EDITORIALE

Un paio d’anni fa Pino Guidi, sulle pagine de La Gazzetta, proponeva l’elenco delle manifestazioni (convegni, presentazioni, inaugurazioni mostre, ecc.) che si erano svolte nel corso dell’anno precedente. L’alto numero di eventi (circa 30) poneva il problema, per gli speleologi, di riuscire a seguirli tutti, magari anche a discapito dell’attività speleologica vera e propria. A leggere su questo numero i resoconti – fra l’altro incompleti – delle manifestazioni passate, e facendo un rapido calcolo, si può stimare che nei soli mesi di aprile e maggio si siano tenuti oltre una quindicina di incontri, pari al 50% delle iniziative svoltesi nell’arco di tutto il 2001, anno considerato dall’amico Pino. È da considerare però il fatto che, se da una parte notiamo un continuo sviluppo della rubrica “Manifestazioni”, dall’altra non si può ignorare una sempre maggiore flessione delle notizie inerenti le novità esplorative. Come già espresso su diversi numeri passati, si auspica che ciò sia dovuto ad una inerzia nella loro comunicazione, piuttosto che alla mancanza di attività in grotta. Se dovesse prevalere questa seconda ipotesi, dovremmo proprio riflettere e chiederci: “dove sta andando la speleologia?”.