglio.

P.S. Penso che sia giusto che la 12 rimanga chiusa perche' potrebbe divenire una stazione di smistamento per immigrati extracomunitari, come e' avvenuto per la Grotta della Tartaruga ora attrezzata con materassi ed ammennicoli vari.

Gianni Spinella


Code di paglia

Sapevo che GROTTA LIBERA avrebbe suscitato reazioni e cio' comprova l'importanza dell'argomento sviscerato. D'altronde qualcuno doveva pur trovare il coraggio di affrontare una delle problematiche piu' scabrose. Certo che sulla Gazzetta non dobbiamo rubare troppo spazio in repliche e controrepliche su un argomento che si dovrebbe invece affrontare in ben altre sedi. Per cui, anche per non innescare troppe polemiche, con questa replica vorrei ritenere chiuso l'argomento. Premesso che la mia opinione non puo' cambiare in quanto condizionata dal mio idealismo, mi sembra che qualcosa debba pur dirla, perche' certe affermazioni di dichiarata verginita' e di buoni intenti possono forse andare per altri, ma non certo per un addetto ai lavori quale modestamente mi ritengo ancora.

Per brevita' saro' costretto ad estrapolare qua e la', ma del resto l'ha fatto anche il presidente del GSSG. Innanzitutto, afferma che i motivi per cui hanno chiuso le (loro) cavita' sono sempre ben giustificati. Lo dice lui, ma bisognerebbe sentire cosa ne pensano gli altri. La tutela ambientale e' cosa giusta, ma vorrei ricordargli che sono stati proprio i "vecchi grottisti" a scavare dal nulla gli ingressi della Fessura e certamente non nella prospettiva di vedersela poi chiudere dai novelli speleologi. Ho percorso la Fessura una decina di volte, ma senza riscontrare atti di vandalismo particolari. D'altronde, se in trent'anni di apertura la Fessura fosse stata veramente "rovinata", chiuderla ora sarebbe stato inutile come lo e' "serar la stala coi manzi xè scampai". Non credo che la chiusura sara' poi tanto "temporanea" (termine indefinito che dice tutto e niente), anche se mi piacerebbe tanto sbagliarmi. Riaffermo che, per ripulire dalle immondizie o prelevare campionature o fare un rilievo non e' assolutamente necessario chiudere una grotta (a proposito, come sta il rilievo?). Consiglierei inoltre, prima di affermare che un rilievo e' sbagliato, di stare molto attenti. Con quale criterio si fanno certe affermazioni? E chi ci dice che il nuovo rilievo sara' piu' giusto del vecchio?

Pipistrelli: so per certo, avendo assistito ai primissimi scavi (se non erro nel 1957) da parte dello Speleo Club Trieste, che, essendo allora la grotta completamente chiusa (perlomeno al passaggio di pipistrelli), non poteva ospitare colonia alcuna. I pipistrelli che ci sono si sono stabiliti quindi dopo l'apertura, nel corso degli ultimi quarant'anni. Grazie ai "vecchi grottisti" che, aprendo prima un ingresso e poi l'altro, hanno inconsapevolmente offerto ai pipistrelli un nuovo habitat, decisamente piu' grande e sicuro delle vicine grotte delle Gallerie e dei Pipistrelli. E sono altrettanto certo che i drastici restringimenti e gli sbarramenti di chiusura non rappresentano certo un incentivo al ripopolamento.

Pertanto, quanto da me espresso con GROTTA LIBERA rimane purtroppo drammaticamente di attualita' per quello che vuole essere: un campanello d'allarme sulle nuove tendenze dei gruppi grotte in materia di appropriamento/privatizzazione delle piu' importanti cavita' del Carso. Non di tutte le tremila note, solo delle piu' importanti. Il mio voleva essere un invito generale alla riflessione, perche' il problema domani potrebbe essere molto piu' importante di quanto possa sembrare oggi. E non solo perche' a dodici anni i ragazzi possono desiderare di scoprire il mondo da soli, senza la presenza (quasi mai disinteressata) di "insegnanti" vari, ma anche perche' andare in grotta possa ancora dare le soddisfazioni antiche, in un mondo sotterraneo libero a tutti. E perche' e' giusto cosi'.

P.S. chissa' come passa ora una barella?

Mario Gherbaz



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